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Report della Commissione Esteri del 10 gennaio – mattina

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:10-01-2024 11:14
Ultimo aggiornamento:16-01-2024 11:17

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SAN MARINO – L’Accordo di Associazione con l’Ue è al centro della Commissione consiliare Affari esteri il cui comma, su proposta del Segretario di Stato Luca Beccari, condivisa dai commissari, viene affrontato in modalità pubblica e non segreta, come previsto dall’ordine del giorno. Per la prima volta, quindi, a microfoni aperti, il Segretario di Stato Affari esteri compie un riferimento generale sui temi dell’accordo, a seguito della conclusione delle negoziazioni. Sulle tempistiche della firma, il Sds Beccari conferma che “ci sono condizioni temporali per arrivare alla firma prima di marzo”. A seguire la ratifica che rappresenta, spiega, l’elemento di incertezza per via delle elezioni europee, previste in primavera. Mentre per San Marino, “se dovessimo andare in ordinaria amministrazione – assicura- teoricamente sarebbe possibile per il Consiglio Grande e Generale riunirsi per la ratifica”.

Il comma 6 sull’Accordo di associazione è avviato nella seconda parte dei lavori della mattina che si aprono invece al comma comunicazioni, in cui sono stati affrontati, tra gli altri, su richiesta dei commissari di minoranza, il tema del finanziamento per l’avioporto di Torraccia da parte del fondo saudita, così come la richiesta, avanzata da Gian Matteo Zeppa, di Rete, di rivedere i requisiti della residenza di un imprenditore oggetto di una interpellanza del movimento, che risulta debitore dello Stato.

Concluso il comma comunicazioni si è proceduto ad affrontare i punti successivi, relativi alla nomina di agenti diplomatici e consolari e ad accordi internazionali. Tra questi, in particolare, l’esame della Convenzione in materia di previdenza sociale tra la Repubblica di San Marino e la Repubblica Argentina, firmata a Buenos Aires il 25 agosto 2023 , su cui il Segretario Beccari ha espresso soddisfazione per la sua rilevanza. “Speriamo di concludere al più presto il medesimo accordo con gli Stati uniti che resta un obiettivo importante”.


Si è quindi aperto il comma 6 con il lungo Riferimento del Segretario di Stato in seduta pubblica sull’Accordo di Associazione con l’Unione Europea su cui si è conclusa la seduta. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno con il dibattito dei commissari. Di seguito un estratto degli interventi della mattina.

Comma n.1 Comunicazioni

Denise Bronzetti, Npr, presidente: Dobbiamo decidere come procedere per l’Odg sul contrasto alla violenza nei confronti delle donne, presentato in questa Commissione e sottoscritto dai gruppi, visto che è stato presentato un Odg sullo stesso tema poi condiviso e approvato in Consiglio. Chiedo ai proponenti come intendono procedere.

Daniela Giannoni, Rete: Penso di esprimere il parere di tutti i gruppi firmatari, essendo un testo uguale ripresentato e approvato in Consiglio, quello è superato in funzione di quello approvato in Aula consiliare.

Denise Bronzetti, Npr, presidente: quindi l’Odg è ritirato. Chiedo a Segretario e commissari se ci sono comunicazioni da riferire.

Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri:

Vorrei dire che, al di là delle notizie stampa, sul comma sull’Accordo di associazione con l’Ue abbiamo proposto la modalità in seduta segreta in continuità con quanto sempre fatto. L’attività negoziale è finita e non abbiamo strategie da preservare, siamo andati per consuetudine. Se deve passare il messaggio che si fa il comma in seduta segreta per non voler divulgare l’accordo, sono io il primo a voler tenere il comma in seduta pubblica. Non c’è problema. Da parte mia, massima disponibilità. Oggi nell’ufficio di Presidenza proporremmo il comma in seduta pubblica per il prossimo Consiglio Grande e Generale e i contenuti saranno i medesimi.
In tema di comunicazioni, ho partecipato agli inizi di dicembre alla ministeriale Osce tenuta in Macedonia con un’ampia partecipazione dei ministri degli Esteri dei Paesi che aderiscono all’organismo. Era presente anche la Russia e il clima è stato particolarmente teso e incentrato sui temi della guerra russo-ucraina. Però si è registrato un risultato positivo che fa ben sperare, si è trovato consenso unanime sulla prossima presidenza individuata in Malta che, con non poche difficoltà ha accettato, dovendo farsi carico di una presidenza importante con poco preavviso. Si è anche aperto, con la scelta di Malta, un retro-significato anche per San Marino. Non vi nascondo infatti che è stato fatto un sondaggio sui piccoli Stati come San Marino, Monaco e Andorra, per proporsi per questa presidenza e, visti i veti incrociati che ci sono oggi su certi Paesi, non è esclusa che questa possibilità non ci sia in futuro anche per San Marino. Emerge questa possibilità per i piccoli Stati che sono un’opzione in grado di mettere d’accordo un po’ tutti.

