NEWS:

Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 19 gennaio – mattina

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:19-01-2024 11:39
Ultimo aggiornamento:29-01-2024 16:45
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

SAN MARINO – L’Accordo di Associazione con l’Unione Europea è al centro dei lavori consiliari odierni: in mattinata infatti si è tenuto l’atteso riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, sull’Accordo cui si è giunti al termine del negoziato con l’Ue, e il successivo dibattito. Non solo, è all’attenzione dell’Aula anche l’Ordine del Giorno presentato da Rete nella scorsa sessione, che chiede la pubblicazione del testo integrale, con relativi allegati, dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e l’intensificazione della campagna informativa sull’Accordo nei confronti della cittadinanza.

In avvio di seduta l’Aula procede alle Ratifiche, entrambe unanimi, di due accordi internazionali: il primo è i l’Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Repubblica del Malawi sullo stabilimento delle relazioni diplomatiche, il secondo la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società.

Quindi il riferimento del Sds Beccari che anticipa la consegna immediata, riservata ai consiglieri, di una serie di schede sui contenuti più rilevati dell’Accordo e motiva l’impossibilità di pubblicazione e condivisione del testo integrale, senza il via libera da parte della Commissione Ue. Concluso il suo intervento, i lavori sono sospesi quindi circa un’ora per consentire l’esame della documentazione da parte dei consiglieri, per poi riprendere con l’avvio del dibattito cui sono previsti complessivamente 62 interventi.


I lavori quindi sono sospesi al termine della seduta della mattina e il dibattito proseguirà nel pomeriggio.

Di seguito un estratto dell’avvio del dibattito al comma 10.

Comma 10. a) Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sull’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e successivo dibattito b) Votazione Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare del Movimento Civico R.E.T.E. per la pubblicazione del testo integrale con relativi allegati dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea entro il 31 dicembre 2023 e per l’intensificazione della campagna informativa sull’Accordo medesimo nei confronti della cittadinanza

Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri: Il mio auspicio oggi è quello di impostare un dibattito un po’ diverso da quelli fatti fino ad oggi. Abbiamo preparato del materiale- che metteremo a disposizione dei consiglieri- con alcune schede che cercano di spiegare a grande linee e alcuni elementi di dettaglio su certi aspetti. L’accordo non è ancora disponibile nel suo testo e non siamo nella condizione di poterlo pubblicare finché la Commissione non ci dà via libera, e mi auguro possa avvenire prima possibile, ma non è una decisione che dipende solo da noi. Possiamo comunque parlare dei contenuti, in quanto l’attività negoziale è conclusa.

Volevo proporre dibattito un po’ diverso perché ormai abbiamo capito e discusso a grande linee dei contenuti generali dell’accordo, obiettivi e principi, e credo sia importante ora iniziare una riflessione calata nella nostra realtà e iniziare a immaginare, per ogni ambito, degli scenari su cosa può fare San Marino nella parte implementativa, per delineare una strategia che possa massimizzare le opportunità derivanti dal trattato. Per esempio, abbiamo parlato del tema delle residenze, è un tema che si va a innescare sulla nostra normativa, perché allora non affrontarlo pensando al nuovo quadro normativo sammarinese per le residenze e capire come l’accordo si va a innestare su qualcosa di tangibile.

L’accordo non contiene al suo interno una disamina di tutto quello che è il Mercato Unico che è regolamentato da sue regole e l’accordo ti dice invece quali sono le regole e i principi con cui San Mario e Andorra entrano a far parte del Mercato unico ma non dice come funziona il Mercato unico. La sola lettura dell’accordo non è esaustiva quindi, se non si guarda come funzionano le 4 libertà in Europa, altrimenti non si capiscono gli scenari che si verranno a verificare. San Marino sarà soggetto alle regole pattuite, ma per tutto quello che non è previsto dall’accordo, le modalità di partecipazione di cittadini e imprese al Mercato unico sono rette da norme generali del suo funzionamento. Non è che dovremmo recepire tutte le normative quindi del Mercato unico, ma solo quelle strettamente funzionali a garantire l’interazione.

