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Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 16 gennaio

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:16-01-2024 11:55
Ultimo aggiornamento:22-01-2024 15:57
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SAN MARINO – Il secondo giorno della sessione consiliare riparte dal dibattito molto partecipato al comma 4, avviato ieri, relativo alla ratifica degli Accordi tra governo e sindacati sui contratti della Pa. Concluso il dibattito, cui erano iscritti ad intervenire in 52, tra consiglieri e Segretari di Stato, si è proceduto alla Ratifica con 42 voti a favore, 2 astenuti e un non votante dell’ Accordo per il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro del Pubblico Impiego, per il triennio 2022-2024, quindi via libera anche al secondo accordo, con 36 voti a favore e 8 non votanti, l’Accordo per il rinnovo del Contratto di lavoro del personale salariato Aaslp 2022/2024.

L’Aula ha poi affrontato il comma 5, con l’esame in seconda lettura del Progetto di legge “Norme a tutela dei soggetti affetti da Fibromialgia”, presentato dalla Segreteria di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale, condiviso a livello bipartisan e approvato senza voti contrari (42 voti favorevoli e un non votante). E’ infine iniziato l’esame delle istanze d’Arengo: due quelle discusse e approvate entrambe all’unanimità prima della chiusura della seduta: l’istanza n. 2 affinché si trovi una soluzione che consenta di reperire loculi presso il Cimitero di Faetano, e l’istanza n.26 “per l’installazione di dispositivi per la riduzione della velocità dei veicoli in Via del Passetto a Fiorentino”.

I lavori consiliari riprenderanno domani mattina.


Di seguito un estratto del dibattito sulla Ratifica degli accordi tra governo e sindacati sul rinnovo dei contratti Pa e la relazione unica del Pdl “Norme a tutela dei soggetti affetti da Fibromialgia”, del consigliere Aida Maria Adele Selva , Pdcs.

Comma 4. “Ratifica Accordi Governo/Organizzazioni Sindacali”:

a) Accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo di Lavoro del Pubblico Impiego per il triennio 2022-2024/ ratificato con 42 voti a favore, 2 astenuti e un non votante.

b) Accordo per il rinnovo del Contratto di Lavoro del Personale Salariato AASLP 2022/2024 / ratificato con 36 voti a favore e 8 non votanti 8.

Eva Guidi, Libera: L’accordo è un passo avanti che dopo 12 anni ha portato a un passaggio necessario. Quando si parla di contrattazione viene in mente tutta la parte economica del contratto, senza considerare tutte le parti qualificanti che vanno contrattate nei momenti di rinnovo, assumendo ulteriore valore. Gli aumenti retributivi non sono l’unico aspetto ma sono da considerare: da un anno e mezzo continuiamo in Aula a parlare del fenomeno leggermente invisibile dell’inflazione, che con un’azione permanente e continua comporta una importante perdita del potere di acquisto per i lavoratori dipendenti. Dal 2010 al 2023, se volessimo calcolare sulla base degli indici Istat il valore di perdita di potere di acquisto, le percentuali si aggirano dal 25 al 28%. I lavoratori dipendenti hanno perso in pratica una mensilità. E’ quindi un aumento, quello previsto dal rinnovo, che non riesce a compensare né la perdita degli ultimi dieci anni, nè quella dell’ultimo biennio. Tuttavia, considerando la situazione della nostra Repubblica, è un riconoscimento che va effettuato, un primo passo anche in altri aspetti positivi: riduzione del precariato, forme di flessibilità importanti e riconoscimenti basati sul merito, anche se al momento questi ultimi restano solo sulla carta.

Milena Gasperoni, Npr: Dopo tanti anni in cui l’amministrazione pubblica era rimasta indietro e non aveva rinnovato i contratti, voglio congratularmi con il Segretario Berti e i colleghi Segretari che hanno collaborato a portare alla chiusura dell’accordo, e tutti coloro che hanno lavorato tanto intensamente per la chiusura di questa turnata contrattuale. Sono contenta anche per la modalità in cui il contratto è stato chiuso, disegna una Pa che cambia, che da autoreferenziale negli ultimi anni ha visto tanti cambiamenti, una evoluzione importante che parla di servizio, diritto dell’utenza, che parla di trasparenza. La Pa ha fatto in questi anni grandi passi avanti e ci siamo allineati con le amministrazioni più avanzate. Con la chiusura del contratto si introducono anche nuovi concetti applicati alla Pa e alla gestione dell’amministrazione pubblica. E si fa ancora più importante proprio perché siamo alla vigilia della firma dell’accordo di Associazione co l’Ue, che vedrà la Pa molto impegnata, una protagonista nella messa in atto di normative che ci permetteranno di allinearci ai più avanzati paesi europei.