Il 25 novembre scorso ho avuto modo di incontrare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano, Alfredo Mantovano, in visita a San Marino per un evento privato. Abbiamo avuto modo di affrontare il tema dei rapporti San Marino-Italia, tra cui la collaborazione per l’aeroporto di Rimini e questioni amministrative, come le immatricolazioni dei veicoli e i trasferimenti di proprietà tra San Marino e Italia e il tema della collaborazione sull’accordo delle intercettazioni, l’incontro è avvenuto poco prima della visita del presidente Mattarella.
Ho avuto poi modo di incontrare il mio omologo ungherese, l’Ungheria avrà la presidenza Ue nel secondo semestre 2024 e potrebbe avere un ruolo nell’iter di ratifica dell’Accordo di associazione, in caso non sia ratificato prima e già il ministro mi ha garantito che farà il possibile se la firma non dovesse intervenire prima. Velocemente sulla visita del presidente Mattarella del 6 dicembre scorso, siete stati presenti, avete sentito le sue parole in quest’Aula, è stato un evento importantissimo che ha dato grande impulso alle relazioni dei nostri due Paesi. Approfitto invece per rinnovare i miei ringraziamenti a tutto il personale da dipartimento Affari esteri, ma anche a tutto il personale di Pa, Segreteria istituzionale, Polizia civile, Gendarmeria, e tutti gli enti coinvolti che hanno reso possibile la visita con grande professionalità. Terremo l’Udienza di ringraziamento il prossimo venerdì di tutti gli addetti ai lavori a riconoscimento del grande lavoro svolto.

Gian Matteo Zeppa, Rete: In questi giorni mi sono imbattuto in un articolo pubblicato su “il Fatto quotidiano”, in cui si riportava l’intervista di un certo globetrotter finanziario Mastaki, residente a San Marino- già socio dell’imprenditore russo Evseev, che acquisì la latteria San Marino a cui è stata tolta residenza avuta per motivi imprenditoriali– verso cui Rete ha fatto interpellanza. Il globetrotter finanziario nell’articolo si vanta di aver organizzato in Svizzera, a Davos, in un hotel 5 stelle, una mega festa, cui hanno partecipato anche politici e imprenditori italiani, per cui ha speso- sostiene- quanto servirebbe per comprare una casa e annuncia anche di voler fare investimenti a Roma. Eppure, dalla risposta all’interpellanza fatta, emerge che il globetrotter, che ha quote in diverse società sammarinesi, ha debiti con lo Stato. Non è bello ritrovare certe dichiarazioni sui giornali di un soggetto cui è stata concessa la residenza, sicuramente potendolo fare, e con debiti nei confronti del nostro Stato. Depositeremo l’ennesima interpellanza per vedere cosa questo globetrotter ha effettivamente a San Marino e per vedere quanto ha saldato dei suoi debiti. C’è forte idiosincrasia nel nostro Paese, ci sono imprenditori che hanno creato realtà virtuose e quelli che lasciano debiti e si vantano di organizzare eventi con propri denari che invece dovrebbero essere riversati a San Marino per ripianare i debiti con lo Stato.

Chiedo al Segretario di valutare se sussistono ancora criteri per cui ancora possa vantarsi di essere un imprenditore facoltoso residente a San Marino.

