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ROMA – Serve una struttura da campo per gestire l’emergenza. Contare su un punto di primo intervento e trasferire i pazienti in altri ospedali (quelli di Palestrina e Colleferro, che sono “distanti e non attrezzati”) non è sostenibile e non può essere la soluzione di fronte allo stop forzato dell’ospedale e del pronto soccorso di Tivoli, ko dopo l’incendio che si verificato nella tarda serata dell’8 dicembre. A dirlo è il Tribunale del malato di Tivoli, che quindi esprime una posizione opposta a quella del governatore Francesco Rocca che ieri aveva esplicitamente escluso l’ipotesi di una struttura sanitaria campale.
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“Non è sufficiente un punto di primo intervento e il trasferimento verso Palestrina e Colleferro. Distanti, e non attrezzati”, commenta il Tribunale del Malato di Tivoli all’agenzia Dire a proposito della gestione di questa fase di emergenza post-incendio. È stato stabilito infatti, prosegue, che “le patologie ‘tempodipendenti’ bisognerà spostarle su Roma, Umberto I, PTV, Pertini e all’occorrenza San Giovanni. Ma oggi come oggi un viaggio in ambulanza non garantisce la golden hour, e gli ospedali romani hanno purtroppo difficoltà già per loro stessi… A nessuno viene in mente di installare una struttura ospedaliera militare, da campo? E volendo sarebbero pure iperattrezzate”.
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