Paolo Rondelli, Rete: Uno strumento per chi, come me e chi mi ha preceduto, dirige Unità operative del pubblico impiego, dovrà diventare strumento applicativo quotidiano. Obiettivo perseguito in questa legislatura fin dall’inizio: l’allora Segretario di Stato Tonnini ha lavorato alla prima fase della trattativa, insieme all’ Avv. Canti, e poi si è proseguito con il Segretario di Stato Berti. Si è fatto un buon lavoro di insieme, un buon esempio in cui nei passaggi tra Segretario di Stato uscente e entrante si è lavorato bene, senza puntare a bandiere e bandierine.
Bene la possibilità di premiare il merito per dipendenti che si mettono in gioco più di altri,

Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura: Questo accordo ha attraversato 3 Segretari agli Affari Interni, il suo negoziato è un unicum e lo dico per ringraziare chi ha finalizzato in tempi brevi l’accordo, ma anche per dare merito che l’avvio del negoziato lo ha portato avanti la collega. Molto è stato detto, intendo dare un messaggio: ieri sera si è parlato dell’ Allegato 2 con l’intento negativo di gettare discredito sulla possibilità di essere rappresentativo da parte del sindacato. C’è un vento sottile nell’andare a demolire il tema della forza del negoziato. Dalla mancata approvazione dell’allegato 2 c’è solo un perdente ed è la categoria oggetto di quell’intervento, quei dipendenti sono rimasti sudditi, mentre gli altri hanno acquisito diritti. Non sono stati posti aut-aut alla controparte, in ogni momento si può tornare al tavolo del negoziato, tenendo acceso davanti a sé il tema della valutazione e del merito. Non è una partita chiusa, l’approccio del congresso di Stato non è mai stato quello di imporre condizioni, ma di condividere obiettivi e quello della valutazione era un obiettivo condiviso da tutti Se lo si vuole mantenere, il tavolo è ancora aperto.

Matteo Ciacci, Libera: Si è arrivati a un punto importante, il primo punto da analizzare è quello dell’inflazione. Da mesi lo continuiamo a dire che l’inflazione picchia duro e sul monte salari complessivamente abbiamo perso qualcosa come il 10-15% del potere di acquisto dei nostri salati. Il rinnovo al rialzo delle retribuzioni, il 6% in tre anni, dà una iniziale risposta. Ci sono aspetti più aziendalistici introdotti che vanno sottolineati. Positiva la novità della Cassa integrazione che può essere richiesta nei momenti in cui vi sia causa di riduzione del mercato e anche le decisioni più aziendalistiche che devono essere prese dal dirigente.

Maria Luisa Berti, Npr: Mi associo alla soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo per cui le diverse parti contrattuali lavoravano da diverso tempo e finalmente si è riusciti a perfezionarlo, un impegno condotto da parte del governo, primo fra tutti del Segretario agli Affari Interni, ma anche dalle parti sindacali. Già è stata evidenziata la particolarità di fare in modo che la forbice tra pubblico e privato sia ridotta e si possano trasferire nel settore pubblico approcci lavorativi del privato, apprezzabili e migliori rispetto quella che era la struttura del lavoro ‘vecchia’ nel settore del pubblico impiego. Si caratterizza una duplicità di interventi, in primis di carattere economico, per avere una sorta di adeguamento al maggior costo della vita. Al consigliere Guidi replico in ordine al fatto che bisogna tenere bene a mente che nel pubblico impiego non ci sono rischi di perdita lavoro, a fronte delle difficoltà economiche del datore di lavoro. Poi ci sono novità sul profilo regolamentare, un approccio basato sulla maggiore attenzione al merito e alla flessibilità e per garantire maggiormente gli utenti.

Andrea Zafferani, Rf: Questo accordo è stato un elemento di realismo che va apprezzato. Vi era il rischio che le elezioni vicine portassero ad altro. Segretario, so che lei è molto attento agli aspetti formali, lei nel suo intervento ha dato conto delle principali novità introdotte, ma non mi sarebbe dispiaciuto avere anche una relazione esplicativa. A noi restano dubbi su quello è stato evidenziato sulla stampa da alcune categorie di lavoratori della Pa: ovvero hanno evidenziato situazioni per cui hanno richiesto ulteriori integrazioni. Parto dall’Allegato 2 degli insegnanti, che è stato stralciato, e mi sentirei di chiedere cosa il governo intende fare, se sta negoziando un altro Allegato 2, o ha ritenuto di regolamentare la questione in altra maniera. C’erano punti di grande criticità del testo, sottolineo un aspetto che vale per tutta la Pa, quello della valutazione. Gli insegnanti avevano evidenziato un sistema valutazione tutt’altro che effettivo e premiante. Impostare un sistema di valutazione efficace è importante, ma siamo molto lontani. Altri temi di criticità erano legati al periodo di maternità. Ma senza fare l’elenco di situazioni critiche, chiederei al governo come intende trattare questi argomenti. Poi alcune difficoltà son state evidenziate dagli Ooss del Casale La Fiorina, che si occupano del sostegno degli anziani, difficoltà sui periodi di riposo. E anche gli autisti dell’Aass denunciano inerzia rispetto le loro richieste. Chiedo come intende affrontare le situazioni sospese per insegnanti, autisti di Aass e Ooss.

Alessandro Rossi, Gruppo misto: Nell’ultimo anno e mezzo l’aumento retributivo era un fatto dovuto, con l’aumento dell’inflazione, dopo anche il mancato rinnovo contrattuale per lunghi anni, le percentuali di rivalutazione però sono, a mio avviso, prudenziali. Leggendo il testo dell’accordo emerge come obiettivo principale una certa velocità di conclusione. Di fatto le novità dell’accordo più importanti- valutazione dei dipendenti, cassa integrazione guadagni e fondo per la valutazione, differenziazione dell’orario di apertura – sono anche procrastinati a contrattazioni successive, in particolare la valutazione di dirigenti e dipendenti rispetto cui poi non si tiene nemmeno conto del giudizio dato dagli utenti sul servizio. C’è poi un controllo gerarchizzato e centralizzato che è un limite fortissimo all’innovazione e all’efficienza. Non è possibile che in un unico contratto si possa disciplinare ogni singolo servizio. Non c’è distinzione dei servizi, è una visione della Pa da affinare per dare anche maggiore soddisfazione per l‘impegno ad ogni singolo servizio.

Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato per il Lavoro: Mi unisco alle voci di apprezzamento che ho colto da parte di tutti per il lavoro di chiusura di un rinnovo contrattuale che ritenevamo necessario, dopo 12 anni di attesa e forse di più. In tanti aspettavano l’accordo tra governo e sindacati ed è un elemento di grande apprezzamento. E ringrazio il consigliere Elena Tonnini, che ha portato fin da inizio legislatura come Segretario l’avvio della trattativa, e poi il collega Berti che ha considerato la chiusura dell’accordo una priorità. Abbiamo raggiunto un obiettivo che si associa a un ulteriore fatto positivo per il Paese, va infatti a completarsi la stagione del rinnovo dei contratti sia sul fronte privato che pubblico. Sul privato manca solo la parte del rapporto contrattale del settore banche, per cui ci auguriamo arrivi quanto prima, ma di fatto chiudiamo la stagione dei contratti ed è una grande conquista per il paese. Le conquiste poi possono essere evidenziate nell’oggettività del rinnovo. Abbiamo introdotto il concetto di merito e valorizzazione delle competenze, il concetto di valorizzazione della capacità formativa delle persone, della mobilità e della capacità di crescita di carriera di un soggetto dipendente pubblico. Quindi aggiungo anche l’aver rinnovato il valore del rapporto tra datore di lavoro pubblico e il lavoratore dipendente pubblico. Al consigliere Zafferani: è vero ci sono aspetti che solo in ultimo hanno generato delle perplessità da parte di alcuni, perplessità di cui con stupore ho appreso in ultima battuta. La stagione è chiusa ma il dialogo deve rimanere sempre.

Michele Muratori, Libera: E’ giusto ricordare che questo contratto ha una genesi che parte da lontano, è il terzo segretario di Stato che ci mette mano e arriviamo alla definitiva versione che andiamo a ratificare e c’è la mia soddisfazione in questa prima risposta. Con l’erosione del potere di acquisto che si attesta intorno al 30% in ultimi anni, una risposta che va al 6% su tre anni è un prima risposta, non è sufficiente, ma può essere un punto di inizio di una discussione più ampia che riguarda tutti i contratti in essere. Ci sono elementi positivi in questa contrattazione e ringrazio tutti coloro che si sono seduti al tavolo. E’ un primo tassello di un percorso non concluso per tutti i lavoratori. Il mio sostegno alla ratifica.

Francesca Civerchia, Pdcs: E’ un accordo che interviene in maniera innovativa per migliorare la condizione lavorativa e di vita dei dipendenti, sono stati introdotti elementi innovativi quale la flessibilità oraria, permessi e reperibilità, con al centro la tutela del welfare. L’elemento però veramente innovativo e di cambiamento è l’introduzione del concetto di merito, è uno strumento che vuole premiare la fatica del dipendete, come avviene nel settore privato. La flessibilità oraria non è solo volta tanto a venire incontro alle esigenze dei lavoratori, ma anche per portare ad un ampliamento di orario di apertura degli uffici. Sono state fatte modifiche importanti che colmano il vulnus per professioni che hanno un ruolo chiave, come gli infermieri, fino ad oggi considerati al pari di diplomati, quando il loro percorso è quello di laurea, per cui si è definita una giusta retribuzione che consideri l’impegno di studio svolto. Così come giusto è il riconoscimento per il lavoro degli operatori socio sanitari. E’ un accordo che sarà fondamentale per il cambiamento di approccio per coloro che lavorano nel Pubblico impiego.

Gian Matteo Zeppa, Rete: Permettetemi di essere una voce fuori dal coro, mi sembra si stia enfatizzando una cosa sì necessaria, ma che forse dovrebbe fare ripensare alla nostra storia recente. Qualche consigliere ha rimarcato che un contratto è permeato da parte normative e retributiva.. Sappiamo che nei vari contratti del mondo del lavoro ci sono diverse parti in causa. Io mi sono avvicinato alla vita politica sammarinese quando il Comitato ‘rinnovamento e trasparenza’ propose nel 2007 un referendum sulla scala mobile, proprio per evitare di ridurre il potere di acquisto dei lavoratori che fa fatica ad andare di pari passo con l’inflazione. La lungimiranza del comitato era finalizzata ad evitare quello che sta accadendo adesso e non è una cosa legata a quel periodo storico ma ai cicli storici. Il referendum di allora fu contrastato da sindacati, Anis e da gran parte della politica. Quel referendum venne vinto per 7 mila voti, ma non arrivò al quorum e non se ne potè fare nulla. Tranne che nel 2012 la Cdsl tornò sui suoi passi e lo ripropose. La mia proposta: il Segretario ha detto si è chiusa la stagione dei rinnovi, però i corpi intermedi- sindacarti e associazioni datoriali- dovrebbero fare un grosso mea culpa e riuscire a scindere il contratto legato a parte economica e normativa. Nel commercio siamo riusciti ad ottenere un aumento del 5,5%in tre anni, tenendo ferma la parte normativa, perché era urgente la questione di aumento degli stipendi e si è indorata la pillola, perché nessuno dei contratti prevede un aumento che copre totalmente l’inflazione. Io non so se è un buon contratto o meno, ma credo che bisognerebbe essere maturi nel riuscire a fare valutazioni scevre da interessi di bottega. Sui diritti dei lavoratori e coloro che li rappresentano e con associazioni datoriali bisognerebbe fare lavoro più all’avanguardia perché se no rimaniamo con contratti che sono scaduti 4-5 e anche 10 anni, perché a qualcuno conviene lo status quo, non tenendo conto che la società evolve e molti aspetti dei contratti in essere non sono più attuali. Indipendentemente dalla stagione chiusa, bisogna ripensare i prossimi rinnovi contrattuali in maniera differente, tenendo conto che anche con l’accordo Ue il contesto sammarinese il contesto sarà differente.