Visto che il Segretario ha parlato di aeroporto, vorrei sapere quale è invece l’intenzione sull’aviosuperficie di Torraccia, oppure se quello che si sente sono solo boutade di qualche altro segretario di Stato, che si vanta di aver sottoscritto anche con un delibera, un fondo arabo. Vorrei sapere se c’è una visione univoca con lo scalo ufficiale di Rimini e invece quale sia la volontà sull’aviosuperficie rispetto quello che si dice e non si dice.

Andrea Zafferani, Rf: Anche noi pensiamo che la seduta sull’accordo Ue debba essere pubblica, a meno che non ci siano riferimenti sensibili, ormai il testo è parafato e sarebbe bene cominciare a renderlo noto prima possibile. Su aviosuperficie e finanziamento arabo continuo a vedere due approcci diversi tra il suo, Segretario, e quello del Segretario Pedini. O fate il gioco delle parti o c’è qualcosa che non funziona. Addirittura risulta che il Sds Pedini si recherà a breve a Riad per una firma e ci sarebbe una delibera del governo per autorizzarlo, quindi si è ben al di là di una manifestazione di interessi. Sarebbe opportuna una risposta su come stanno le cose su questo finanziamento, se siete pronti a firmarlo, e chiederei dove è la copertura normativa.

Nell’ultima Finanziaria vi siete autorizzati infatti di fare ulteriore debito per 50 mln di euro per il roll over interno. Dove è allora la copertura normativa per fare ulteriore debito? In terzo luogo, la questione della destinazione. C’è ‘l’annuncite’ paurosa sull’aviosuperficie, una bandierina elettorale, ma è uscito il bando per manifestazioni di interesse sull’aviosuperficie a dimostrazione che ancora il progetto non c’è. E allora prendiamo un finanziamento prima di sapere cosa faremo? E se non arrivano poi manifestazioni di interessi? Ultima questione: tra qualche mese ci sono elezioni, sarebbe buona norma che il governo si astenga dal fare cose non urgentissime, che impegnano nei prossimi anni. Anche la tempistica per me è strana.

Giuseppe Maria Morganti, Libera: E’ giusto finalmente che tutto il Paese possa sapere le posizioni assunte da governo e Consiglio sull’accordo Ue.
Porto quindi l’attenzione sulle problematiche aperte in politica estere. Sulla guerra russo-ucraina: ci sono modifiche sostanziali dell’assetto che si riteneva dominante dall’inizio dell’invasione, che giustamente ha visto anche il nostro paese a difesa della sovranità di un Paese aggredito. Oggi la questione è più complessa, le fonti più autorevoli e le Cancellerie dei grandi Stati europei stanno giudicando questo evento come ormai ‘stabilizzato’, non è più una guerra di invasione. Abbiamo saputo che c’erano stati accordi di pace quasi siglati tra i due Paesi, poi disattesi perché alcune forze- una extraeuropea e gli Usa- hanno preferito non aderire a questa strategia che prevedeva un governo delle Regioni del Donbass quasi autonomo. Questo risale già a un anno fa ed è una cosa gravissima perché si sarebbero salvate tante persone e invece la guerra è continuata. In parallelo si registra il fortissimo incremento dei profitti dell’industria militare americana e inglese, si parla di 770 miliardi di profitti nella vendita di armamenti in questa guerra, è una cosa indegna su cui il nostro Paese deve farsi sentire. Sarebbe bene, alla luce di queste informazioni ed eventi, che il nostro Paese possa riflettere sulla propria posizione. Altra situazione gravissima è quella relativa alla Palestina, con l’invasione di un territorio- a Gaza- e con un genocidio che si sta perpetuando nei confronti della popolazione inerme e immagini strazianti che riguardano civili- bambini e donne- che vivono sotto i bombardamenti israeliani ingiustificati, e di questo la consapevolezza si sta estendendo e anche le posizioni del presidente Biden stanno cambiando, tanto da aver chiesto al governo israeliano di mitigare la propria violenza sulla popolazione inerme.