L’Accordo è costituito da una prima parte istituzionale e bilaterale che parla sia di questioni bilaterali spicciole, sia delle modalità di implementazione dell’acquis, delle transizioni temporanee etc.. Dal documento che vi stiamo per consegnare troverete la divisione in parte istituzionale e negli approfondimenti sugli allegati che riteniamo importanti.
Mi soffermo su un aspetto iniziale, la prima parte della cornice istituzionale stabilisce principi e valori che potremo far valere sempre nel rapporto con l’Ue e con i singoli Paesi membri. L’assenza di questi valori e principi sono stati un problema per cui San Marino si è sempre dovuto rapportare come Stato terzo. Il non essere parte Ue era la condizione sufficiente per dire ‘voi a San Marino non potete partecipare, non avete diritto di farlo..etc’. Qui invece c’è
un principio di non discriminazione che è fondamentale. I sammarinesi, nel rapporto con i paesi Ue, non potranno più essere discriminati ed esclusi per il solo fatto di essere sammarinese e non parte dell’Ue- e parimenti noi non potremmo più discriminare i cittadini Ue- e cambierà completamente l’approccio su tutti i temi negoziali in futuro. C’è un tema del buon funzionamento del Mercato Unico per fare in modo che l’allargamento non alteri le regole del gioco, ma allora stesso modo si tiene conto anche delle peculiarità di San Marino e Andorra.

Per quello che è la seconda parte, ci sono articoli che vanno a toccare, a seconda delle 4 libertà, i passaggi su cui non mi soffermo, vorrei invece soffermarmi su un tema su cui non abbiamo parlato molto nelle volte precedenti, relativo ai meccanismi di funzionamento dell’accordo. Avremo quindi due tipologie di comitati congiunti: un Comitato di associazione e un Comitato misto. Il primo avrà una funzione più politica, avrà un piano di confronto più alto su questioni meramente politico-strategiche e potrebbe essere quello che imposta le evoluzioni dell’accordo e propone anche interazioni politiche che oggi non ci sono. Non è vincolante ma è una sede di confronto che oggi non abbiamo. Poi il Comitato misto, è un comitato di gestione operativa dell’accordo che ha funzioni per la risoluzione di eventuali controversie, ma sarà anche quello che dirà ‘ la normativa xy è stata applicato in questo modo, per questo e quest’altro motivo..’, come accade per la Convenzione monetaria. Mentre il Comitato di associazione si riunirà almeno una volta ogni due anni, il Comitato misto si riunirà almeno una volta tutti gli anni.
Poi avremo uno strumento di cooperazione parlamentare: abbiamo sancito nell’accordo il principio di cooperazione parlamentare che stabilisce un meccanismo di confronto parlamentare per San Marino con il Parlamento europeo, abbiamo già iniziato in questa legislatura ad attivare gruppi di Amicizia, ma non è la stessa cosa di avere una sede istituzionale parlamentare. Tra l’altro nello sviluppo della trattativa, la possibilità di concludere il negoziato è dipeso molto da questo tipo di iniziative. Poi ci sarà anche un organismo di cooperazione tra parti economiche e sociali, ovvero la cooperazione tra organismi – che sarà il Cese per l’Europa, mentre San Marino dovrà trovare il suo- per avere uno strumento operativo legato all’accordo da un punto di vista della società privata. Poi ci sono una serie di norme sulla funzionalità dei comitati.
Devo dire che esiste un altro aspetto che è fondamentale che è quello della
partecipazione attiva sammarinese ai processi decisionali delle normativi europei. Avremo quindi la possibilità di partecipare ai comitati, alle sedi di confronto relative alle produzioni normative europee e sapremo in anticipo quello che succederà o potremo dire in anticipo e fare proposte su quello che potrebbe essere impattante per noi. Pensate quando è stato fatto il Regolamento europeo per l’approvvigionamento di vaccini, se fossimo stati lì, avremmo potuto alzare la mano e dire ‘c’è un problema, noi siamo un enclave in Europa, ma non riusciamo ad accedere a quel meccanismo di approvvigionamento. Ci siamo dovuti arrivare con una interpellanza europarlamentare, oggi questo è un aspetto importante e ci permette di anticipare tanti cambiamenti e di interagire con la controparte e fare proposte e soprattutto, fare valere le nostre richieste nell’ambito dei comitati competenti, non abbiamo diritti di voto sulla normativa, ma siamo interlocutori privilegiati. Anche perché molte volte le norme si basano su concetti generali che non tengono conto delle specificità singoli Stati. E’ un aspetto mutuato anche dallo Spazio economico europeo.
Ci sono poi delle p
rocedure di sorveglianza reciproca che servono per segnalare un’errata applicazione dell’accordo. L’Ue riceverà eventuali rimostranze di Paesi che diranno, per esempio, che San Marino o le sue banche fanno qualcosa contro legge, e parimenti potremo segnalare Stati membri o regioni o micro realtà che disattendono l’accordo, per esempio, se a uno studente sammarinese viene negata la possibilità di trasferirsi in Francia per studiare…

