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Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 19 gennaio – pomeriggio

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:19-01-2024 19:31
Ultimo aggiornamento:01-02-2024 10:56

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SAN MARINO – Con l’approvazione di un Odg sottoscritto da quasi tutti i gruppi consiliari (ad eccezione del Gruppo misto), si conclude la sessione consiliare di Gennaio e la giornata di lavori dedicata alla discussione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. L’ordine del giorno, presentato in Aula dal consigliere Pdcs Manuel Ciavatta da parte della maggioranza, su cui poi si è trovata la condivisione quasi unanime dei gruppi, tra l’altro, prevede da parte della Commissione consiliare Affari esteri l’elaborazione “un documento programmatico condiviso” per l’implementazione dell’accordo, documento da sottoporre poi all’approvazione del Consiglio Grande e Generale. Ma si prevede anche di “continuare il lavoro di condivisione anche in Commissione mista secondo le modalità previste dalla legge istitutiva, di condividere con la cittadinanza i contenuti dell’accordo, non appena disponibili, e di continuare a riferire in Consiglio Grande e Generale in merito ai relativi contenuti”. L’Odg sottoscritto da Pdcs, Npr, Dml, Rete, Libera e Rf è stato approvato in dettaglio con 35 voti a favore e 2 astenuti.

Ritirato invece l’Ordine del giorno di Rete, in vista di quello poi condiviso con gli altri gruppi e respinto quello presentato dai consiglieri Alessandro Rossi e Grazia Zafferani di Gruppo misto-Demos che faceva riferimento all’adozione dello strumento referendario: 17 i voti contrari, 3 quelli a favore e 11 astenuti.

La sessione consiliare termina non avendo evaso molti punti all’ordine del giorno e resta sospeso in particolare il comma 7 dedicato all’esame dei decreti delegati.


Di seguito un estratto della prima parte del dibattito del pomeriggio al comma 10 e i testi degli ordini del giorno.

Comma 10. a) Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sull’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e successivo dibattito b) Votazione Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare del Movimento Civico R.E.T.E. per la pubblicazione del testo integrale con relativi allegati dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea entro il 31 dicembre 2023 e per l’intensificazione della campagna informativa sull’Accordo medesimo nei confronti della cittadinanza