Giuseppe Maria Morganti, Libera: Bisognerebbe che classe politica non dimenticasse che esistono tanti altri lavoratori, tutto settore dipendenti privati e lavoratori autonomi, due settori che si sentono sicuramente non privilegiati e la capacità di una classe politica intelligente dovrebbe essere quella di agire anche su altri settori con stesse volontà che hanno stimolato questo tipo di lavoro. Si è precarizzato rapporto di lavoro e dovremo fare in modo che stesse garanzie riservate a massa di lavoratori Pa possano essere calibrate anche per i lavoratori dipendenti privati, non è facile, ma questa intenzione dovrebbe essere sempre presente per chi opera anche ai tavoli di contrattazione della Pa e non sempre accade. Chiusura contratti Pa è sempre passo positivo e lo appoggiamo ma vorremmo richiamare attenzione anche su altre categorie, ai dipendenti privati vanno date e stesse garanzie se vogliamo società di uguali dobbiamo avere tutti gli stessi punti di partenza all’interno nostra Repubblica. Poi vorrei spezzare una lancia per gli autonomi, forse la categoria meno tutelata, chiaramente quelli che hanno meno capacità reddituali e che oggi si trovano nella fascia della popolazione più deboli del paese, costretti a tenere in piedi loro piccole attività senza capacità reddituali che consentono di farlo e noi li penalizziamo con interventi pesanti che riguardano su contribuzioni, con aumenti importanti previsti da ultimo decreto per esempio sulla solidarietà familiare. Soldi che piccole attività si trovano a dover pagare e ci chiediamo per sostenere cosa.

Riccardo Stefanelli, Pdcs: Questo rinnovo contrattuale rappresenta un elemento importante per il Paese, non solo per governo e Pa. E’ apprezzabile si sia raggiunto l’obiettivo in un clima di pacificazione, senza contrasti in particolare. Va fatto un plauso a chi ha portato avanti la lunga trattativa. Io volevo rimarcare tre elementi di novità nel rinnovo: il primo è il fatto stesso che sia stato firmato, la normalità era non farli, i rinnovi. Nel 2023 si sono chiusi invece tutta una serie di contratti, manca solo quello delle banche. Altro aspetto di novità è che questo non è un contratto normale, al suo interno sono stati esplicitati aspetti della riforma del 2011, è stato implementato un nuovo regime normativo e retributivo per i dipendenti ed è un fatto rilevante. E bisogna anche dire che si è arrivati al contratto sulla spinta di un fatto negativo, l’aumento di inflazione, la perdita di potere d’acquisto doveva essere corretta. Certo nessuno poteva immaginare di recuperarla nei valori in cui si era espressa in questi anni, anche per non alimentare la rincorsa aumento prezzi-salari. E’ significativo e importante che in questo contratto si sia definito quello che non era stato possibile definire negli ultimi 12-13 anni. Terzo valore di novità è il valore dato alla contrattazione, in passato i contratti del pubblico impiego avevano una differenza sostanziale dal privato: questi una volta depositati in tribunale hanno valore di legge. Per il pubblico i contastti andavano trasformati in legge, noi invece affrontiamo questo tema con una ratifica, senza bisogno dell’iter legislativo e anche questo equipara il pubblico e il privato e dà valore alla contrattazione. Altro elemento da rilevare: anche in questo campo abbiamo raggiunto una normalità con i rinnovi contrattuali. E abbiamo situazioni che metteranno alla prova la qualità del settore pubblico, ovvero l’accordo con l’Europa e la sua ricaduta sulla Pa, altro aspetto sono le innovazioni tecnologiche con gli influssi dell’Ia su aspetti amministrativi e su lavori di carattere concettuale. Poi sull’Allegato 2: tentava di risolvere il problema di reclutamento insegnanti e il fenomeno annoso del precariato. Questo allegato è stato fermato, anche secondo me conteneva aspetti eccessivamente penalizzanti e un po’ troppo spinti, ma a mio avviso l’impianto generale dell’allegato non era sbagliato. Invito a riprendere il discorso, se si riparte dall’impianto generale, depurato dagli aspetti più penalizzanti e ritenuti inaccettabili, può essere un elemento utile per risolvere questioni fondamentali.