Poi abbiamo il tema della risoluzione delle controversie, altro concetto importante: noi non saremo un Paese membro e soggetti a procedure di infrazione. Non è come per l’Italia, se non rispetta le normative sugli aiuti di Stato, per esempio, viene sanzionata o sono prese determinate misure. Per noi non avviene questo, per noi la procedura è diversa, è quella di risoluzione delle controversie, con un tentativo di conciliazione e tutto un percorso da fare nello spirito di sanare controversia. Poi c’è la clausola generale di salvaguardia che si applica per noi ed è facoltà che ha San Marino per eventi di forza maggiore e casi che possono essere altamente impattanti per l’economia e il tessuto sociale sammarinese, è un aspetto che abbiamo negoziato con grande impegno negli anni e non riguarda la disapplicazione generale dell’accordo ma la sua disapplicazione temporanea legata certi aspetti. Tutto quello che è tema delle controversie, laddove esce dalla sfera della conciliazione ed esce dal confronto, va alla Corte di giustizia europea che è altra sede in cui possono essere fatti valere quei principi e istituti fondanti dell’accordo.
Nel documento troverete alcuni passaggi sui
Protocolli-Paese, che sono sostanzialmente degli atti bilaterali che vanno a definire come si traslano gli accordi esistenti o questioni esistenti all’interno dell’accordo di Associazione, come per esempio l’Accordo dell’Unione doganale, quelli sullo scambio di informazioni etc… Poi avremo alcuni temi che entreranno a far parte dei Protocolli-Paese come il T2 e sarà quella la sede di discussione per il superamento delle tematiche del T2, non sarà più il comitato misto previsto da quell’Accordo di Unione doganale, ma il Comitato misto di questo accordo a discuterne.

Poi ci sono 25 allegati e degli approfondimenti che cercano di metterli insieme, perché non basta leggere un allegato per capire cosa succede, per es. lo stabilimento non è un allegato ma riguarda più allegati, così come il tema lavoro è legato a tema servizi..etc. Ci sono benefici più tangibili e visibili e più immediati e alcuni che saranno da cogliere, dipenderà un po’ da noi, per es. il riconoscimento dei titoli di studio è una grande cosa, ma dipende poi da noi che tipo di sistema scolastico abbiamo e se abbiamo più corsi di laurea e più offerta formativa massimizzeremo le possibilità che i nostri titoli siano riconosciuti in Europa, così anche le nostre scuole superiori potranno avere uno sviluppo più importante ,sempre che ci interessi come priorità o meno.