Daniela Giannoni, Rete: Colgo l’invito del Segretario di rendere pubblico il comma sull’ accordo con l’Unione Europea, dando anche tempi tecnici per organizzarci e dare notizie in merito ai cittadini che volessero venire ad ascoltare. Noi stessi siamo curiosi di conoscere i contenuti del comma e attendiamo questo momento.

Sul Fondo arabo: chiederei al Segretario nel breve, visto il susseguirsi delle delibere ed eventuali firme, di avere un riferimento in Commissione preciso, anche su quello che sarebbe già stato firmato. In questi documenti, dalle interviste rilasciate ai media, i fondi si legano al progetto dell’aviosuperficie che ha visto l’apertura di un bando. E vorremmo avere un quadro più preciso del collegamento tra le due cose. Ricordo che il 26 novembre scorso è stato approvato in commissione Finanze un Odg che chiedeva un riferimento nella stessa commissione sull’aviosuperficie che non mi risulta sia stato fatto. Urge un chiarimento su quanto ci siamo impegnati a fare con il fondo arabo. Sulla guerra in Palestina: San Marino chiarisca la sua posizione sul riconoscimento dei due Stati.

Denise Bronzetti, Npr, presidente: Invito a prendere una decisione sul riferimento sull’accordo, se sia in seduta pubblica o segreta. Ok, la seduta sarà pubblica.

Nicola Renzi, Rf: Non ho ravvisato tentativi di mantenere segretezze, credo sia stata un’abitudine e sono contento ci sia la disponibilità oggi di iniziare a parlarne in maniera pubblica. E dovremo fare tutti la nostra parte per rendere più pubblico possibile il contenuto dell’accordo. Malafede o dimenticanza vedo invece sull’Odg che impegnava per un riferimento da parte del governo, entro il 10 dicembre, sul finanziamento del fondo arabo, e l’aviosuperficie in commissione Esteri. E’ inacettabile non sia stato fatto. Si continua a parlarne a sproposito in altri luoghi da parte del governo, si sentono annunci di ogni tipo, vediamo poi l’emissione di un bando firmato da tre Segretari, che è una roba seria. Un conto se uno va a San Marino Rtv a fare i suoi film, benissimo, ma se ci sono delibere firmate anche dal Segretario per le Finanze allora inizio a preoccuparmi su un tema rispetto cui il governo è latitante. Si faccia chiarezza.

Le riflessioni del commissario Morganti sull’Ucraina sono meritevoli, come Rf abbiamo appoggiato la scelta del governo di schierarsi in un campo, oggi alcune cose stanno cambiando ed è evidente. Ciò non significa deflettere i principi di integrità degli Stati e la condanna dell’invasione, ma la Repubblica potrebbe tentare di giocare un ruolo nel panorama che è cambiato.

Alessandro Rossi, Gruppo misto: Sull’articolo di giornale sollevato dal collega Zeppa, fa male ancora una volta a San Marino che in questo caso ha come unica responsabilità non avere estromesso subito queste persone. chiedo se c’è qualche intenzione da parte del governo di procedere, se c’è intenzione di smarcarsi da questa cosa.

L’elemento critico suLL’aviosuperficie è IL fatto che sia stato emesso un bando di interesse per una concessione che è già in capo a qualcuno, è evidente ci sia un progetto e serve maggior chiarezza.

Sulla situazione internazionale: un momento di riflessione su scelte differenti penso sia da mettere in campo.

Denise Bronzetti, Npr, presidente: Rispetto al riferimento e alle richieste di informazioni sollevate dal consigliere Zeppa, ricordo che all’Odg di questa commissione approda anche la verifica e il monitoraggio delle residenze concesse nel tempo e questa è una delle situazioni che può essere valutata in quel comma che affronteremo, a questo punto, venerdì.

