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Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 17 gennaio – pomeriggio

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:17-01-2024 19:28
Ultimo aggiornamento:23-01-2024 12:04

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SAN MARINO – Il Consiglio Grande e Generale riparte nel pomeriggio con l’ultima istanza rimasta da esaminare, la n 33 per l’introduzione di norme che regolino l’utilizzo degli smartphone e dei social network da parte dei minori” su cui si apre un partecipato dibattito e che, alla fine, viene approvata a larga maggioranza. In particolare, l’istanza, presentata da un gruppo di insegnanti di scuola media, chiede di “avviare una discussione politica sul tema, ad esempio tramite l’attivazione di un tavolo di lavoro, con l’obiettivo di 1) arrivare alla stesura norme che regolino l’utilizzo di smartphone e dei social da parte dei minori; 2) adottare misure che consentano alla cittadinanza di essere sempre più informata sui problemi legati all’uso degli strumenti tecnologici nell’età dello sviluppo. Da parte del governo viene espresso orientamento favorevole all’istanza e si conferma la volontà di avviare un tavolo con esperti come richiesto. L’istanza viene quindi approvata con 28 voti a favore, 2 contrari e un astenuto.

L’Aula passa poi ad affrontare il comma successivo dedicato alla Ratifica del Decreto-Legge e dei Decreti Delegati: via libera a 5 decreti non scorporati, mentre sono espresse critiche da parte dei consiglieri di opposizione per il posticipo del decreto n.157 “Aggiornamento dei coefficienti di trasformazione e rivalutazione per i trattamenti pensionistici a regime contributivo”, che viene rinviato alla prossima seduta per esigenze degli uffici, come spiega il Segretario di Stato per la Sanità, Mariella Mularoni. In particolare dall’opposizione fanno notare che su questo decreto pende la decadenza perché in scadenza. Si comincia così con l’esame del decreto legge 179 “Proroga alle disposizioni relative al permesso di soggiorno provvisorio per l’emergenza in Ucraina”, in cui Rete presenta un emendamento per riportare il limite precedente, per la concessione dei permessi di soggiorno provvisori, a 130 unità (invece che 110 unità, come previsto nel testo). Da parte del Segretario di Stato Mularoni viene espressa condivisione per l’emendamento di Rete che viene accolto all’unanimità, così come all’unanimità avviene la ratifica del decreto.
Si apre quindi il dibattito sul
Decreto Delegato n.149 “Criteri e procedure per la costituzione, l’accreditamento e l’insediamento di Istituti di Istruzione Superiore” con cui, come spiega la relazione del Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, Andrea Belluzzi, “si vanno a disciplinare le norme, le procedure e i limiti secondo cui in San Marino può essere svolta l’attività di Istituti superiori privati”. Ed è il passaggio che segue “l’aver conseguito con la Legge Quadro sul Sistema universitario sammarinese, il definitivo accreditamento nell’Area dell’istruzione superiore europea (EHEA) della formazione universitaria sammarinese”. Da parte dei consiglieri a livello bipartisan c’è apprezzamento per il decreto che liberalizza l’istruzione superiore e aumenta la possibilità dell’offerta formativa universitaria sammarinese, anche se i consiglieri di Libera e di Rete pongono attenzione, i primi in particolare sul sistema di accreditamento, i secondi sulla necessità che non vi siano contributi pubblici per gli istituti privati, e i due gruppi anticipano la presentazione di emendamenti in merito. Dalla maggioranza il consigliere Pasquale Valentini infine pone la lente sull’università statale sammarinese affinché alla stessa siano riconosciuti i requisiti richiesti dall’accreditamento europeo. Con il termine della seduta pomeridiana, il dibattito sul decreto viene sospeso e riprenderà in seduta notturna.

Di seguito un estratto del dibattito sull’istanza d’Arengo n.33.


Comma 6. Istanze d’Arengo:

Istanza n. 33per l’introduzione di norme che regolino l’utilizzo degli smartphone e dei social network da parte dei minori”./ Istanza approvata con 28 voti a favore, 2 contrari, un astenuto.

Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per l’Istruzione: Credo che questa istanza, che è una denuncia che parte da chi vive tanto tempo con i giovani, come gli insegnanti, in un contesto in cui loro stessi hanno adottato norme e si impegnano ad educare i giovani al rapporto con questi strumenti, sia da tenere ancora più in considerazione proprio perché viene dal mondo della scuola. È vero, ci sono molti paesi europei che si stanno attivando, si è parlato nel testo della Francia e ora che il ministro dell’educazione francese è diventato primo ministro sicuramente porterà avanti queste iniziative in modo ancora più forte. E se ne parla anche nel dialogo che c’è nelle sedi istituzionali multilaterali, Consiglio d’Europa in primis, dove è nata una sede di valutazione, che considera l’Ia, tema collegato a questo. L’istanza in particolare chiede una cosa precisa, ovvero che la politica si faccia carico di una regolamentazione, ma a partire da uno studio e da una riflessione, ed è da cogliere. Infatti come Dipartimento istruzione abbiamo già preso contatto con i concittadini in ruoli apicali in grandi gruppi che si occupano di economia digitale, proprio perché occorre un confronto con chi ricopre ruolo di educatori ed esperti, dove si rappresenta anche la sanità , le istituzioni e l’aspetto normativo e punitivo- abbiamo infatti parlato anche di cyber bullismo e pedopornografia- il gruppo di lavoro deve avere un approccio olistico al problema. Gli istanti chiedono una normativa, ma penso serva anche il rilancio del rapporto con le famiglie perché possiamo mettere anche i divieti di vendita ai minori, ma se poi un telefono lo compra un genitore…il problema è quindi creare dialogo e dare sostegno alle famiglie nell’approcciarsi a questi strumenti nei fatti. E’ una sfida difficilissima, ma è doveroso che la politica se ne prenda carico di quello che in maniera seria ed equilibrata viene richiesto.

Massimo Andrea Ugolini Segretario di Stato per la Giustizia: Per aggiungere solo qualche riflessione. Da parte del governo il parere è favorevole all’istanza, scritta da docenti della scuola media che pone attenzione all’Aula su un tema che va affrontato in modo molto responsabile da parte della politica e delle istituzioni perché riguarda la crescita dei minori. Abbiamo già affrontato questa tematica anche subito nel post pandemia, in Commissione I, con l’audizione del Dipartimento socio sanitario per approfondire l’aspetto su come le tecnologie avvicinino le persone, ma al tempo stesso stiano mettendo in difficoltà i rapporti tra le persone ed è un aspetto che si accentua ancora di più nella parte che riguarda i minori. Sono stati elencati nell’istanza i pericoli che possono riguardare i minori. Potremo essere un paese precursore per arrivare alla stesura di normative che possano tutelare i giovani che usano la tecnologia. E’ dovere della politica che si fa responsabilizzando le famiglie, il sistema scolastico e socio sanitario e anche l’aspetto extra scolastico, come l’ambito sportivo.

Denise Bronzetti, Npr: Le problematiche elencate non toccano solo famiglie o ragazzini che hanno una scolarizzazione medio-bassa, non è così, oggi da questa problematica è toccato ogni ceto e nessuno può sentirsi esente e l’impegno per affrontarle deve essere corale. Segretario, a quel tavolo bisognerà che lei trovi il modo di invitare- lo dico come battuta- anche le famiglie e i genitori, spesso sono loro la causa di quello che accade ai propri figli, perché con troppa leggerezza gli si danno in mano mezzi senza limitazione e controllo. Ben venga l’istituzione di un tavolo di confronto, o anche un forum, e anche in questo senso San Marino può essere pioniere di uno studio e dell’individuazioni di strumenti che possono evitare danni, su cui si stanno concentrando anche altri Paesi.

Matteo Rossi, Npr: In avvio dibattito le considerazioni fatte sono condivisibili e credo sia giunto il momento di intavolare anche nel dibattito pubblico questo tipo di ragionamento. Sono modalità che nelle famiglie, e anche nei gruppi di bambini piccoli, stanno diventando abitudine, l’uso di smartphone e tablet è ormai visto come una normalità. Tralasciando poi i rischi che si possono correre di manipolazioni e persino di pedopornografia… lo dico con autocritica perché tendiamo sempre a minimizzare. L’istanza la ritengo puntuale e rileva una deriva in qualcosa che difficilmente può essere arginato. L’istanza va recepita perché ci consente di riflettere e intervenire.

Lorenzo Bugli, Pdcs: Anche io seguo in scia i colleghi che hanno espresso apprezzamento e ringraziamento all’istanza che porta un tema che sollevai già nel 2017, ovvero il problema della smartphone-dipendenza nelle scuole, e spero il prima possibile si avvii un tavolo per pensare una norma che risolva il problema. Non siamo mai arrivati a un punto di sviluppo su questo problema annoso dello smartphone nelle scuole, si parla di mezzi che, invece di aprire un mondo, sempre più isolano bambini e ragazzi con le patologie citate nell’istanza. Già molti Paesi stanno mettendo le basi per creare accessi limitati allo smartphone, soprattutto in orario scolastico. In nord Europa sono già 5 anni che si sviluppano corsi di educazione al corretto utilizzo di smartphone all’interno delle scuole che riguardano soprattutto il coinvolgimento delle famiglie.