Però ci sono cose più tangibili, per esempio sulla libera circolazione delle merci abbiamo provato a spiegare, al di là delle questioni legate al T2, cosa succede al prodotto sammarinese: c’è un tema di identità dei prodotti, la coesistenza di prodotti sammarinesi ed europei, gli standard di produzioni che oggi comportano anche dover spostare la produzione in Italia per certi settori…. poi c’è il tema della Convenzione del ‘39 con l’Italia e quali opportunità abbiamo oggi di superare le regole pattuite 60-70 ani fa che non hanno più ragione di essere. Pensate a tabacchi e alcol che in tutta Europa sono settori liberalizzati, oggi non rinegozi solo con l’Italia quindi ma con i principio europei che non possono esistere limiti quantitativi tra scambi, a meno che non lo decidi. Si aprono così opportunità di impresa a San Marino e il rafforzamento della presenza industriale a San Marino.
Abbiamo fatto approfondimenti sul
settore bancario-finanziario, un protocollo che darà finalmente accesso al Mercato finanziario europeo alle nostre imprese e anche potrà portare qui nuovi player in condizioni che non alterino l’esistente ma lo aiutino a crescere. E si è cercato di affrontare le politiche sociali, nel documento vedrete aspetti sule tema fondamentale delle pensioni e del riconoscimento delle prestazioni pensionistiche. Potremo considerare gli anni universitari e gli anni di lavoro all’estero e anche la risoluzione del problema di arruolamento di medici italiani che non vengono a San Marino senza riconoscimento degli anni di pensione, cosa che oggi si supera.

Vado alle conclusioni: abbiamo cercato di produrre qualcosa che aiuti il dibattito oggi, ma al di là del dibattito di oggi e delle discussioni sull’Odg, credo ci si debba prendere l’impegno di cominciare a lavorare partendo magari dalla commissione Affari esteri, da un documento programmatico che sia da testimone al prossimo governo e alla prossima legislatura, che dica dove sono le aree macro su cui intervenire nell’ambito dell’attività di implementazione. Io vedo aree, come il tema della libera circolazione personale in cui ci sono ancora tante paure, anche se abbiamo spiegato il sistema delle quote, ma anche sul tema dei servizi finanziari, noi abbiamo 10 anni per implementare tutto, possiamo decidere di non fare neinte o spingere su un settore o altro..abbiamo tutte le opzione ma siamo noi a dover dire che sistema finanziario vogliamo, se no, noncriusciamo a capire l’impatto del protocollo su di noi .

Il tema organizzativo è fondamentale, non dovremo cambiare l’assetto istituzionale o l’organizzazione complessiva della Pa, ma qualche intervento lo dovremo fare, non potremo recepire e traslare ogni singolo atto europeo. C’è un tema legato al fatto di avere una governance dell’implementazione, chi le deve fare, come gestire il tema delle Authority, non potremo creare ‘enne’ enti. Queste decisioni strategiche ci permettono di entrare nei termini di discussioni che preparino il terreno. Questo lavoro di programmazione è il punto di partenza per la prossima legislatura, su quale poi si può lavorare, al di là della ratifica.