Marica Montemaggi, Libera: Sul conflitto e sulla violenza che sta imperversando su Gaza, nella prossima sessione del Consiglio d’Europa il tema verrà toccato e come delegazione sammarinese saremo impegnati sul progetto di risoluzione che si esprimerà. Quello che lascia sconfortati è come le risoluzioni Onu e di altri organismi internazionali siano disattese nelle azioni, nel rispetto del diritto internazionale. Ancora una volta dovremo chiedere il cessate il fuoco, e non solo per consentire una pausa umanitaria e le operazioni umanitarie, ma per cercare di fermare il conflitto e intensificare le azioni che organismi internazionali e i corpi diplomatici possono fare per arrivare a una tregua effettiva. La raccolta firme che si sta tenendo da parte dei cittadini che chiedono il riconoscimento dello Stato della Palestina è una iniziativa che deve richiamarci tutti a un sentimento di responsabilità. C’è poi il rischio di escalation nell’area. Come San Marino dobbiamo chiarire la posizione sul riconoscimento dei due Stati.

Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Replica:

Dal susseguirsi degli interventi di oggi arrivano un po’ di messaggi discordanti su come noi trattiamo la vicenda russo-ucraina o la vicenda israelo-palestinese. Da una parte c’è una guerra di aggressione, e su questo non possiamo discutere, un paese che ha subito una invasione militare di un altro Stato. Dall’altro ci sono responsabilità non solo russe nella genesi del conflitto. Con gli accordi di Minsk, dove l’Ue giocò un ruolo forte, si riuscì a mettere al tavolo le parti, offrendo una soluzione che metteva d’accordo un po’ tutti, creando due aree di autonomie speciali, con principi di autogoverno locale e per mantenere l’uso della lingua russa. Purtroppo la violazione degli accordi di Minsk è difficile da pesare, su chi li ha violati di più, probabilmente entrambe le parti. Poi la condizione che ha spinto la Russia a invadere l’Ucraina è l’esasperazione della sindrome di accerchiamento che aveva per effetto dell’allargamento della Nato? Io credo di sì. D’accordo per cercare laq strada del dialogo, ma non possiamo scendere a compromessi che ci rendono illeggibili ai nostri partner europei, il by pass alle sanzioni russe significa fare mille passi indietro rispetto ai progressi fatti per dimostrare che non siamo più quelli che eravamo.

Poi arriva la questione Mastaki e ci scandalizziamo, andando nello specifico, prendendo un soggetto residente a San Marino, visto come un filo russo perché ha una compagna russa e perché aveva un socio russo e abbiamo l’atteggiamento di distanza dal mondo russo.

La Palestina è una situazione super complicata che dura dalla fine della Seconda Guerra mondiale. San Marino, come tantissimi paesi nel mondo, non ha mai riconosciuto la Palestina, nessun governo lo ha fatto, di destra o sinistra, è una questione che ciclicamente torna nel dibattito. Secondo me il riconoscimento della Palestina non è la risoluzione al conflitto che c’è oggi. Se pensiamo ‘siccome ci sono un sacco di morti e vorremo fermare le ostilità’, non è che la situazione drammatica può essere motivo di riconoscere la Palestina. E’ un atto politico basato su tante considerazioni, ma se tutti la riconoscessero domani, non è detto che finiscano le ostilità che non sono su questo ma sono ben più radicate. Sono ostilità con la parte estremista dei palestinesi, ma è un tema da sganciare al riconoscimento della Palestina. Su questo meriterebbe prenderci tempi per fare una riflessione più di respiro, possiamo prenderci una commissione dedicata, posso far venire i funzionari del Dipartimento che possono spiegare il percorso compiuto, il nostro ambasciatore per gli Stati uniti potrebbe fornire una lettura interessante… sono disponibile, ma vorrei su questo non ragionassimo con emotività per arrivare a un Odg o per forza a decisioni su una questioni di portata molto ampia.