Guerrino Zanotti, Libera: Il fatto che si sia raggiunto l’accordo, e che si sia sottoscritto il contratto collettivo di lavoro senza particolari contrapposizioni tra le parti, dà il segno di una maturità raggiunta dalle parti in causa che hanno raggiunto un compromesso onorevole per gli attori coinvolti. A distanza poi di 12 anni che non si raggiungeva un accordo per il rinnovo, credo sia un elemento di valutazione positivo e anche noi accogliamo favorevolmente la sottoscrizione. Andando un po’ nel merito di quanto si prevede nell’accordo, prima cosa è l’aumento retributivo di un 6% in tre anni. E arriva dopo 12 anni e in un momento in cui l’inflazione- nel 2022-2023- ha raggiunto vette che hanno compromesso il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti. Siamo consapevoli che il 6% in tre anni non ripaga e non permette di acquisire il potere di acquisto perso e dobbiamo rilevare che c’è del terreno perduto. Quindi c’è tutta la parte normativa che riguarda la flessibilità, sull’estensione dell’orario di lavoro anche il sabato mattina. Se di flessibilità si deve parlare infatti lo si deve fare considerando le esigenze familiari, diciamo che in questo senso le cose sono rimandate a una definizione più precisa. Sul nuovo regime retributivo: creerà distorsioni perché avremo dipendenti pubblici nello stesso profilo di ruolo che si vedranno retribuiti in modo diverso e anche con differenze sostanziali. E potrà creare problemi, una volta a regime. Questo aspetto arriva contemporaneamente all’adozione di un provvedimento che va a ridurre i tempi di precariato e in qualche modo si va a compensare questo gap.

Emanuele Santi, Rete: Il rinnovo contrattuale della Pa è stato tralasciato per oltre 12 anni e anche gli altri contratti siglati in questo ultimo anno e mezzo non erano stati rinnovati da molti anni. E tutto questo è apprezzabile ed è giunto dopo un lavoro di squadra. Visto il periodo, il tempo e le pressioni, quando si parla di Pa questo è stato un risultato minimo e indispensabile rispetto quello che si poteva fare. Dal contratto infatti sono state tolte tutte le parti più ‘brigose’ che potevano portare a perdita del consenso e sono state stralciate o rinviate. Le linee guida sui distacchi sindacali, per esempio, è un tema non affrontato. Probabilmente gli equilibri pre-elettorali non lo hanno consentito. Certo, è stato meglio comunque portare a casa l’aumento retributivo e rimandare al prossimo rinnovo le questioni più spinose. Nel 2025 si dovrà riparlare del rinnovo e in questo anno che manca si avrà la possibilità di trattare le questioni sospese. Alcune parti importati soo rimaste, quelle sulle valutazioni, la premiazione del merito, la questione dell’apertura sperimentale al sabato mattina degli uffici, la questione della cassa integrazione e di indennità di funzione, insomma ci sono elementi positivi ma restano dei temi nel cassetto che dovranno essere riaffrontati a breve.

Rossano Fabbri, Npr: Bene ha fatto l’Aula a compiacersi con il Segretario agli Interni che dopo circa 6 mesi dal suo insediamento, dopo 15 anni di lunga attesa, chiude una concertazione che ha dello straordinario in un momento storico come questo e rispetto presupposti che non sembravano poter far giungere a una trattativa così serena e produttiva. Da evidenziare sotto l’aspetto retributivo gli aumenti, e la percentuale del 6% spalmata su tre anni, che possono assorbire in parte la perdita del potere di acquisto delle famiglie. E specialmente, quello che più soddisfa, sono le ambizioni contenute nella parte normativa. Finalmente parlare di concetti come flessibilità avvicina sempre di più l’amministrazione all’efficacia, in linea con le aspettative che tutto il Paese ha. Ci aspettano sfide importanti per futuro e ci sarà bisogno di un’azione più efficace di quella messa in campo fino ad oggi. E non è solo l’approccio al mercato unico, ma sono tutte le sfide che ci aspettano. E poi finalmente il concetto di meritocrazia per un’azione più efficace della Pa.

Maria Katia Savoretti, Rf: C’è soddisfazione dopo 13 anni di lunga attesa per il rinnovo contrattuale. Più che una conquista però lo definirei un buon risultato, perché permangono perplessità. Alcune situazioni andavano gestite diversamente, invece si è continuato a fare come al solito, mi riferisco al contratto dei salariati Aaspl, dove il metodo è sempre quello delle regalie a qualcuno, a discapito di altri. Sul contratto Pa porto l’attenzione sulla questione delle valutazioni degli obiettivi, da parte nostra nessuna contrarietà nelle valutazioni, quanto sul metodo, che dovrebbe prevedere che chi fa le valutazioni degli obiettivi non possa essere lo stesso organismo che dà gli obiettivi, non sarebbe garantita imparzialità. Poi sull’Allegato 2: è una questione ancora aperta. Aveva suscitato grandi contrasti e Rf aveva espresso contrarietà sull’allegato che ha creato malcontento tra gli insegnanti dei vari istituti scolastici e fortunatamente è stato ritirato. Ma la questione è ancora sul tavolo del governo e il suo contenuto era inaccettabile. Ad oggi non ne abbiamo più sentito parlare e ci auguriamo il governo ci stia lavorando in modo più responsabile, tenendo in considerazione le osservazioni avanzate. E noi di Rf di proposte ne abbiamo date e siamo disponibili ad un confronto.
In merito invece dell’accordo per i salariati di Aaspl, devo contraddire i consiglieri che ieri sera hanno applaudito alla firma dell’accordo, forse non lo hanno letto in dettaglio. E’ un accordo portato avanti in modo non coerente, creando lavoratori di seria A e di serie B e che ha scontentato più della metà dei dipendenti dell’Azienda, tra cui gli stessi responsabili di settore che si sono trovati all’oscuro di tutto e beffati. Sono state concesse indennità economiche in maniera un po’ discutibile e con poca trasparenza a favore di alcuni settori a discapito di altri e non si capisce sulla base di quali parametri, senza considerare la categoria dei lavori usuranti.

