BOLOGNA – Nell’autunno scorso si è registrato un aumento anomalo di polmonite del 30%. “Se avessimo avuto tutti i dati immediatamente si sarebbe accesa una luce rossa”. A dirlo è David Vannozzi, direttore generale del Cineca, intervenuto oggi al seminario web ‘Laboratorio di riprogettazione del servizio sanitario nazionale’. Vannozzi sembra dunque rilanciare le ipotesi su una possibile presenza del Covid-19 in Italia già alla fine dello scorso anno.
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“Il fascicolo sanitario nazionale è un punto d’arrivo fondamentale per prevenire e arginare grandi fenomeni come è l’attuale pandemia- afferma il direttore del Cineca- se noi lo scorso anno, già nel mese di ottobre, avessimo avuto tutti i dati disponibili sugli accessi ai pronto soccorso e le segnalazioni sulle polmoniti registrate in Italia, immediatamente si sarebbe accesa una luce rossa. Perché oggi, a consuntivo, registriamo che c’era un’anomalia in quel fenomeno, quantificabile in circa il 30% di casi in più rispetto agli anni precedenti”.
Per questo, sostiene Vannozzi, è necessario “un soggetto che, in collaborazione stretta con le Regioni, abbia una visione complessiva che consenta di poter fare un’attività di previsione e di prevenzione rispetto a grandi fenomeni come sicuramente è la pandemia”. Il Covid, ragiona il direttore del Cineca, “ci ha costretto ad alzare molto di più lo sguardo sulla prevenzione. Così abbiamo capito che raccogliere dati, integrarli e utilizzarli, in modo anonimo, per attività di sorveglianza e di prevenzione è un passaggio decisivo”.
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Il consorzio interuniversitario sta per firmare col Ministero della Salute un protocollo “aperto- spiega a questo proposito Vannozzi- al quale le società in house regionali possono aderire. Un punto centrale è proprio la possibilità di raccogliere dati, anonimizzarli e integrarli, per realizzare una puntuale piattaforma tecnologica a supporto del servizio sanitario nazionale e dunque progettare una piattaforma che integri tutti i dati possibili, anche di altre piattaforme, per avviare progetti sperimentali di analisi della popolazione”. Secondo il direttore del Cineca, “se avessimo avuto questi dati a disposizione all’inizio del covid sarebbe stato agevole costruire le mappe delle fragilità per capire quali erano i soggetti da proteggere, perché più di altri esposti alla pandemia”.
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