Milena Gasperoni, Npr
In una fase come questa, se la politica è in grado di anticiparli, i temi, e di aver visione del futuro- che è quello che chiedono i cittadini, ovvero di sapere dove andare per il meglio del Paese- in questo modo credo la politica stia egregiamente ad interpretare il suo ruolo, con grande competenza e senso di responsabilità. L‘impegno da questo momento in poi sarà quello di informare la cittadinanza e fare in modo che i cittadini comprendano l’accordo nelle varie aree tematiche- non è facile comprenderlo in toto- ognuno dovrà capire nella propria realtà lavorativa e imprenditoriale come e se cambierà la propria vita, ognuno dovrà essere messo nelle condizionidi comprendere al meglio e non per slogan o per partoto preso. La paura e la non conoscenza fa gravi danni in questo senso e su questo dovremo impegnarci tutti fino in fondo.
Francesca Civerchia, Pdcs
Intorno all’Accordo di associazione si sta facendo un po’ di confusione, capisco che sia stato l’argomento che fa da cornice a tutte le manovre politiche pre-elettorali, un po’ perché credo a qualcuno faccia comodo per il gioco delle parti speculare sui contenuti e un po’ perché qualcuno altro non perde occasione di criticare e far passare per negativo quello che è un passo fondamentale per la sopravvivenza del nostro Paese e del nostro sistema economico. Abbiamo ascoltato di tutto: richieste di trasparenza, rivendicazione del testo scritto, minacce dell’aumento dei costi della macchina pubblica, richiami storici azzardati e anacronistici.. Per fare chiarezza, quando il Sds Beccari è andato a Bruxelles lo scorso dicembre lo ha fatto per sancire la fine del negoziato a livello politico tra San Marino, Andorra e Uem avendo concluso l’iter negoziale. Una volta raggiunta l’intesa sulle specificità dei punti, la Commissione Ue darà mandato alla parte legale e amministrativa di scrivere il testo che sarà tradotto in inglese, italiano e spagnolo, fatto questo passaggio il teso verrà consegnato nelle sedi istituzionali. E il testo consolidato nessuno lo ha ricevuto ad oggi perché non esiste e nessuno lo tiene chiuso in un cassetto segreto. L’accordo non è prerogativa del Sds Beccari o della Dc, questo accordo è la sintesi di quanto concordato negli ultimi 8 anni. Siamo arrivati alla conclusione di un percorso che ha rappresentato un passo fondamentale per la storia e il futuro del Paese e sarebbe auspicabile da parte di tutti di interrompere la campagna denigratoria e la disinformazione che sta aleggiando su questo tema. Solo con il testo definitivo ognuno potrà esprimere il proprio parere, prendendosi le responsabilità delle proprie affermazioni e esprimendo le proprie posizioni, in questa fase evitiamo di alimentare conclusioni gratuite, facendo passare la Segreteria agli Esteri come qualcuno che vuole fare le cose di nascosto e fare passare il messaggio che di questo accordo non si sa abbastanza. Al netto dell’appartenenza politica è abbastanza achiaro che tutte le forz politiche siano favorevoli all’accordo, chi non lo è, lo dica in chiaro e si prenda le sue responsabilità. Michela Pelliciconi, Dml: Dml è un partito che non è spaventato dai cambimenti, anzi è sempre stato un partito proiettato nel futuro, con proposte concrete e ha sempre spinto sui cambiamenti evidenziando che questo è un paese che li vive con difficoltà. L’Europa è sicuramente una grande sfida e rappresenta un cambiamento epocale, forse il più grande, la differenza non la fa tanto il percorso di associazione, ma il lavoro programmatico che da ora in poi dovrà essere effettuato. Questo il lavoro fondamentale da fare, ma gli effetti dipendono esclusivamente da noi e da come la politica riuscirà a declinare le attività da fare. Da cosa partire? Su questo non ho dubbi, il motore di questo paese è sicuramente il sistema finanziario e sarà la più grande sfida. Abbiamo visto che è previsto un percorso di 25 anni, ci saranno fasi diverse, San Marino può indicare aspetti su cui si ritieene pronto e quelli su cui invece è necessario un percorso di adattamento, è una sfida obbligata. Qualcuno ha detto che questo può essere fatto in tempi veloci. A mio parere va detta la verità: non possiamo parlare per slogan , la realtà parla di necessità di patrimonio che in questo momento gli istituti bancari non hanno, questo è il punto di partenza. Ci sono sicuramente opportunità per la finanza e occorrerà fare i conti con i parametri Basilea, ma il nodo centrale sarà il sistema di adattamento della vigilanza integrata con la nostra vigilanza interna. Questa sarà la prima grande sfida. Referendum o meno, sinceramente non so se si può declinare la decisione attraverso referendum, ma l’informativa llaa cittadinanza è un passo obbligato.
Pasquale Valentini, Pdcs: Questo dibattito sarebbe importante, ma non lo è se non ci aiuta ad arrivare a delle conclusioni. Al di là dei problemi iniziali emersi nel dibattito, relativi all’avere o non avere testo, il Segretario ci ha posto una questione nuova. L’Accordo non è più una ipotesi ma una realtà, l’Accordo c’è, anche se mancherà ancora la traduzione. E giustamente il Segretario ha spostato l’attenzione: non è più tempo di dire chi è d’accordo o contrario all’accordo, ma o lo utilizziamo o è un’occasione persa, punto. Ci sono due ordine di problemi: 1) il Segretario ha detto quali sono gli organismi che entrano nell’accordo e qui c’è una prima questione, come ci prepariamo ad avere questi comitati, perchè quando l’accordo entrerà in vigore, nel corso di quest’anno, questi organismi dobbiamo averli definiti e avere persone in grado di starci. E questo impatterà poi con l’organizzazione istituzionale. E ancora di più sta preoccupando la conoscenza del testo, nelle ultime riunioni della commissione mista è stata data visione dei 25 allegati e quello che comporta all’allegato in termini di opportunità e adempimenti. Adesso la divulgazione dell’accordo deve consistere in questo, allegato per allegato ,settore per settore, non abbiamo il testo, ma sappiamo cosa c’è nell’accordo, si tratta di mettere in chiaro gli aspetti di cambiamento e gli adempimenti a cui gradatamente ci prepariamo ad andare incontro. E questo dovrà avvenire in un dialogo continuo tra pubblico e privato. Questo è il lavoro già iniziato a cui dare corpo da subito. Se non diamo corpo a questo, la conoscenza anche letterale dell’accordo non serve a nulla. A mio avviso sarebbe sbagliatissimo ora dire che possiamo permetterci, pur essendo in fase di fine legislatura, di fermarci.
Vladimiro Selva, Libera