Manuel Ciavatta, Pdcs: Il consigliere che mi ha preceduto ha evidenziato alcuni aspetti eventuali di criticità sul contratto, ma che possono ancora essere affrontati e che sono minimali rispetto la portata globale del contratto e di tutta l’evoluzione del percorso fatto dal 2022, già quando alla Segreteria Affari interni vi era Tonnini, ad oggi. Da una parte si mirava alla fine del precariato nella Pa, che ha portato a una stabilizzazione e a strumenti normativi che introducessero, come nel privato, che il precariato abbia un limite temporale, e che fosse insieme al nuovo regime retributivo previsto dalla riforma del 2011, ma che non era mai stato fatto sostanzialmente. Se 10-15 anni fa si sosteneva che vi era una forbice troppo elevata tra stipendi pubblici e privati, in favore dei dipendenti pubblici, il lavoro fatto in questi anni volge a sanare questa forbice. E questo penso sia il frutto più significativo di tutto il lavoro che ha mostrato in sé grandi capacità di chi lo ha affrontato sia da parte dell’amministrazione, sia delle organizzazioni sindacali, creando un clima positivo per la contrattazione di secondo livello che può aggiustare le parti non completamente soddisfacenti.

Mirco Dolcini, Dml: Finalmente dopo 12 anni siamo arrivati anche al rinnovo del contratto pubblico impiego per i salariati, sono stati introdotti elementi innovativi orientati ad efficienza e meritocrazia, all’aumento retributivo del 6% spalmato su tre anni, recuperando così due anni, e dal punto di vista di equità sociale e normativa. Dopo la ratifica,l’iter riconoscerà piena efficacia all’accordo, e la ratifica troverà sostegno da parte della nostra forza, Motus. E considero una ratifica a questo punto scontata, anche alla luce dell’approvazione di oltre il 70% dei lavoratori nei referendum delle assemblee indetti nelle aziende dai sindacati. C’è poi la spada di Damocle dell’impietosa inflazione, il cui impatto si è cercato di ridurre con aumenti retributivi, ma è una battaglia complessa, su cui non possiamo avere un controllo diretto. L’inflazione è infatti condizionata da fenomeni internazionali, purtroppo dalle guerre. Nel contenuto dell’accordo ci sono elementi importanti e anche rivoluzionari, come l’articolo 9, che permette la possibilità di sperimentare uno sportello aperto al pubblico al sabato e che introduce un servizio sicuramente utile per accedere agli uffici pubblici. Ci saranno sicuramente aspetti da migliorare e implementare con il nuovo contratto che speriamo non venga alla luce dopo altri 12 anni. Una riflessione: tra chi lavora nella Pa e nel privato ancora ci sono differenze, nella Pa non ci sono rischi di perdere occupazione legati a crisi economiche della stessa portata di chi è nel privato, in futuro sarebbe importante trovare una formula per privilegiare, a parità di merito e punteggio, l’assunzione nella Pa a chi appartiene a un nucleo familiare in cui non sono presenti dipendenti pubblici, per equità e sicurezza sociale

Denise Bronzetti, Npr: Mi unisoc anche io al plauso generale rispetto al lavoro portato avanti dalla Segreteria agli Affari interni, sotto responsabilità del collega Berti, e anche a tutti coloro che hanno contribuito alla chiusura positiva di un contratto la cui vacanza era oltre che decennale e anche quello che era stato il rinnovo ultimo, in realtà, non aveva considerato ampiamente la materia del pubblico impiego. Anche quel rinnovo derivava poi da una precedente vacanza contrattuale che derivava dal 2001. Certo è facile sparare sulla croce rossa, se è vero che per tanti anni la Pa ha rappresentato un serbatoio anche di voti, quindi spesso si è utilizzata in termini clientelari. Vero però è che la Pa negli anni si è fatta carico di tutta una serie di soggetti diversamente abili che difficilmente avrebbero trovato impiego nel privato ed è un problema che permane e nel contratto non si è potuto affrontare questo in maniera complessiva e definitiva perché è materia che ha bisogno di tavoli di confronto specifici. Ho sentito parlare di riduzione della forbice pubblico-privato. Non dimentichiamo che sono due concetti diversi, da una parte il settore privato persegue il ricavo, cosa che non può fare la Pa che offre servizi a cittadini e imprese. La famosa forbice può essere ricompresa sotto alcune tipologie e aveva sì la necessità di essere ridotta, ma in altri casi, mai quella forbice potrà essere ridotta a zero, perché si parte da due mondi che devono dialogare, ma non perseguono gli stessi fini. Mi piacerebbe poi confrontare- anche se qui non è il caso- le retribuzione dei più alti livelli tra pubblico e alcuni settori del privato, per esempio servizi e banche, perché spesso se ne parla senza dati alla mano.
Penso in una fase come questa, dove non si naviga nell’oro, ma dove bisogna considerare una serie di aspetti che hanno portato anche a ridurre il salario di accesso, forse allora si sarebbe potuto ragionare sul differente regime retributivo in cui stessi dipendenti, con stesse mansioni, sono invece retribuiti in modo differente e non è mai un aspetto positivo. Bene la parte riferita a flessibilità e valutazione dei pubblici dipendenti con una raccomandazione: che possa essere la più oggettiva possibile. Ben venga un po’ di meritocrazia dopo tanti anni di ingessamento nella Pa.