Gian Matteo Zeppa, Rete: Sono un po’ basito da questo dibattito, soprattutto per il buonismo e per il non realismo sulle abitudini di chi è intervenuto. Io vedo nell’istanza, e soprattutto nella parte della richiesta, una denegata responsabilità familiare ed educativa. Io non ricordo in passato che avevamo norme statali per limitare il tempo i cu s stavamo davanti alla televisione, lo ‘smartphone’ per i bambini di allora. Lo Stato non può surrogare alla responsabilità delle famiglie. Io vedo la tendenza alla deresponsabilizzazione del ruolo fondamentale della famiglia, quello chiamato all’educazione. Per questo resto basito dalla posizioni espressa dai Segretari.

Pasquale Valentini, Pdcs: L’intestazione dell’istanza dice che è scritta da docenti e nasce dall’esigenza di trovare soluzioni all’emergenza educativa e sociale ormai insostenibile. Il problema degli smartphone è inserita in questo contesto, gli insegnanti lanciano l’appello allo Stato, ma sono d’accordo con il consigliere che mi ha preceduto, il primo appello evidentemente è alla famiglia. E’ evidente che di questa esigenza di educazione bisogna che ne parlino insieme scuola e famiglia. La prima questione è che i primi interlocutori siano loro. La prima questione da porsi è che, per parlare ai ragazzi, gli adulti siano consapevoli delle pericolosità degli strumenti, e per me non lo siamo pienamente. Lo Stato può fare qualcosa, non prevaricando autorità e responsabilità della famiglia. Perché c’è una legge che dice che non posso dare a un 18enne un auto con una certa cilindrata? Perché riconosco una certa pericolosità e come Stato sono intervenuto. Lo Stato deve intervenire per evitare che ci si faccia male. Quindi si può intervenire anche per rendere gli adulti più consapevoli dello strumento. Poi famiglie e scuole devono trovarsi alleati. Bisogna trovare un orizzonte più largo in cui mettere non solo regole, ma per fare in modo che i ragazzi siano attratti da qualcosa di più affascinante.

Alessandro Bevitori, Libera: Stiamo sostanzialmente diventando tutti schiavi di questa informatizzazione. Di sicuro ci dovranno essere regolamenti e disciplina e invito la Segreteria competente a farsi promotrice per dare le giuste direttive e linee guida, abbiamo applicazioni in cui vengono attribuiti i compiti a casa dei nostri giovani, per esempio. Io voterò favorevolmente l’istanza ringraziando i promotori per l’opportunità che ci danno.

