NEWS:

Laura morta all’ottavo mese di gravidanza per un malore: l’ipotesi dell’emorragia cerebrale

Una donna di 37 anni è morta a Pistoia all'ottavo mese di gravidanza a causa di un malore: tra le ipotesi c'è quella dell'emorragia cerebrale, ecco quanto può essere frequente

Pubblicato:20-02-2024 12:28
Ultimo aggiornamento:20-02-2024 12:28
Autore:

pistoia laura porta morta gravidanza
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

(Foto da Facebook)

ROMA – Sul profilo Facebook le foto romantiche della dolce attesa. Il pancione in primo piano e sullo sfondo le luci del Natale. E poi quella con il piercing e il bacio del compagno e i sorrisi di un amore nato nel lavoro, lei infermiera in carcere e lui guardia carceraria a Prato. L’attesa di un 2024 che si annuncia splendido con l’arrivo del piccolo Andrea. Una favola che si spegne domenica sera con un malore che uccide Laura Porta, 37 anni infermiera di Pistoia, all’ottavo mese di gravidanza. Per il piccolo, trasferito al Meyer di Firenze, la situazione è stabile ma molto grave, come fanno sapere dall’ospedale. Tra le cause del malore fatale, a quanto risulterebbe, un’emorragia cerebrale.

“UN EVENTO RARO IN GRAVIDANZA, A VOLTE ASSOCIATO A MALATTIE SISTEMICHE”

“L’incidenza esatta dell’emorragia cerebrale materna durante la gravidanza può essere difficile da determinare per la varietà delle cause e della relativa rarità dell’evento. Proprio recentemente ci si sta occupando di tali terribili eventi. La dottoressa Teresa West dell’università di Helsinki ha appena concluso uno studio collaborativo internazionale su 9 ospedali universitari, che avevo potuto visionare prima della pubblicazione, e dimostrava che su 49 casi di emorragia endocranica materna solo la metà era avvenuta in gravidanza e l’altra metà durante il peripartum e il puerperio. Ebbene il 35% delle donne presentava una malattia sistemica, come la preeclampsia, l’eclampsia o HELLP (emolisi, aumento degli enzimi epatici, sindrome delle piastrine basse); un altro 31% aveva una lesione vascolare strutturale; e l’ultimo 30% circa un’eziologia indeterminata. Ovviamente la mortalità materna è salita, fino al 21% e un altro 20% delle sopravvissute presentava una disabilità significativa soprattutto quelle con malattia”.


GIORLANDINO: “EMORRAGIA PUÒ SOMMARSI A PATOLOGIE PREESISTENTI”

Claudio Giorlandino, ginecologo, segretario nazionale dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine e direttore del centro scientifico Altamedica, interpellato dalla Dire, commenta quella che sembrerebbe esser stata la causa della morte improvvisa di Laura e che ricorda altri drammatici casi simili. “Nel momento di tale emergenza è necessario, innanzitutto, porre una corretta diagnosi e poi cercare subito la sede dell’emorragia– spiega il professore- specialmente differenziarla tra quelle più esterne, come la subaracnoidea e quelle endocerebrali che impattano la prognosi. L’emorragia subaracnoidea è in genere dovuta a rottura di un aneurisma cerebrale. In tali casi spesso si può scambiare per una eclampsia. Invece purtroppo la casistica narra di un maggior numero di emorragie cerebrali per cause diverse, tra le quali le importanti crisi ipertensive che, però, sono pericolose soprattutto se la gestante ha problematiche preesistenti, in genere non conosciute, come gli aneurismi congeniti o le malformazioni artero-venose (MAV) che sono connessioni anormali tra arterie e vene nel cervello che però possono dare sintomi e poi possono sanguinare durante la gravidanza a causa dell’aumento del flusso sanguigno e delle modifiche della pressione sanguigna. Ovviamente escluderei che, alla gestante, non fossero state riconosciute quelle patologie sistemiche che, secondo le osservazioni di Teresa West debbono essere attentamente valutate come una ipertensione, lesioni vascolari congenite sintomatiche, l’angiopatia amiloide o la malattia di Moyamoya che talvolta si presenta proprio come emorragia intracerebrale durante la gravidanza soprattutto se la donna era trattata con dosi non giustificabili di anticoagulanti”.

Peosegue poi Giorlandino: “Molto meno richiamate in letteratura, per tali eventi drammatici, sono le coaguloptie da predisposizione genetica, alle quali si tende a dare troppa importanza. Nei casi suddetti, invece, l’uso eccessivo, o improprio, di anticoagulanti– precisa Giorlandino- può esserne la causa scatenante soprattutto se si sottendono altre patologie congenite o acquisite come anche, soprattutto se su usano anticoagulanti senza reale bisogno. Insomma, il nostro tragico caso rimane tra quelli imprevedibili che solo un attento esame potrà poi chiarire quale fosse la condizione anatomica o funzionale che ha predisposto la madre a questa tragica ed ingestibile complicanza”.

“LA GRAVIDANZA È UN RISCHIO DI PER SÈ, NON DIMENTICARLO”

La gravidanza di per se stessa è un rischio, non va dimenticato“, continua ancora l’esperto, che ricorda come anche un distacco di placenta, evento raro ma che accade, possa determinare la morte della mamma. D’altro canto “va precisato che in Italia controlliamo benissimo” questo rischio connaturato alla gestazione. Lo dicono i numeri e i livelli italiani rispetto ai Paesi Europei. “Infatti- continua il professore- mentre le statistiche ufficiali sulla mortalità a livello nazionale su base settimanale da 28 paesi europei o regioni subnazionali, supportata dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), variano di un fattore quattro, da 2,7 e 3,4 per 100.000 nati vivi in Norvegia e Danimarca a 9,6 nel Regno Unito e 10,9 in Slovacchia, in Italia invece il dato è attualmente molto più basso. La decrescita è iniziata da 11 a 8,3 decessi ogni 100.000 nati vivi nel periodo 2011-2019. La riduzione è dovuta essenzialmente alla grande attenzione delle nostre gestanti al loro stato di gravidanza ed alla superiore preparazione dei nostri medici e delle nostre ostetriche nei reparti di maternità”.

IL CORDOGLIO SU FACEBOOK

Una statistica contenuta che però ha inghiottito Laura e il suo bambino, lasciando sgomento: un buio che sul social non è ancora arrivato. Lì è tutto fermo a ieri. “Si era laureata nel 2021 a 36 anni. Si era quindi immatricolata a un’età più grande del solito. Laura- ha raccontato alla Dire David Nucci, presidente dell’Ordine degli infermieri interprovinciale di Firenze e Pistoia che era stato suo docente e la conosceva bene- era molto impegnata nel volontariato e soprattutto le interessava il tema dell’emergenza. Aveva fatto corsi di perfezionamento e stava frequentando un master su questo. Di recente era in graduatoria per il concorso. Aveva lavorato in carcere a Prato lì dove aveva conosciuto il compagno, guardia carceraria. Ci siamo sentiti pochi mesi fa, era in salute e la gravidanza era stata serena. Era una persona che ha lasciato il segno, tutti i colleghi sono vicini”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it