Francesco Mussoni, Pdcs: Oggettivamente è necessario fare i complimenti a governo al Segretario Berti per il lavoro svolto perché in pochi mesi è riuscito a raggiungere un risultato che è storico. In questo senso il lavoro è stato molto significativo e mancava da molti anni, questo non solo per la forma, ma anche per i contenuti. Come ha detto il Segretario e diversi interventi di maggioranza, sono stati introdotti elementi di grande novità: merito, flessibilità, part time, introduzione di diritti per congedi familiari e parentali che erano da aggiornare, possibilità di incidere negli orari degli uffici e di introdurre di fatto la Cassa integrazione. Sono sorpreso del lavoro e soddisfatto dal punto di vista politico, ci muoviamo nel solco del realismo politico, il governo si muove per una trattativa possibile. Un’altra parte di me non è del tutto soddisfatto, e da qui è un intervento personale non da capogruppo, perché in questo Paese abbiamo un concetto del posto fisso che va cambiato. C’è un tema che va declinato, rispetto al privato, quello del posto fisso e di presenza di molti nuclei famigliari che hanno un accesso diverso nella Pa. Il governo ha fatto un ottimo lavoro e ritengo che questi temi, debbano attenzionati dalla politica perché dal mio punto di vista sono temi di sistema. E’ il paese che deve essere riorganizzato dal punto di vista dei servizi e dell’equità rispetto altri settori. Questo accordo fa interventi moderni e va nella direzione di avvicinamento al settore privato, ma dal mio punto di vista siamo ancora lontani da un approccio moderno. Ciò non sminuisce il risultato e il lavoro fatto, che si muove nel solco del realismo, ma il lavoro da fare credo sia ancora molto, il mio è un invito a proseguire in questa direzione.

Gian Nicola Berti, Segretario di Stato per gli Affari Interni, replica

Ringrazio per le espressioni di condivisione e di apprezzamento per il lavoro svolto e per i contenuti del contratto. Il merito è di chi ci ha lavorato e, in primo luogo, dei tecnici che ci hanno lavorato, e con i sindacati abbiamo cercato di lavorare per mettere i dipendenti pubblici in condizione di lavorare al meglio e ci sono molti interventi che facilitano la coesistenza di impegni familiari con quelli lavorativi, ma in cambio abbiamo immesso dinamiche di meritocrazia che non sempre si sono avute nel settore pubblico. Nelle interlocuzione avute con il sindacato ho fatto presente che siamo in una contrattazione diversa, da tutte le altre, perché quanti siamo utenti dei servizi dell’amministrazione pubblica e noi stessi siamo beneficiari di una prestazione che cerchiamo sia sempre migliore. E sarà importante il passaggio con l’accordo di Associazione Ue che ci metterà a confronto con altre realtà sul fronte dell’efficienza e della professionalità e possiamo fare molto per renderci protagonisti di uno sviluppo positive.

Alcune risposte sono doverose. Ci sono punti che ancora non sono stati risolti, è vero, del resto è impossibile risolvere tutte le problematiche che ci siamo trovati davanti. Non siamo stati in grado di risolvere il problema di stabilizzazione dei precari della scuola, è vero, anche se avevamo trovato l’accordo con i sindacati, con un meccanismo in grado di sottrarre alla discrezionalità politica la possibilità di stabilizzazione. Questo metodo però non è stato accettato dai dipendenti pubblici. E mi è stato riferito che, nella votazione del sindacato sull’allegato- che non è stato accettato- risulta che non fossero tanto presenti gli insegnanti precari, quanto gli insegnanti che vorrebbero passare di grado dalla scuola media inferiore a quella superiore, senza quel concetto di valutazione del merito che per noi risulta particolarmente importante. Per noi quello del servizio educativo è importante e dobbiamo guardare non solo alle esigenze degli insegnanti, ma a quelle dei nostri figli e delle famiglie, e spiace questo allegato 2 non sia stato ratificato. Noi siamo ancora disponibili, ma sulle basi del merito e per creare strumenti che sottraggano alla mala-politica le stabilizzazioni, e che si possa così passare a un meccanismo per premiare gli insegnanti migliori.

Abbiamo posto poi le basi per risolvere problemi che risolveremo per Ooss e autisti. Non é stato possibile trovare un riconoscimento di ruolo secondo le loro aspettative, chiaro che la legge che sta alla base del pubblico impiego pone paletti entro cui devono stare tutti, senza eccezione per certe categorie, la regola generale è la stessa. E per quanto concerne il contratto dei salariati dell’Azienda dei servizi, qualcuno si è lamentato che questa indennità non sia stata data a nessuno. Certamente, noi non facciamo regalie, le indennità sono state date a chi si è reso disponibile a cambiare mansionario, da questo punto di vista però poi va detto che chi si lamenta è il marito di una di quelle persone che non ha ricevuto queste indennità. Come infine il consigliere Zafferani ha fatto notare, non abbiamo portato aumenti retributivi particolari, non abbiamo intenzione di prestare il fianco di chi voglia pensare che il rinnovo sia in chiave pre-elettorale, gli aumenti sono contenuti perché vicini a quelli ottenuti con i rinnovi privatistici.