Anche io mi vorrei unire al riconoscimento nei confronti di chi ha operato negli anni. Si è arrivati in questa legislatura alla chiusura dell’accordo e si lavora oggi per dare la possibilità a questo paese di essere associato all’Ue. Come diceva Valentini, a questo punto non è più questione di dire se vogliamo ratificare o no, è evidente che ormai il paese ha fatto una scelta che il è risultato di 10 anni almeno. Il tema è come quest’accordo nel momento in cui sarà sottoscritto, come metterlo a sistema del nostro terriorio, della nostra amministrazione ed economia. Come fare in modo che all’accordo conseguano opportunità. E di qui la nostra iniziativa di riproporre la commissione mista per analizzare i modi migliori per attenuare crtiicità e cogliere opportunità. Dall’altra parte gli imprenditori possono individuare meglio di noi quali sono difficoltà e opportunità. E magari si può aprire uno spazio nella legalità per fare economia e a noi, in termini assoluti, bastano poche cose, ma durevoli, se fatte nel rispetto del rapporto con altri sistemi.
Giovanni Maria Zonzini, Rete
Le preoccupazioni della cittadinanza mi paiono anche condivisibile perché ogni cambiamento ha una dose di incertezza. Ma permetteremi di affrontare alcuni temi sollevati dall’opinioni pubblica in termini provocatori: 1) ‘verremo invasi dagli stranieri’. In base alle quote fissate, stiamo parlando di 100 persone in totale. A me la libera circolazione in realtà preoccupa più per chi se ne va, invece per chi viene. Dovremmo occuparci ora a maggior ragione di creare condizioni affinché le persone più qualificate del Paese non siano più incentivate ad andarsene. 2) ‘l’accordo potrebbe essere traumatico perché può rompere meccanismi di stampo medioevale in cui il paese è ancorato, sistemi corporativistici che tengono fuori da concorrenza e dalla realtà interi settori economici’. Allora, se un lavoratore autonomo di San Marino fa prezzi fuori dalla realtà perché la sua specializzazione dentro i nostri confini la fa solo lui e pochi altri, per quale motivo non possiamo associarci all’Ue per continuare a mantenere privilegi corporativi? Dobbiamo fare in modo che gli operatori migliorjno se stessi e perché dovremo mantenere meccanismi da comune medioevale? Finché non iniziamo a dire cosa possiamo fare noi per imporci fuori, non riusciremo mai a crescere, questo accordo è l’occasione per fare un salto culturale, per farci capire che il mondo fuori non ha solo pericoli, ma opportunità. Ciò implica che qualcuno non riuscirà a stare al passo? Succede, e quindi lo Stato deve avere strumenti di politiche sociali per reindirizzare quelle forze, ma non possiamo continuare a nasconderci dietro al confine come se fosse un dito, perché è un dito, ma i problemi sono qui dentro, non fuori.
Maria Luisa Berti, Npr: Penso questo dibattito debba essere utile a dare delle risposte al paese, ne abbiamo fatti tanti di dibattiti e approfondimenti e ogni volta si aggiunge un tassello sui contenuti e su quelle che possono essere le opportunità. Penso sia opportuno focalizzare l’attenzione su tre parole. La prima è quella della conoscenza, poi partire subito con una campagna di sensibilizzazione verso la cittadinanza, ma lo potremo fare solo nel momento in cui avremo una puntuale conoscenza dei contenuti dell’accordo, poi quindi definire una strategia operativa.
La conclusione del negoziata è sicuramente un momento di portata storica in cui si è conclusa una fase e ne è partita un’altra di adeguamento normativo per il Paese. E sarà necessario attuare operare ancora di più per fare in modo ci possa essere una collaborazione politica sul piano normativo, per cercare di attuare norme che dal contenuto dell’accordo siano foriere di aspetti positivi per il paese. Deve esserci capacità nostra, della politica, di riuscire a mettere in primo luogo gli interessi del Paese, piuttosto di quelli di partito o degli schieramenti, poi ci sarà la necessità di adeguare a livello formativo tutti coloro che nell’ambito dell’apparato pubblico dovranno seguire questo importante lavoro. Ci sono già tante persone in grado di farlo, ma non saranno sufficienti. Ultima riflessione sul referendum, qualora si dovesse decidere di sottoporre l’accordo a referendum non ci dovrebbe spaventare, in caso si deve cercare di dare alla cittadinanza migliori strumenti di conoscenza dell’accordo.
Alessandro Bevitori, Libera
In questo importante dibattito mi pare ci sia qualcosa già di positivo che possiamo certificare, ovvero, non ho più sentito, come dall’inizio del lungo percorso fatto come Repubblica, il solito discorso ‘ci conviene o no, pro e contro, Europa sì o no’. Mi pare sia stato compreso che San Marino non è davanti a una scelta, necessariamente deve fare un percorso di maggiore integrazione Ue.
Ci sono molte cose di questa Ue che a me e a tanti non piacciono e possono essere viste come un aumento di adempimenti, ci sono alcune imposizioni che potremmo essere chiamati a rispettare. Però il non adeguarci a queste regole vuole dire poi non avere più rapporti con gli altri Stati e vuole dire mettere una zavorra addosso alle nuove generazioni. Quello che deve fare ciascuno di noi, come rappresentante delle istituzioni e delle forze politiche. non è il cavalcare l’onda del malcontento e degli euroscettici. Dobbiamo essere responsabili, la partita che ci stiamo giocando è troppo importante per buttarla in politica. Sono convinto che se facciamo una corretta informazione, senza attacchi e strumentalizzazioni, in modo onesto e corretto, sono convinto il paese in maniera unita riuscirà a portare a termine il miglior accordo possibile e la miglior evoluzione per San Marino e, in particolare, per le nuove generazioni.
Alessandro Mancini, Npr
Siamo qui per discutere e sostenere l’Accordo di Associazione con Bruxelles, un passo cruciale nel nostro cammino verso un’integrazione più stretta con il mercato unico europeo. Come ha evidenziato il Segretario di Stato Beccari, pur non avendo ancora il testo definitivo dell’Accordo, è essenziale iniziare una riflessione profonda e radicata nella realtà sammarinese per prepararci a un’implementazione efficace e concreta. Quest’Accordo non è solo un insieme di regole e modalità che definiscono l’ingresso di San Marino e Andorra nel mercato unico; è anche un’espressione di valori e principi fondamentali, come quello di non discriminazione. Questo principio cambierà radicalmente il nostro approccio a tutti i futuri negoziati, assicurando che San Marino venga trattata equamente e senza pregiudizi. È essenziale sottolineare che non saremo soggetti alle procedure di infrazione dell’Unione Europea, ma avremo procedure di sorveglianza reciproche per garantire una corretta applicazione dell’Accordo. Un punto chiave dell’Accordo è la clausola generale di salvaguardia, frutto di intense negoziazioni, che permetterà a San Marino di disapplicare temporaneamente specifiche parti dell’Accordo in casi eccezionali. Questo è un meccanismo di protezione vitale per la nostra economia e sovranità. La documentazione fornita dalla Segreteria di Stato ci permette di fare ulteriori valutazioni: si stabiliscono regole chiare per la cooperazione, il commercio, il diritto di stabilimento e la prestazione di servizi, assicurando così una maggiore integrazione economica e sociale con l’Unione Europea. Questo migliora la posizione di San Marino nel mercato unico europeo e offre una base solida per il futuro sviluppo economico e sociale del paese.