William Casali, Pdcs: Ringrazio il Segretario Beccari e tutto lo staff che si è impegnato per questo importante passaggio. Penso che il desiderio del Segretario e tutti membri sia quello di dare maggiori informazioni possibili a tutta la cittadinanza ed è quello che si chiede. Ovvio, le informazioni sono stante ma il rispetto dei passaggi per accordi di questo genere richiedono step istituzionali per cui non è possibile offrire subito tutta una serie di informazioni formali di accordo. Ma quello che si sta facendo è cercare di dare comunque tutte le informazioni possibili per chiarire al massimo nelle sedi istituzionali e non, e lo si sta facendo con la massima dedizione ed è innegabile per tutti quanti. Non voglio entrare nel merito di aspetti particolari. Possiamo portare avanti qualche dubbio perché non penso che tutti i cittadini si sentono di attraversare questo cambiamento in modo sereno. Il nostro Paese e in questa fase cruciale per il suo futuro ed è ovvio qualche perplessità e paura ci sarà, ma sono paure legate al cambiamento. Accetto sicuramente e sono convito della proposta del Segretario di iniziare ad avere un approccio più pragmatico e spiegare gli effetti e la necessità di implementare le norme relative all’accordo, ritengo sia una proposta intelligente e permette di calarci in aspetti più pratici e di passare meglio le informazioni, sarà questo un impegno da portare avanti per anni. Invito a guardare l’accordo togliendo paure e guardando a tutte le opportunità che ci potrà offrire.
Giuseppe Maria Morganti, Libera
L’accordo di Associazione supererà gli effetti della Convenzione con l’Italia del 39 che ha condizionato la nostra vita politica per tanto tempo. Immaginiamoci che svolta epocale ci impone. Oggi la crisi che si respira nelle relazioni europee determina anche lo stato un po’ di inquietudine che la nostra popolazione può esprimere . Lo stesso Mario Draghi ha dichiarato che l’Europa è un po’ il vaso di coccio dei due grandi vasi di ferro che sono Cina e Usa, è quindi un vaso di coccio che deve essere rafforzato e deve reagire nella situazione in cui è ora, che può schiacciarlo. In questo San Marino potrebbe dare anche il suo contributo e qualche input. E’ vero, vogliamo associarci, ma anche rafforzare l’idea nata a Ventotene da principi di solidarietà.
Negli anni il percorso di avvicinamento all’Ue è stato difficile a San Marino, il referendum aveva detto ‘sì’ all’ adesione, ma all’epoca avevamo necessità di raggiungere il quorum che si sfiorò, ma non si raggiunse. C’è stata poi la grande decisione, anche su spinta dell’Ue, per il percorso di associazione, mi sembra una buona decisione anche alla luce del fatto che vi sono almeno tre contatti periodici, quello politico, tecnico e parlamentare, che possono essere momenti di dialogo. Condivido la proposta del Segretario per cambiare approccio e discutere su effetti e opportunità dell’accordo sulla nostra economia. C’è il rammarico per la non apertura della trattativa per il riconoscimento di aiuti e contributi europei, su questo fronte qui penso uno sforzo maggiore possa essere fatto per l’accesso diretto ai fondi, al di là di quelli legati a progetti compartecipati, sarebbero importanti per lo sviluppo di San Marino.