Mirco Dolcini, Dml: Le problematiche delle conseguenze nocive per l’uso degli smartphone sono note, certo va criticato non lo strumento in sé, ma il suo uso distorto e il tema non è banale. Ha ragione chi dice che il primo educatore è la famiglia, ma a volte anche i genitori fanno errori, sgridano i figli, ma sono i primi a fare un uso eccessivo del cellulare dando un modello negativo. Anche quando la famiglia riesce a imporre una disciplina poi, quando il ragazzo va in ambienti ‘contaminati’, con ragazzi che usano in maniera distorta il telefonino, gli sforzi dei genitori diventano praticamente inutili. In questo senso,se lo Stato può intervenire, è bene che intervenga, per questo Dml voterà a favore dell’istanza, chiaramente al tavolo tecnico non può esserci solo la politica, ma anche persone esperte in educazione e sviluppo psicofisico degli adolescenti. Ad esempio, io reputo che una idea possa essere quella di vietare l’uso dei cellulari nelle aule e vietare di portare il cellulare proprio nelle scuole. E serve una legge condivisa, studiata con esperti per evitare che certi ambienti, dove i giovani passano larga parte del loro tempo, certi strumenti devono essere eliminati.
Nicola Renzi, Rf
Da subito dico che sono d’accordo con l’istanza e le proposte operative che vengono indicate nella sua conclusione. Vorrei fare però alcune osservazioni ulteriori, non possiamo pensare che la tecnologia in senso generale sia ostacolo agli apprendimenti. E lo dice chi pensa sia necessario il libro cartaceo, e non possa essere sostituito tout court dal tablet, d’altro lato non si può disconoscere che certi supporti informatici, per fare certe cose, sono necessari e sono strumento di potenziamento nell’apprendimento, pensiamo all’ausilio per gli studenti con Dsa. O al registro elettronico, che quando è stato introdotto ha suscitato mille polemiche, ma se pensiamo alla fase di lavoro con il covid, sarebbe stato difficile mantenere contatti scuola -famiglie, poi whatsapp può essere utilizzata anche per comunicazioni scolastiche e non rappresenta un problema. Intelligenza artificiale, altro tema che impatterà sulle nostre vite, spero in bene, ma certamente anche decuplicando i rischi ai quali siamo quotidianamente sottoposti. Difficile stabilire poi qual è età gusta per immergersi in un mondo che amplifica le opportunità, ma anche rischi. Quindi lo smartphone sta diventando sempre di più uno strumento pervasivo della vita delle famiglie e dei bambini. Fermamente importante è il ruolo della famiglia. All’intero della famiglia- che sia tradizionale o monogenitoriale- il ruolo è di guida nei confronti di un ragazzo che si sta formando e che per prima ha la responsabilità di passare certi messaggi sull’uso di questi strumenti e magari di limitarne l’utilizzo. Voteremo favorevolmente per la partenza di un grande lavoro da fare, tanto normativo quanto pedagogico-educativo e sociale.
Marica Montemaggi, Libera: Credo questi insegnanti vogliano non tanto porre i problemi sull’uso degli smartphone, nella scuola. All’interno della scuola ci possono essere strumenti che gli insegnanti e la direzione possono intraprendere nel controllo dell’uso degli smartphone da parte degli studenti. Quello che ci stanno dicendo con l’istanza è che avvertono un problema non solo di formazione, ma sociale, dell’uso di smartphone e per quello che comportano nella vita dei ragazzi e che percepiscono anche in un ambiente scolastico. Il fatto che siano insegnanti della scuola media a presentare l’istanza deve farci suonare un campanello di allarme, che già in età preadolescenziale questi comportamenti sono molto presenti e diventano disagi da risolvere. Ci chiedono aiuto nel potenziare consapevolezza e strumenti per giungere al risultato.
Grazia Zafferani, Gruppo misto: Si parla di mezzi- cellulari e reti di connessione- che recano gravi danni ad adulti e nei bambini anche peggiori. Oggi si sa che i telefonini fanno male alla salute, psicologica e sociale, con il loro ‘cattivo uso’. E’ un problema ampio, culturale e sociale e anche di indirizzi politici sull’innovazione e sulla tecnologia. Concordo con l’intervento del Segretario e con molti dei miei colleghi che una riflessione la vogliamo fare, anche se l’indirizzo del mercato e della tecnologia ci può aiutare, vediamo infatti per esempio l’uso di diverse app utili, come registro elettronico, per la scuola stessa.
Michela Pelliccioni, Dml :È una istanza che lascia le maglie larghe, indicando la necessità di un tavolo per approfondire il ruolo genitoriale nell’era digitale. Sono favorevole all’introduzione di regole, per esempio all’uso del parental control ai cellulari intestatari ai minori. Poi ci sono attività da sostenere sul nuovo modo comunicare con la digitalizzazione- penso al podcast sulla storia sammarinese- altre da limitare, per questo parlo di parental control per l’accesso a siti che hanno contenuti che i bambini non possono comprendere. Si è discusso di un’età adatta all’utilizzo di smartphone per quanto difficile sia definirla. Per il tavolo di lavoro siamo assolutamente favorevoli, voteremo a favore dell’istanza.
Alessandro Rossi, Gruppo misto: il tema della tecnologia, e degli strumenti che ci danno la possibilità di ampliare le sfere di competenza e di comunicazione con altri soggetti, è un tema importantissimo e va sviluppato perché crea anche molti rischi, come quelli elencati nell’istanza d’Arengo. Cercare di limitare con la disposizione di normative è da fare, e per questo l’istanza avrà il mio sostengo ma occorre capire come le attività di intervento su questi strumenti sia difficoltosa e come trovare strade ed enunciare principi per diminuire i rischi sugli utilizzi impropri di questi strumenti. Ben venga la regolazione iniziale, investire in formazione e che si possano monitorare algoritmi per ridurre l’uso degli adolescenti e dei soggetti deboli. E’ una emergenza che esiste, ma con formazione, regole e conoscenza si possono limitare i danni.
Roberto Ciavatta, Rete: Anche da parte mia due parole un po’ fuori dal coro. Il terreno mi sembra molto delicato, è più di un’ora che discutiamo della necessità di vincolare e porre limiti normativo all’uso di strumenti tecnologici, d’altra parte i compiti richiesti ai ragazzi sono sempre più richiesti fatti al computer ed è contraddittorio con chi invece ha bisogno di chiarezza assoluta . E se mettiamo il divieto all’uso del cellulare e poi becchiamo un ragazzo che invece lo usa, cosa succede? Noto sempre più spesso che ragazzi, anche finite le scuole superiori, avranno letto 10 libri nella loro vita e solo perché obbligati…così come la scrittura a mano…sono tutti elementi che la scuola deve dare, non può introdurre lo strumento elettronico e dire che poi è un problema. Una volta avevamo un diario in cui scrivere i compiti ed eravamo noi a doverceli ricordare. Oggi i compiti sono messi in un’applicazione e sono i genitori che dicono ai figli di farli. Vi immaginate poi che un gruppo di ragazzini non sappia arginare il parental control? E’ il genitore che deve insegnare che certi siti sono da evitare e che c’è tempo per delle cose e tempo per altre. Genitori, nonni, zii hanno un dovere nei confronti dei loro figli e nipoti, non si può deresponsabilizzarli.

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