Un altro aspetto rilevante è la cooperazione in settori cruciali come la lotta alla frode, la corruzione, il contrabbando e la cooperazione fiscale. Queste misure rafforzeranno la trasparenza e l’integrità, sostenendo gli sforzi di San Marino nella lotta contro la criminalità finanziaria e promuovendo una migliore governance. Inoltre, l’accordo riconosce l’importanza della partecipazione di San Marino ai processi decisionali dell’Ue, garantendo che il paese sia informato e consultato sugli atti legislativi dell’Ue in tempi opportuni. Questo riconosce il ruolo di San Marino come partner attivo e non solo come destinatario passivo delle politiche dell’Ue. Molto importante la clausola di salvaguardia costituzionale, che offre a San Marino la flessibilità di sospendere l’applicazione di determinate norme dell’Ue, in attesa del completamento dei processi interni. Questo meccanismo di salvaguardia rispetta la sovranità e le procedure costituzionali di San Marino, garantendo al contempo il rispetto degli obblighi internazionali. L’Accordo di Associazione rappresenta un traguardo che non solo valorizza la nostra nazione sullo scenario internazionale, ma offre anche vantaggi tangibili ai nostri cittadini e alle nostre imprese. Questo cambiamento non riguarda solamente le strutture governative o le politiche pubbliche, ma tocca ogni aspetto della nostra società, dall’economia alla cultura, della nostra comunità, al modo in cui interagiamo a livello internazionale. Il nostro compito, in questo contesto dinamico e in continua evoluzione, è quello di guidare e facilitare questo cambiamento. Una componente cruciale di questo processo è la comunicazione. È essenziale informare i cittadini, le imprese e tutte le realtà sociali ed economiche sulle implicazioni, le opportunità e le sfide di questo cambiamento.