Sulla questione sauditi rimetto il playback. La questione del rapporto con il fondo sovrano saudita di investimento nasce già un anno fa, iniziamo le prime interlocuzioni, il presidente saudita favorisce la possibilità di accedere a un finanziamento del fondo per opere infrastrutturali. Il fondo saudita investe in tutto il mondo e ha partecipazioni ovunque, non è una realtà canaglia, è un fondo di investimento importante, le opere infrastrutturali possibili sono diverse. Il Segretario Pedini nel viaggio a Riad ha firmato una lettera di intenti in cui si apriva un tavolo tecnico di confronto per verificare la possibilità di accesso ai fondi su base infrastrutture che vuole realizzare. Ma anche se ci danno anche solo lo 0,0001% di interessi, come dice Zafferani, non è che possiamo fare debito a caso: occorre una legge di spesa o una variazione di bilancio, una norma, non è decisione solo del governo. L’aviosuperficie è la prima iniziativa ipotizzata e su questa il fondo ha dato disponibilità, ma siamo in una fase in cui l’accordo non si è perfezionato, poi ci sono altre opere infrastrutturali che potrebbero essere interessanti per avere accesso a finanziamenti a tasso agevolato. In favore dell’aviosuperficie è che c’è già un progetto di ampliamento, si può allungarla e asfaltarla per renderla più fruibile a una fascia di veicoli più ampia e questo intervento è già finanziato ed è già a budget. Poi c’è la fase B che prevede allargamento e estensione della pista che invece richiede delle procedure di esproprio – in parte già avviate- su cui è stata lanciata la manifestazione di interesse che ci aiuta anche a capire se poi invece non sia la strada da percorrere con il fondo saudita. Siamo in fase di studio di progettualità tutte legate a dei ‘se’, difficile a dire oggi ‘si fa così’. L’Aeroclub ha la concessione ed è il primo interessato ma non ha risorse per gestire e ampliare la struttura etc. Vedremo con le manifestazioni di interesse, obiettivo con il fondo saudita è dire che ci sono una serie di opere da finanziare, se governo e parlamento decideranno di accedere a questi finanziamenti è una opzione sul tavolo.

Sulla residenza Mastaki: lui risiede con la compagna a San Marino non ha rapporti ufficiali con il governo- intendo collaborazioni, contratti etc. E’ un piccolo imprenditore per la nostra realtà con alcune attività economiche. Ho risposto io all’interpellanza di Rete, ma dobbiamo capire che la commissione Affari esteri, pur avendo potere discrezionale nell’autorizzare le residenze, ha questo potere sulla base delle norme. Se una persona perde i requisiti richiesti dalla legge gli viene revocata la residenza. Se la sua condotta fosse anche ‘censurabile’, ma non dia motivo per revocare residenza, non è che la commissione a sentimento possa revocarla. Può non votare il mantenimento, ma nel momento che si dà residenza subordinata a certi requisiti– e avremo un comma sui controlli e la guarderemo- questo è il punto di partenza per tutti. Poi quello che sta facendo privatamente nell’ organizzazione di un evento e con l’Italia, non riguarda il nostro Stato. Non credo neanche che abbia speso il nome di San Marino, ma per via della sua residenza il giornalista abbia fatto opera di ‘retrocessione’ su San Marino. Ma non possiamo revocare una residenza perché si organizza un evento- tra l’altro non scabroso. Valutiamo la residenza sulla base dei requisiti, come dice Zeppa, se ha debiti esattoriali e ha capacità di investire fuori allora è vero, c’è un problema e sono d’accordo. Ma guardiamo anche i presupposti giuridici.

Comma 6. Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sull’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e successivo dibattito / seduta pubblica

Luca Beccari, Sds Affari Esteri

Cerco di fare un riferimento generale poi, siccome siamo arrivati al punto in cui dobbiamo risolvere i dubbi e di informazioni comunque ne avete avute diverse, direi di concentrare il dibattito sulle vostre domande. La materia è talmente ampia che non si può coprire con un riferimento. In questo modo rendiamo la cosa più produttiva e gestibile.