Comma 5 Progetto di legge “Norme a tutela dei soggetti affetti da Fibromialgia” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale) (II lettura)

Relatore unico Aida Maria Adele Selva , Pdcs

Fin dal 1992 la sindrome fibromialgica è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con la cosiddetta Dichiarazione di Copenaghen, come malattia caratterizzata da dolore cronico diffuso ed è stata inclusa nella decima revisione dell’International statistica/ classification of diseases and related health problems (ICD-10), con il codice M79-7. La Sindrome Fibromialgica (SF) è una patologia cronica che colpisce circa il 2-8% della popolazione mondiale. La prevalenza è stimata al 2,22% (95% CI 1,36-3,19) in Italia, 5,8 % in Germania, 4,0% in Spagna, 2,2 % in Francia e 3,7% in Portogallo. La maggior parte dei pazienti con Sindrome Fibromialgica ha un’età compresa tra i 45 e i 65 anni, sono quindi persone nel pieno della loro vita lavorativa che viene fortemente compromessa dal dolore muscolo-scheletrico e da tutto il corteo di disturbi correlato alla patologia (astenia, disturbi del sonno, problemi cognitivi, sindrome ansioso-depressiva, disturbi intestinali e un ampio insieme di disturbi somatici e neurovegetativi). La diagnosi precoce e i trattamenti tempestivi e appropriati influenzano positivamente la storia della sindrome, con ricadute favorevoli a livello clinico, psicologico, sociale ed economico. A seguito dell’approvazione dell’Istanza d’Arengo n. 11 del 03/10/2021 nella seduta del 28 febbraio 2022, la Segreteria di Stato per la Sanità ha richiesto all’Istituto per la Sicurezza Sociale di fornire materiale utile alla discussione negli organismi preposti e precisamente nella “Commissione Consiliare Permanente competente” così come riportato nella delibera di approvazione dell’Istanza stessa . In esito al riferimento del Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale, la Previdenza e gli Affari Sociali, gli Affari politici, le Pari Opportunità e l’Innovazione Tecnologica, nella seduta del 11 gennaio 2023, nella Commissione Consiliare Permanente

Igiene e sanità, previdenza e sicurezza sociale, politiche sociali, sport, territorio, ambiente e agricoltura, si sottopone al Consiglio Grande e Generale il progetto di legge “Norme a tutela dei soggetti affetti da Fibromialgia” il quale mira a garantire un alto livello di tutela della salute, nonché a migliorare le condizioni di vita delle persone che sono affette da fibromialgia, malattia caratterizzata da dolore cronico diffuso associato a stress emotivo, disagio con limitazioni somatiche e psicologiche. La patologia ha una rilevanza importante a San Marino, così come in Italia e all’estero. La fibromialgia necessita di un approccio su più fronti: educazione, trattamento farmacologico e non farmacologico quale attività fisica, terapia cognitivo comportamentale e altri trattamenti non convenzionali. Il paziente fibromialgico necessita di uno stile di vita sano ed attivo che deve essere perseguito con impegno e costanza ed essere posto in atto autonomamente dal soggetto, il quale deve prendere consapevolezza ed inserire nella propria routine comportamenti attivi, come passeggiate all’aria aperta o altre attività motorie di bassa intensità come A.F.A. (Attività Fisica Adattata) anche in acqua. Con le premesse sopra esposte è stato elaborato il Progetto di Legge “Norme a tutela dei soggetti affetti da Fibromialgia” in cui all’articolo 1 sono definite le finalità, quali la diagnosi precoce della fibromialgia nonché la garanzia di adeguata tutela sanitaria. Inoltre è favorita la conoscenza della fibromialgia attraverso un continuo aggiornamento in merito a studi clinici, a ricerche scientifiche e a nuove opportunità di cura ed è riconosciuto l’associazionismo specifico e le attività di volontariato finalizzate a sostenere e aiutare le persone affette da tale malattia. All’articolo 2 è riportata la definizione di fibromialgia quale malattia caratterizzata da dolore cronico diffuso associato a stress emotivo, disagio con limitazioni somatiche e psicologiche. L’articolo 3 prevede in capo al Comitato Esecutivo dell’Istituto di Sicurezza Sociale l’individuazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (POTA) emanato direttamente dall’ISS e modificato in base all’evolversi della ricerca scientifica e delle nuove tecnologie che possono cambiare tempo per tempo. Si ribadisce che la spesa farmacologica è garantita agli assistiti ISS secondo quanto previsto dal prontuario farmacologico e che eventuali approcci extra farmacologici sono a carico del paziente.

Inoltre si sottolinea che tra gli obiettivi del POTA ci sarà l’inserimento di questa patologia, a fianco alle altre patologie croniche, nella cartella sanitaria del paziente, ai fini statistici e gestionali. La formazione del personale medico e di assistenza è l’oggetto di quanto previsto dall’articolo 4 che prevede che l’ISS predisponga idonei corsi di formazione, aperti anche alle organizzazioni di volontariato che si occupano della fibromialgia, da inserire nel programma nazionale per la formazione continua. L’articolo 5 prevede che l’ISS promuova la diffusione della conoscenza in merito agli ultimi studi e ricerche sulla fibromialgia. I dati inerenti la patologia fibromialgica sono pubblicati dall’ISS ogni anno sul proprio sito internet. All’articolo 6 sono previste Campagne di informazione e di sensibilizzazione al fine di diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi della malattia e promuovere il ricorso al medico di medicina generale per favorire una diagnosi precoce e corretta. L’articolo 7 fissa l’entrata in vigore della Legge. Eccellenze, Ili.mi Segretari di Stato, Ili.mi Consiglieri, in conclusione dell’illustrazione dei motivi e del contenuto del progetto di Legge “Norme a tutela dei soggetti affetti da Fibromialgia” confido che possa svolgersi un proficuo dibattito sui contenuti dello stesso, finalizzato al positivo accoglimento, da parte del Consiglio Grande e Generale .

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