La divulgazione diventa quindi uno strumento fondamentale. Il confronto, sia dentro che fuori dall’aula, è vitale.

Dobbiamo ascoltare e integrare le diverse voci e prospettive. Questo confronto deve estendersi oltre le mura del parlamento, raggiungendo ogni settore della nostra società. Il buon esito di questo cambiamento dipenderà dalla nostra capacità di lavorare insieme, di condividere idee e soluzioni, di ascoltare e apprendere l’uno dall’altro.

In conclusione, vorrei fare eco all’invito del Segretario Beccari a iniziare a lavorare su un documento programmatico in vista della prossima legislatura. Questo documento dovrà delineare gli ambiti principali di intervento e gli obiettivi che intendiamo raggiungere nell’implementazione dell’Accordo.

Paola Barbara Gozi, Pdcs

Dal 2015, grazie a 4 governi che si sono susseguiti e al Sds Beccari che nel suo mandato ha avviato il negoziato, in un momento delicato come quello post-pandemia, seguito dai conflitti internazionali, si è giunti alla conclusione dell’accordo che porterà il nostro Stato a partecipare a pieno titolo all’integrazione europea e a far parte del Mercato unico europeo, ciò non comporta le stesse dinamiche dell’adesione. Nell’applicazione delle 4 libertà, i sammarinesi sarano considerati al pari dei cittadini e delle imprese Ue. Per la libera circolazione delle persone nel nostro territorio occorrono quote, limiti che ci consentono di stabilire residenze in maniera oculata.
Ci sono perplessità che ogni novità porta con sé, il Segretario ha tenuto interviste ed dibattiti, nel sito della Segreteria c’è una sezione dedicata all’accordo, sono state fatte numerosi commissioni e incontri pubblici…ma ancora c’è chi sostiene che non si è parlato abbastanza. Nel 2023 l’università ha curato una indagine scientifica con la distribuzione di 1500 questionari sull’opinione pubblica sull’Europa ai fini di analizzare le posizioni della popolazione, anche Sums ha organizzato sei incontri su San Marino ed Europa, al fine di rendere partecipe la cittadinanza sugli sviluppi dell’accordo. Sono convinta che con la volontà di collaborazione, riflessione e ascolto da parte di tutte le forze politiche continueremo a farci onore in un passaggio delicato e strategico per il futuro di San Marino.
Denise Bronzetti Npr: Questa mattina mi sono trovata molto concorde con l’intervento del consigliere Renzi, su un tema del genere non dovrebbero contare se ‘lo dice la maggioranza o l’opposizione’, quando si trova il modo di capirsi e concordare si fa un buon lavoro per il futuro del paese, soprattutto di forte a una svolta ‘epocale’. E credo l’approccio richiamato dalle parole del collega sia quello giusto. Si può concordare o meno su questo benedetto accordo di associazione, si può avere timore su un accordo di questa portata, ma anche di fronte ai legittimi timori- anche nostri e figuriamoci quelli dei cittadini- vero è che oggi un’altra strada non ce l’abbiamo. Forse l’avremmo potuta avere in passato, quando la politica estera, per tante ragioni, non era più quella che ha fatto la fortuna di una piccola nazione, abbiamo perso in passato quel treno, quando si è perso credibilità nei nostri interlocutori.
L’Approccio giusto è quello di scendere tra la gente e spiegare le varie sfaccettature di quello che è l’accordo di associazione che, tra le varie possibilità, prevedere persino quella di ‘tornare indietro’qualora ci rendessimo conto che non è sopportabile per la nostra Repubblica. E dovremmo anche dire ai cittadini che, con le clausole di salvaguardia contenute nell’accordo, non ci saranno orde di cittadini europei che si stabiliranno residenzialmente qua a San Marno, men che meno orde di clandestini che non sono proprio previsti negli accordi, tanto meno che San Marino si prenda una quota parte della grande problematica del’immigrazione irregolare. Solo qualche esempio per chiarire che l’impegno che dovrebbe scaturire da quest dibattoto è quello di stabilire una road map dalle prossime settimane, perché sia possibile diramare una comunicazione il più possibile univoca da parte di questo parlamento, sviscerando quelli che sono i contenuti dell’accordo cercando di confutare le paure inevitabili
Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze
I rapporti internazionali vanno valutati tenendo presente le evoluzioni che ci sono all’interno dell’Ue, dove sono cambiate le relazioni tra Stati a seguito di una serie di avvenimenti che l’Europa sta vivendo, a partire dalla crisi economica, seguita dalle guerre tornate nel Continente europeo e che hanno determinato una relazione sempre più forte tra paesi europei. Quindi anche i rapporti dei piccoli Stati non sono più sufficienti a garantire le loro necessità. Mi viene da pensare al nostro tessuto economico, siamo un’enclave italiana e quindi europea, dove le nostre merci sono europee e per essere messe in vendita in Europa devono avere una serie di caratteristiche che oggi le merci europee devono avere. Abbiamo quindi una economia abituata e conforme alle regole europee. Questo ha generato problemi all’economia sammarinese? No, l’economia sammarinese ha operatori molto forti che si trovano quotidianamente a competere sul mercato europeo, al pari dei colossi europei. Questo è dettato dai buoni accordi fatti in passato, come l’accordo dell’Unione doganale. Però oggi sempre più operatori sammarinesi hanno difficoltà e stanno perdendo competitività perché non è più sufficiente che il prodotto sia europeo per andare ad attestare, per esempio, la composizione di determinati prodotti servono certificazioni. E per le imprese Ue servono autocertificazioni, ma per quelle extra Ue servono enti certificatori e questo comporta dei costi e perdere competitività. E’ una necessità che si sta allargando sempre a più settotri, e può determinare che quel vantaggio che si vedeva in passato, importante come la leva fiscale, sia sempre più secondario. Questo passaggio dall’Unione doganale ad accordo di Associazione è quello che è meglio per noi in questo momento storico. Non è un’adesione ma un accordo più ampio che ci consente di usufruire di una domanda di mercato più ampia sia economicamente che di lavoro, partendo dal presupposto della proporzionalità, ovvero tenendo conto che un piccolo Stato rispetto 4 libertà abbia delle peculiarità. Capite bene quali possono essere i vantaggi. Siamo in grado noi di affrontare la sfida europea con le proporzionalità necessarie? La risposta è assolutamente si, lo abbiamo dimostrato in tutti i tavoli e a tutti i livelli che le professionalità che San Marino può esprimere non sono assolutamente inferiore a quelle degli atri Stati. E possiamo assolutamente essere in grado di pensare di affrontare questo secondo step, di implementazione e realizzazione dell’accordo nel miglior modo possibile, per far si che diventi ulteriore momento di competitività nel recepimento delle normative europee, essendo più agili, più snelli più virtuosi.
Matteo Rossi, Npr
Nessuno dei Segretari citata dagli interventi nei ringraziamenti, riguarda un partito afferente della sinistra. Ed è proprio da lì il paradosso, per quanto ci siamo tutti impegnati, e i vari partiti di sinistra e il Psd. a raccontaree sostenere questa storia di San Marino, non siamo a ringraziare i nostri esponenti ed è, il mio, un messaggio più rivolto alla mia area.
Nello specifico, l’accordo non deve esser mero pretesto per fare contrapposizione politica, prima si parla di costi-benefici, poi ‘chissà cosa c’è nell’accordo’ e poi ‘non ce lo spiegano bene’ e poi arriviamo oggi al ‘vogliamo vedere parola per parola cosa c’è nell’accordo’. Non credo sia questo il tema di oggi, conosciamo le linee dell’accordo e le possiibilità. Ho condiviso in larga parte l’intervento di Zonzini che parla di un superamento culturale di una San Marino del ‘si è sempre fatto così’ , spero sia l’obiettivo che raggiungeremo. Qualcuno che ha fondato la sua vita sulla San Marino di ieri, ha timori che tutto questo svanisca. Al contrario, la possibilità invece che si amplii il mercato e l’avere ricchezza è il modo giusto di vedere accordo di associazione, ci affacciamo a un mercato in cui vi sono oltre 400 milioni di persone. In passato si è fatto l’errore di sostenere un certo conservatorismo, ‘San Marino oltre questo non può andare’, invece abbiamo avuto la black list ma ci siamo rimboccati le maniche e siamo cambiati e abbiamo compreso che San Marino non finisce ai confini, acquisendo la consapevolezza che ci sono persone che vogliono venire a San Marino a fare economia e di un paese che conserva il suo apparato-Stato che difende alcuni suoi privilegi ‘legali’, come vantaggi fiscali e una comunicazione diretta con le istituzioni. Fino a qualche anno fa eravamo ancora una terra in cui aleggiava la speranza di fare una economia torbida, nonostante il paese si fosse già adeguato agli standard internazionali, pur subendone le conseguenze. Oggi abbiamo una San Marino diversa dentro il Mercato unico europeo e che speriamo nel prossimo futuro sia pianamente integrata all’Eu, per avere un futuro migliore per i nostri giovani, migliore di quello che avremmo se restassimo fuori.