Dal punto di vista generale in dicembre a Bruxelles abbiamo concluso ufficialmente il negoziato. Con la conferenza stampa congiunta si è voluto comunicare che l’attività negoziale è conclusa e le parti hanno raggiunto un accordo politico sui testi. Per i negoziatori il compromesso è raggiunto e questo si traduce con il termine della ‘parafatura’ dei testi. Fatte le traduzioni, i testi saranno pronti. Quello che però è importante capire è che nell’accordo non troverete scritto come funziona il mercato unico, troverete le regole, i diritti e doveri, le modalità con cui San Marino aderisce al Mercato unico. Come se noi dobbiamo fare un accordo per partecipare alle olimpiadi di matematica, questo ti dice come partecipi ma non ti spiega tutta la matematica. Per cui, quando si legge l’accordo, serve occhio su come funziona il Mercato unico. Noi entriamo a giocare in un campo di gioco che ha già sue regole, ma con regole addizionali e speciali. Cosa succederà: il passaggio successivo è la firma dell’Accordo, in base al vicepresidente della Commissione, ci sono condizioni temporali per arrivare alla firma prima di marzo. Lui ha parlato del primo semestre 2024, tenendo conto delle elezioni europee, gli sforzi sono di arrivare alla firma entro fine febbraio e al massimo ai primi di marzo. La firma è un impegno governativo ma per l’efficacia occorre la ratifica. E’ l’elemento di incertezza dei tempi. se dovessimo andare in ordinaria amministrazione teoricamente sarebbe possibile per il Consiglio Grande e Generale riunirsi per la ratifica, noi possiamo garantirla, ma non sappiamo se la Commissione possa arrivare alla ratifica prima del suo scioglimento. In caso arrivi dopo, la firma arriverà dopo le elezioni europee. Da segnalare: quando eravamo a Bruxelles per la fine del negoziato, in mattinata si era tenuta la riunione della Commissione affari generali del Consiglio europeo, dove tutti gli Stati membri, presenti con i ministri degli Esteri, hanno analizzato le linee generali dell’accordo, e devo dire che c’è stata una espressione favorevole. Il vice presidente infatti ha potuto venire in conferenza stampa e fare l’annuncio proprio perché ha avuto la luce verde da tutti gli Stati su questo passaggio.

Le voci di forti opposizioni di alcuni Stati membri sull’accordo vengono meno quando il vice presidente della Commissione ha il mandato del Consiglio europeo per arrivare a questo passaggio. E devo dire il sostegno arrivato è stato importante, per i Paesi che si sono maggiormente spesi e hanno avuto parole importanti. E sono stati proprio i paesi con cui in questi anni abbiamo stretto importanti relazioni di dialogo per far capire quanto fosse importante questa intesa per noi: i Paesi balcanici dell’Ue, l’Italia ovviamente, la stessa Spagna e Francia. Il rapporto anche con Andorra e la sinergia che si è creata ha aiutato noi ad aiutare loro- e loro ad aiutare noi- a farci capire dove c’erano letture diverse dei contenuti dell’accordo ed è stato molto importante. C’è quindi un risultato nel risultato: ovvero il risultato dell’accordo, e poi c’è il risultato che riguarda l’elemento politico, il fatto che l’accordo è diventato la piattaforma per rafforzare tante relazioni bilaterali in Europa. Sono stati i Paesi più piccoli europei ad avere posizioni più fredde, proprio perché purtroppo i piccoli Stati sono tutti competitor. Il fatto che San Marino entri in questo circuito in cui magari ci metteremo anche 20 anni per diventare competitivi, crea comunque loro un elemento di disturbo.

Cosa è cambiato rispetto all’ultimo riferimento che ho fatto in Commissione mista: pochissimo, abbiamo definito alcuni aspetti appesi che vi avevamo già anticipato. Rimaneva da chiudere l’aspetto finanziario, su cui di fatto abbiamo consolidato la piattaforma che vi avevamo esposto, sono state fatte alcune integrazioni al testo nell’ottica di migliorare alcuni passaggi. Gli aspetti fondamentali: l’accordo prevede un ingresso del nostro sistema finanziario nel sistema finanziario europeo non automatico ma a seguito di un assessment e con la possibilità di farlo per fasi, più precisamente per 4 compartimenti. Ed è un aspetto importante perché attraverso 4 macro categorie- banche, assicurazioni, titoli e fondi- è una impostazione che fa sì che, dove non abbiamo industria e dove c’è interesse ad attrarre industria estera, per esempio sui fondi, ci conviene un allineamento veloce, perché non c’è impatto e concorrenza interna. Se dovessimo aspettare l’allineamento per le banche per attrarre fondi, perderemmo economia. Noi abbiamo fatto tanti Odg, però adesso bisognerà cominciare a segnarsi dei macro passaggi che, a livello interno, dovremo fare, per arrivare a cominciare a lavorare sull’accordo, immaginare quindi una strategia di implementazione è la fase che inizia adesso.

