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Al Policlinico di Milano un interprete Lis per le future mamme sorde

L'iniziativa è gratuita e nasce dalla collaborazione tra il nosocomio lombardo e l'Ente Sordi Milano

Pubblicato:16-04-2024 13:50
Ultimo aggiornamento:16-04-2024 13:50

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ROMA – Per ogni donna che si appresta a diventare mamma la gravidanza rappresenta indubbiamente un momento speciale, unico. Da dicembre dello scorso anno le future mamme sorde che partoriscono al Policlinico di Milano possono contare su un servizio di interpretariato pronto ad aiutarle per tutto il percorso della gravidanza.
L’iniziativa è gratuita e nasce dalla collaborazione tra il nosocomio lombardo e l’Ente Sordi Milano. “Dalle visite agli esami di controllo programmati, dal corso pre-parto ai colloqui con l’anestesista fino alla nascita del bambino- spiega all’agenzia Dire la professoressa Irene Cetin, direttrice dell’ostetricia del Policlinico di Milano– durante i nove mesi le future mamme sorde possono essere assistite da un interprete della lingua dei segni, che si affianca all’ostetrica e al ginecologo“.


Per far vivere la gravidanza in modo più sereno l’ospedale prevede inoltre corsi dedicati allo yoga, alla corretta alimentazione in gravidanza e agli stili di vita. “A questo servizio- prosegue- tutto il personale coinvolto, dalle ostetriche ai medici fino alle direzioni, ha risposto con grande sensibilità. Questo perché siamo sempre più coscienti del ruolo che il medico e l’ostetrica hanno con le proprie pazienti, soprattutto nel percorso nascita, e dell’importanza della comunicazione tra medico e paziente. Un percorso che coinvolge non solo la mamma ma anche il futuro papà”.
“Perché spesso- evidenzia Cetin- in queste coppie entrambi i genitori sono sordi ed è possibile che anche il loro bambino lo sia. Una situazione, dunque, molto delicata, in cui è necessario dover comprendere davvero i bisogni della paziente, al di là della presenza di un traduttore”.

LE VIDEO PILLOLE INFORMATIVE

Sul portale del Policlinico di Milano sono riportati utili consigli in forma di video pillole informative, nella lingua dei segni, in inglese e in spagnolo, che spiegano i punti del percorso nascita. Tutto questo con a fianco l’interprete della lingua dei segni.
La direttrice dell’ostetricia del Policlinico di Milano tiene a precisare che “non si tratta solo di leggere quanto riportato dal sito della nostra struttura, perché queste donne sorde possono chiedere, interloquire e comunicare con il personale sanitario anche durante i corsi di preparazione al parto, che vengono svolti insieme alle altre future mamme che non hanno bisogno del supporto del servizio di interpretariato. E per chi vuole c’è anche la possibilità di rivolgersi allo psicologo“.
La comunicazione, dunque, già di per sé importantissima durante il parto, diventa fondamentale per le donne che hanno problemi di udito. “Una donna sorda che sta per diventare mamma deve avere un maggiore controllo della situazione- sottolinea Cetin- perché la comunicazione non è così semplice. Se ci sono rischi genetici, la coppia riceve consulenze genetiche proprio per capire se si corra o meno il rischio che il bambino possa essere sordo. Anche se, paradossalmente, la comunicazione è più faticosa per una mamma normoudente che avrà un bambino sordo, proprio perché deve imparare tutto“.
“E anche per noi medici- precisa- la difficoltà maggiore sta proprio nella comunicazione: dobbiamo avere la possibilità di parlare con la futura mamma e certamente aiuta il supporto di un interprete della lingua dei segni, che dovrà creare con la paziente un vero e proprio rapporto di empatia. L’interprete, di fatto, è il tramite tra il medico e la futura mamma sorda”.
Irene Cetin ricorda che “siamo comunque pronti ad affrontare queste difficoltà, che si presentano anche quando in sala parto assistiamo donne extracomunitarie, che da noi sono il 30% delle partorienti. Alcune capiscono l’italiano ma molte no. In questi casi chi ci aiuta è molte volte il marito della futura mamma, che spesso parla la nostra lingua. Se questo non è possibile subentra la mediazione culturale. Dunque per noi la comunicazione è fondamentale”.
E comunicare nel migliore dei modi con chi sta per partorire non può che fare bene proprio alla donna e anche al bimbo. “È infatti stato dimostrato- informa Cetin- che lo stress, l’ansia della mamma aumenta il rischio di patologie come il parto prematuro o il bambino che non cresce bene. A queste donne dobbiamo dare grande tranquillità in un momento, come quello della gravidanza, che non è esente da rischi, anche in pazienti che non hanno alcun problema di salute”.
“E noi medici e ostetriche- conclude- dobbiamo far capire loro che il momento del parto ha certamente momenti positivi ma non può essere esente da momenti potenzialmente negativi: ci deve essere un giusto equilibrio nel comunicarlo, dando loro la certezza che possono sempre contare su di noi in quel meraviglioso momento che è la nascita di un bambino“.


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