Alessandro Rossi, Gruppo misto: Dovremmo parlare tutti i giorni di questi temi. Si eleverebbe il discorso. Oggi c’è riconoscimento reciproco di associazione con Ue e San Marino e sicuramente arriviamo molto tardi in un contesto non semplice, con una deriva che non è più quella solidaristica dei padri fondatori dell’Ue, oggi l’approccio è pienamente economicista e fondato sul mercato unico. Come arriviamo a confrontarci con la nostra cittadinanza? Se non comprendiamo tutte le sfaccettature e non diamo orizzonti, le dinamiche sociali saranno caratterizzare da un atteggiamento negativo, ovvero quello di intervenire con risentimento senza comprendere che si è parte di un percorso comune e che ha caratteristiche positive. La prima è che abbiamo più possibilità di accedere a un mercato più grande e che la possibilità di accesso al mercato unico per le nostre imprese è un valore aggiunto. Quali gli elementi negativi? Una difficoltà a gestire ordinatamente una complessità così ampia. O di una piena autonomia politica a garanzia della nostra sovranità. Oggi tutto è misurato sul denaro e sulla capacità del debito, dal momento in cui noi oggi siamo indebitati, la possibilità di avere piena autonomia su determinate scelte non sarà semplice.
Noi abbiamo proposto un Odg con la possibliità di un referendum confermativo di iniziativa consiliare, anche eventualmente su una possibilità di denuncia dell’accordo stesso dopo qualche anno di attività per avere la possibiltià di un dialogo franco con i cittadini e avere la forza di affrontare la sfida tutti insieme e senza divisioni.
Sara Conti, Rf
L’Accordo Ue è un unicum nella nostra storia politica. Un lavoro iniziato più di 10 anni fa, cui hanno contribuito 4 segretari di Stato, il fatto che 4 legislature abbiano dedicato tante risorse e tanto lavoro nel cercare il percorso più giusto per avvicinare la Rsm a un contesto europeo ne indica di per sé l’importanza. Dal canto suo anche l’Ue si è dimostrata desiderosa politicamente di capire come integrare maggiormente questi micro Stati. Dal 2015 l’avvio del negoziato è stato un lavoro corale, la sfida non solo da parte sammarinese, ci sono voluti 8 anni per giungere alla parafatura. Se da un lato noi siamo così orgogliosi della nostra unicità, dall’altro lato non possiamo non riconoscere i limiti che il nostro Paese ha e che derivano dalle nostre dimensioni e dalla nostra posizione, quale enclave dell’Italia, rimanere chiusi nei nostri confini non poteva più essere la sola opzione. E dobbiamo farlo capire a tutti i sammarinesi che questo accordo non deve spaventare, ma deve essere colto come opportunità per le istituzioni e imprese, per entrare nel mercato unico che non può che generare sfide positive. L’importante è che ora che non ci rilassiamo troppo ma identifichiamo una road map e individuiamo una cabina di regia che definisca tutti i passaggi, vediamo all’interno della Pa quali sono le risorse umane più adatte per essere inquadrate in questo tipo di lavoro e diamo a questo accordo di associazione le gambe per poter addivenire un futuro positivo per il paese.
Marco Nicolini, Pdcs
L’accordo è un aspetto di rivoluzione per uno degli Stati più antichi del mondo. Il mondo attorno a San Marino è cambiato radicalmente, l’Europa ha deciso di porsi vicendevoli veti per preservare la pace, con unione di intenti tra nazioni, Ora vediamo il risultato bello e pronto, ma i fondatori Ue erano chiamati folli e lo spirito visionario ha portato a unire i paesi più belligeranti di Europa. In tanti anni questa coesione e unione monetaria e di indirizzo politico ed economico comune hanno dato vantaggi a 750 milioni di persone. Chiunque ha lavorato nei paesi dell’Unione non può non avere notato quanto i vari trattati e accordi succedutisi nei decenni abbiano semplificato la vita lavorativa in Europa, e ogni vantaggio per i cittadini europei si è trasformato in svantaggio per cittadini e imprese sammarinesi. Non occorre fare un elenco per dare il senso della forbice tra noi e agli derenti Ue. Esistono nonostante questo, evidenze di un sentimento anti-europeista anche a San Marino, ma io credo sia minimale, però necessità di rispetto e risposte. Io che sono consigliere indipendente e parlo a titolo personale, non credo sia dovuto un referendum. Ci sono state elezioni che hanno portato in Consiglio, sia in maggioranza che all’opposizione gruppi politici fortemente votati all’integrazione con l’Ue. Antieuropeismo deriva da ignoranza, nel senso di mancata informazione e si deve porre rimedio a questo. Un impegno da parte nostra dovrebbe essere di non gridare allo scandalo per il ritardo di pubblicazione.
Eva Guidi, Libera
P
er noi la questione non è Europa sì o no, ma Europa come. Sono tanti gli interventi che vanno in questa direzione e in Aula stiamo facendo quello che da tempo si sarebbe potuto fare, anche se devo ammettere che il Segretario non si è mai sottratto al confronto. Ed è quello che dobbiamo continuare a fare, informare i cittadini su quello che è il percorso che ci sta portando ad un accordo di associazione con l’Europa.