Altro aspetto, che è stata una concessione ‘last minutes’, è la differenziazione che nell’ambito della categoria banche l’integrazione viene considerata sì per le banche, ma gli istituti di pagamento- che non sono banche- non sono legate all’integrazione delle banche Il sistema di pagamenti può essere risolto anticipatamente rispetto al percorso con le banche. Questo assessment dovrà avvenire in modalità da definirsi, anche avvalendosi di organismi internazionali, come Fmi o Banca mondiale, e deve dare ‘luce verde’ al singolo comparto, per attivare l’entrata e integrazione con i circuiti omologhi europei. Senza ‘luce verde’ questa integrazione avverrà dopo ulteriore verifica, a distanza di un anno. Quando parte l’integrazione, parte anche la possibilità per aziende, banche ed enti europei di entrare in reciprocità ad operare a San Marino. Il fatto che una banca estera venga a San Marino non deve essere vista come la banca che porta via conti correnti agli istituti sammarinesi, può essere una filiale partecipata che fa servizi territoriali e ci deve essere un elemento di sostanza richiesto dal Mercato unico.

C’è stato un altro elemento di discussione particolarmente intenso. Su tutto l’accordo vale la clausola generale di salvaguardia, che dice quando l’applicazione dell’accordo genera gravi conseguenze economiche per il Paese, il Paese può chiedere la disapplicazione per quel comparto, ( e vale per le residenze etc…) ed è una clausola che hanno solo San Marino e Andorra. Non c’è reciprocità Ue. A fronte di questa clausola generale però l’Ue ha chiesto di inserire una clausola di salvaguardia per il suo lato: quando ci sono eventi o disallineamenti tali da arrecare danno di integrità al sistema finanziario europeo loro possono disapplicare la partecipazione di San Marino o Andorra in quello specifico comparto finanziario. Questo per quanto riguarda l’allagato sulle attività finanziarie.

Vi cito poi gli altri allegati cercando di riassumervi le richieste di adattamento che abbiamo fatto:

Allegato sull’energia, l’adattamento che consente fino al 31 dicembre 2030 di mantenere la condizione di monopolio sulle forniture di gas ed energia, alla scadenza potrà essere rinnovata. Sulle scorte dei prodotti petroliferi, San Marino potrà mantenere l’attuale accordo con l’Itala in materia di approvvigionamenti, sarà una decisione con l’Italia se decidere se superarlo.

Sulla libera circolazione dei lavoratori non è chiesto alcun adattamento, perché l’ultima riforma del mercato del lavoro è stata giudicata allineata allo standard europeo. Il problema dei frontalieri assunti in modalità più o meno discrezionali e diverse rispetto ai cittadini sammarinesi è stato superato. E la clausola di salvaguardia prevista dall’accordo prevede che si potrà disapplicare l’accordo in tema di lavoro, qualora si creino livelli di disoccupazione preoccupanti.

Sulla sicurezza sociale non ci sono adattamenti, è un punto importante, risolveremo completamente il problema con tutti paesi Ue per il riconoscimento degli anni contributivi. E risolverà ulteriori problemi: pensate ai medici che non vengono a San Marino perché non hanno cumulabilità per gli anni di servizio a San Marino, è un aspetto che verrà superato e per tutte le professioni in Europa. E’ importante sia per attrarre professioni e per i giovani sammarinesi che vorranno fare esperienza all’estero e potranno lavorare all’estero senza perdere anni di contributi previdenziali. Quindi il riconoscimento delle qualifiche professionali per libere professioni,

Sullo stabilimento-residenze ci sono diversi adattamenti formali e settoriali: il sistema delle quote, due macro categorie, residenti economicamente attivi e non economicamente attivi. E’ un sistema rivedibile, i ricongiungimenti stanno dentro le quote. Si apre inevitabilmente il tema di revisione di tutta la normativa sulle residenze che è una opportunità da cogliere perché abbiamo troppe tipologie di residenze. (…) …Questa una rapida carrellata con le deroghe e macro richieste e nel pomeriggio andremo nello specifico in base a vostre richieste.

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