Il primo grande risultato dell’Accordo è sicuramente quello del riconoscimento internazionale di San Marino, per aspetti più sostanziali rispetto a quelli ‘folcloristici’ cui spesso è legata oggi la nostra immagine, già questo vale la firma del trattato. Abbiamo ancora problematiche aperte, ho detto quella dei fondi, ma anche quelle delle merci, il problema del T2 è uno dei temi centrali da affrontare dal Comitato Misto, è un passaggio importantissimo perché ci troviamo nella condizione di libera circolazione delle merci ma non potremo vivere appieno questa condizione fino a che ci sarà il T2, è necessario superare questo scoglio quanto prima. Altro scogli è quello finanziario per la nostra Repubblica che non potrà accedere al sistema europeo finché non siano implementati gli Accordi Basilea 2 e 3 e ne passerà di tempo, ma è interessante capire come nell’accordo finanziario si possano estrapolare settori che possono essere immediatamente operativi. Sotto profilo strategico concordiamo sul fatto che dobbiamo iniziare a lavorare sull’applicazione dell’accordo nella nostra realtà e per farlo non c’è solo l’azione normativa, ma anche culturale e organizzativa. C’è una Pa da adeguare alla nuova realtà e non sarà facile. Ribadisco la proposta fatta da Libera, non dimentichiamo che deve esserci un nucleo in cui le progettualità debbano svilupparsi e non possiamo escludere nessuno, primo fra tutti le forze politiche, sociali, economiche e culturali del Paese. Alcune forze politiche parlano già di governo tecnico, ma un accordo per la governance potrebbe essere proprio nella commissione mista che avevamo istituito e che ha lavorato bene, almeno sotto l’aspetto di informazione reciproca. Emanuele Santi, Rete
Siamo qui a dire che il 12 dicembre scorso è stato chiuso il negoziato, oggi sono passati un mese e 7 giorni e non si pup avere il testo dell’accordo per mille ragioni. Invece Andorra l’ha già pubblicato. L’Udp che fissava per oggi il Consigio è stato fatto 9 giorni fa, ma noi arriviamo solo dopo il riferimento del Segretario ad avere il materiale documentale predisposto dalla Segreteria, non va bene. Noi ci siamo detti disponibili sul comunicare cosa c’è scritto nell’accordo e su cosa ho da dibattere, dopo che ho avuto solo 20 minuti per guardare queste 40 pagine di slides? Io ci sto per l’approccio pragmatico, ma qui non si può nemmeno avere il tempo per capire le slides. Il rischio poi è che diciamo anche delle ‘pattaccate’ …A pagine 20 leggo che il monopolio di Stato di Aass su gas ed energia durerà fino al 2030. Per dare una corretta informazione, vorrei ci dicesse cosa succederà dopo il 2030. Finisce il monopolio dell’ Aass? Vorrei capire cosa significa.
Altra cosa, anche se questo dibattito è del tutto inutile, io sono favorevole sulla questione della trasparenza dei registri societari e dell’interconnessione dei vari registri europei, ma vorrei capire il governo come si pone. Perché su questo tema i colleghi Righi e Gatti non sono proprio allineati, ancora oggi il nostro registro delle società non comunica fuori. E allora, il governo poterà avanti questa cosa bellissima come è riportato dall’accordo?
Nicola Renzi, Rf: Quello che dice Santi potrebbe avere fondamento, io però vorrei parlare di altro, come della proposta di Pdcs e Libera, io penso non sia quello l’approccio da tenere sull’accordo, non penso sia la Commissione mista la sede giusta per fare gli approfondimenti successivi e cercherò di fare anche io una proposta a fine intervento . Vorrei poi impostare l’intervento parlando più ai cittadini che a noi in Aula. Prima proposta concreta: chi crede nell’accordo ha il dovere e il compito di andare in mezzo ala gente e cercare di rispondere a eventuali preoccupazioni e paure che i cittadini possono avere, cercando di infondere speranza. Su questo non sono disposto a stare a giochini politici, intrallazzi e critiche strumentali. Sono convinto ci sia qualcosa di più importante che è il riuscire a portare a termine questo accordo. Se da qui al testo definitivo poi vediamo che ci sono cose macroscopiche che non vanno, sarò il primo a dire che su quei temi non si è riusciti a raggiungere gli obiettivi fondamentali per la Repubblica, ma io non credo. Oggi dire ‘no’ all’accordo vuole dire precludere i rapporti con l’Ue e i rapporti bilaterali con tutti gli Stati membri Ue. Inutile che si pensi che si possano fare accordi strategici con Italia e Francia etc. anche dopo aver detto ‘no’ all’accordo Ue, perché la risposta sarebbe quella che riceviamo oggi, ovvero ‘è materia di competenza europea’. Se qualcuno pensa non sia così, lo dica e chiarisca carta alla mano, ma sono convinto di quello che dico perché l’ho provato sulla mia pelle da ex Segretario di Stato e penso così sarà, giusto per far capre in che isolamento drammatico cadremmo. Quindi se qualcuno ha altre proposte, le tiri fuori, anche se penso sarebbe dovuto venirle a dire prima.