Il fatto che si possa con clausola di salvaguardia recedere è poi una rassicurazione per tutti i cittadini, ma sarebbe anche una gravissima sconfitta. Sappiamo che c’è, ma speriamo di non poterla mai attivare e sarebbe una sconfitta anche per la classe poltitica. Continuiamo l’attività di informazione su tutti gli aspetti e timori. E ricordiamo che quando la Repubblica ha avuto timore di fare passaggi importanti, quanto ci è costato e quanto ci ha messo in una posizione di isolamento. Pensiamo a quanto avvenuto nel 2006, oggi abbiamo fatto tanta strada sul percorso di piena trasparenza e ci presentiamo con le carte in regola. Accanto all’informazione guardiamo poi anche alla formazione in tutti i settori, a partire dalla scuola, dalla Pa, dalle associazioni di categoria e sindacati che faranno la loro pare, ma anche noi classe politica dovremo continuare in questa direzione. Sui timori che ci possono essere per la sovranità della Repubblica, faccio presente che chi stringe gli accordi internazionali non rinuncia alla sua sovranità, perché la Repubblica si fa sovrana soprattuto nella politica europea che è stata decisiva nei secoli. Chi disquisisce sulla perdita di sovranità dimostra di non aver capito bene la nostra storia. Mirco Dolcini, Dml: Ringrazio il Segretario che è giunto alla conclusione di un negoziato impegnativo e apprezzo le osservazioni sulla bontà dell’accordo, ma oggettivamente un dibatitto sull’accordo necessita della visione del testo.
In questi anni ho potuto riconoscer che lei Segretario è trasparente e impegnato, questo mi spinge a chiedere perché nella sua relazione non ha sviscerato l’argomento referendario che comunque non ha mai escluso. Io ne voglio parlare: è vero, non tutti i temi sono fatti per diventare argomento referendario, per cui è giusto affrontarlo sugli argomenti più impattanti per la cittadinanza e l’accordo non può che essere sul podio dei temi più importanti. Quello del referendum è la stessa logica dell’Arengo in epoca passata, poi la scelta della popolazione a fronte della consultazione potrebbe anche non rivelarsi la scelta più giusta, ma sarebbe sicuramente la più democratica. Andorra fa il referendum, perché noi non dovremmo farlo? Serve legittimazione popolare per evitare stallo e ingovernabilità nei futuri anni. La consultazione popolare si deve porre in essere, perché si abbia la sicurezza che la cittadinanza sostenga il percorso europeo fino in fondo. Sono costretto e ri-sollecitare i consiglieri a tradurre la frase latina dei nostri predecessori : Vox populi iubet/ la voce del popolo comanda.

