Foto dal profilo X del Latin Patriarchate of Jerusalem
ROMA – “È tempo di porre fine a questo conflitto insensato”. Queste le parole con cui il Patriarcato latino di Gerusalemme commenta le fotografie pubblicate sul proprio profilo X (ex Twitter), relative a un attacco dell’esercito israeliano contro il complesso parrocchiale della Sacra Famiglia a Gaza City, sabato scorso, e dell’adiacente Convento latino.
Come ha riportato il Patriarcato in una nota nel giorno stesso dei fatti, i soldati hanno aperto il fuoco “senza preavviso” e “cecchini dell’esercito” hanno “sparato a sangue freddo” sui civili presenti nella struttura. Continua la nota: “Hanno ucciso due donne cristiane all’interno del complesso, dove dall’inizio del conflitto la maggior parte delle famiglie cristiane hanno trovato rifugio”. Si tratta dell’unica chiesa di rito cattolico della Striscia. Altre sette persone sono rimaste ferite.
Sempre secondo il Patriarcato latino, le vittime sono Nahida Khalil Anton e sua figlia Samare Anton. Nahida sarebbe morta per prima: la settantenne è stata colpita mentre cercava di raggiungere i servizi igienici e quando sua figlia ha cercato di soccorrerla i tiratori scelti hanno sparato anche a lei. Nella stessa mattinata, riporta ancora la nota, l’esercito ha bombardato la vicina Casa delle Suore di Madre Teresa (meglio note come Suore della Carità), che accoglieva 54 persone con disabilità. “Tutti gli ospiti ora risultano sfollati, anche coloro che necessitano del respiratore per vivere”.
Infine, si avverte che sono stati bombardati anche i generatori a gasolio, i pannelli solari e l’impianto idrico, definiti “vitali per i residenti”. “Ci chiediamo come un simile attacco a una chiesa sia possibile”, si legge ancora nella nota, “e continuiamo a seguire con attenzione gli sviluppi”.
Domenica scorsa, all’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha condannato l’assalto affermando: “Qualcuno dice che è guerra, è terrorismo. Sì, è la guerra, è il terrorismo”.
L’esercito israeliano ai media internazionali ha respinto le accuse, affermando: “Non colpiamo i civili, a prescindere dal loro credo”.
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