I rischi? Io non sono preoccupato do rischi e imposizioni Ue ma piuttosto: a) dalla nostra capacità di reazione b) e dalla nostra capacità di sfruttare l’acquis comunitario. Vuole dire che non bastano esperti, come quelli che hanno condotto il negoziato, dobbiamo fare un grosso lavoro di adeguamento di tutto il comparto Pa e lo dobbiamo fare in maniera convinta. È un adeguamento non solo numerico ma qualitativo e formativo. Nel sistema bancario è stata data soddisfazione, ma la politica sarò in grado di dire che l’assessment è da farsi non tra 15 anni, ma al più presto per avere un sistema bancario libero? A me non interessano rendite di posizione, ma i posti di lavoro e che i risparmi di sammarinesi e non solo siano al sicuro. La politica è in grado di mettersi d’accordo? O dobbiamo stare qui per aspettare 15 anni e mantenere lo status quo? Rf ha fatto una proposta semplice sul sistema bancario-finanzario, dobbiamo costituire una task force con gioani esperti sammarinesi che non lavorano a San Marino, li vogliamo chiamare e spediamo per investire sul nostro futuro? Altra decisione politica da prendere: se procedere subito alla ratifica o fare un percorso più dilazionato, ragioniamo insieme e prendiamo una decisione. Poi bisogna fare un documento programmatico. Se questa legislatura ha un ultimo senso, lavoriamo in Commissione esteri per stabilire un vero e proprio documento programmatico che dimostri la volontà delle forze politiche ad impegnarsi anche nella prossima legislatura e anche in quella dopo.
Lorenzo Bugli, Pdcs
Anche io mi unisco ai ringraziamenti del Sds Beccari e dello staff coinvolto, anche per la documentazione consegnata, sì, forse le tempistica non è delle migliori. L’’accordo di associazione è una fase che deve vederci tutti impegnati, non c’è un piano B, è quindi una fase costituente perché deve ridisegnare completamente anche San Marino, perché abbiamo necessità di cambiare paradigma. E come ogni fase costituente, deve vedere al tavolo anche chi vede le cose diversamente, è necessaria ampia visione di scenario e mettere giù le regole. E deve vedere il coinvolgimento dei giovani, di nostre professionalità che lavorano all’estero. Abbiamo necessità di avviare un percorso chiaro, ridisegnare le istituzioni significa anche rivedere i processi, come quelli decisionali, che ci vedono ancora lontani dall’Ue. Diventa importante ridisegnare modelli in determinate tempistiche, come richiesto dalla negoziazione ma non solo, per rivedere modalità di approccio politiche e decisionali e accelerare i tempi richiesti. Questa fase costituente deve farci cambiare mentalità. E’ il mio uno spunto al dibattito e non mi dilungherà, oggi la politica ha un ruolo centrale e non può pensare di usare l’accordo Ue come giochino per le alleanze, è una fase nuova che deve vedere tutti al tavolo. E auspico una comunicazione più strutturata per la popolazione, per poter comprendere con noi quello che San Marino in questa fase costituente ha bisogno di fare.
Marica Montemaggi, Libera:L’accordo in se e per se sarà un volume di principi e un testo giuridico, la trasposizione di questi principi investe noi, la politica, che più di tutti dobbiamo avere il compito di parlare alla cittadinanza e quello che è fondamentale oggi è sì sgomberare e dissipare dubbi e perplessità, perché lo scetticismo che c’è che è soprattutto ideologico e non deve prevalere sull’applicazione concreta dell’accordo. Dobbiamo essere consapevoli nell’assumere decisioni fondamentali. La questione delle tempistiche è importante, se come politica ci fermiamo alla firma ed entrata in vigore dell’accordo, ma poi non siamo in grado di essere pienamente operativi nell’applicazione, rischiamo di subire l’accordo e i mille ostacoli. Prendiamo per esempio il settore bancario-finanziaro. Abbiamo certamente necessità di un tempo per implementare il settore, ma il periodo- che può anche essere di 10 anni- non deve essere tale. Altra questione sulla circolazione delle merci e il superamento del T2 si prevede un protocollo per sviscerare le argomentazioni, dobbiamo essere molto concreti nel superare gli ostacoli.
Gian Matteo Zeppa, Rete: Cosa deve fare la politica? Nessuno ne ha parlato. In questo comma c’è anche l’Odg di Rete che chiede di portare la pubblicazione del testo integrale dell’accordo, con allegati, in una data già scaduta e l’implementazione delle informazioni sull’accordo alla cittadinanza, e questo è un mandato della politica, non del Pdcs, di Libera, del Psd etc. il mandato è quello di parlare chiaro a cittadinanza. Questo è un atto di alto governo che può unire le persone e far capire a chi ha timori che forse sono infondati o potrebbero essere rivisti e corretti, ma se ci si comporta come diceva Santi, in questa maniera, quando ci sono avuti tanti giorni per dare la documentazione, è un problema. Non cerchiamo giustificazioni tendenziose, in questo momento dalla maggioranza si è cercato di fare giochini politici illegittimi. Negli approfondimenti portati dal Segretario ci sono vari aspetti su cui discutere, è ora di metterli in cantiere e di manifestarli a cittadinanza. C’è un punto che trovo difficoltoso da accettare, ossia l’acquisizione di immobili da parte di persone fisiche non residenti a San Marino sarà liberalizzata. Io credo ci sarà ancora pericolo di consumo del territorio per le costruzioni. E’ uno dei tanti punti.
Infine, faremo un ottimo servizio oggi se con quell’Odg, che può essere sottoscritto da tutti, magari aggiornando la data, l’Aula non si ponga nella maniera negativa di fare barricate perché lo ha presentato Rete.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it