Gli ODG :

Rete ritira suo Odg e sottoscrive un altro Odg insieme a tutti i gruppi (eccetto Gruppo misto)

ODG Gruppo misto-Demos sottoscritto dai consiglieri Alessandro Rossi- Grazia Zafferani/ Respinto con 17 voti contrari, 1 non votante, 3 voti a favore e 11 astenuti.

IL CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

Sentito il riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri in merito agli aggiornamenti relativi al negoziato relativo all’accordo di associazione con l’UE

Preso atto

Della conclusione delle attività negoziali awenute in data 12 dicembre 2023;

preso atto

della proposta del Segretario di Stato per gli Affari Esteri di addivenire alla definizione di un documento programmatico atto a definire le macro strategie di adattamento dell’impianto normativo e organizzativo sammarinese al nuovo scenario di associazione anche nell’ottica di massimizzare le opportunità da esso derivanti;

ritenuto

comunque imprescindibile garantire nelle forme possibili la più ampia diffusione dei contenuti dell’accordo; riservando ogni valutazione sulla adozione dello strumento referendario;

da mandato

AI Segretario di Stato per gli Affari Esteri:

  • di condividere i testi dell’accordo non appena disponibili e di continuare a riferire in Consiglio Grande Generale in merito ai relativi contenuti nel rispetto degli impegni di riservatezza con l’UE.

  • di presentare alla Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri le linee guida della macro-strategia di implementazione dell’accordo al fine della elaborazione di un documento programmatico condiviso da sottoporre all’approvazione del Consiglio Grande e Generale;

Odg di Pdcs-Npr-Dml-Libera-Rf-Rete: Approvato con 35 voti a favore e 2 astenuti

IL CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

Sentito il riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri in merito agli aggiornamenti inerenti il negoziato relativo all’accordo di associazione con l’UE

Preso atto

della conclusione delle attività negoziali avvenuta in data 12 dicembre 2023;

riconosciuto

il lavoro svolto negli oltre otto anni di trattative anche da parte dei precedenti Governi e che ha visto in questa legislatura la sua finalizzazione grazie all’impegno dell’attuale Segreteria di Stato;

preso atto

della proposta del Segretario di Stato per gli Affari Esteri di addivenire alla definizione di un documento programmatico atto a definire le macro strategie di adattamento dell’impianto normativo e organizzativo sammarinese al nuovo scenario di associazione anche nell’ottica di massimizzare le opportunità da esso derivanti;

ritenuto

comunque imprescindibile garantire nelle forme possibili la più ampia diffusione dei contenuti dell’accordo anche attraverso un’adeguata campagna informativa nei confronti della popolazione;

dà mandato

AI Segretario di Stato per gli Affari Esteri:

  • di proporre alla Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri le linee guida della macro-strategia di implementazione dell’accordo al fine della elaborazione di un documento programmatico condiviso da sottoporre all’approvazione del Consiglio Grande e Generale nonché di proporre anche congiuntamente alle altre Commissioni Consiliari Permanenti le linee guida riferibili all’implementazione dell’Accordo su specifici protocolli ritenuti strategici e/o rilevanti per il Paese;

  • di continuare il lavoro di condivisione anche all’interno della Commissione Mista, secondo le modalità previste dalla legge istitutiva;

  • di condividere con la cittadinanza i contenuti dell’accordo non appena disponibili e di continuare a riferire in Consiglio Grande e Generale in merito ai relativi contenuti nel rispetto degli impegni di riservatezza con l’UE.

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