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A Gaza l’ospedale Al-Quds senza gasolio: “Sospesi molti interventi”

Le scorte di gasolio per alimentare i generatori elettricI si stanno esaurendo: uno dei principali ospedali della Sriscai di Gaza annuncia di essere costretto a sospendere buona parte degli interventi

Pubblicato:09-11-2023 12:00
Ultimo aggiornamento:10-11-2023 09:55
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ROMA – Nella Striscia di Gaza l’ospedale Al-Quds, uno dei principali della regione settentrionale della Striscia di Gaza, ha annunciato di aver dovuto sospendere “la maggior parte” delle operazioni perché costretto a razionare le scorte di gasolio che alimentano i generatori elettrici. La decisione segue il blocco totale all’ingresso di prodotti di base che Israele ha imposto sulla Striscia in seguito all’offensiva che Hamas ha lanciato los corso 7 ottobre.

La questione dell’impatto umanitario del conflitto è oggi al centro di un vertice internazionale a Parigi, convocato dal presidente Emmanuel Macron. I leader di oltre 80 paesi, a cui si aggiungono i vertici di Unrwa, Ue, e Croce rossa oltre al primo ministro dell’Autorità palestinese Shteyyeh, si riuniscono per invocare una “pausa umanitaria” e definire i bisogni della popolazione.

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UN MILIONE E MEZZO DI PERSONE HA LASCIATO LA PROPRIA CASA

Le Nazioni Unite calcolano che su 2,3 milioni di abitanti, un milione e mezzo di persone abbia dovuto lasciare le proprie case, pari al 70% della popolazione. Servono quindi 1,2 miliardi di dollari per rispondere all necessità più urgenti, dopo che Tel Aviv ha chiuso le forniture di acqua potabile ed energia elettrica e vietato l’accesso a generi alimentari e farmaci.

GLI AIUTI INSUFFICIENTI

Da fine mese, l’Egitto – l’unico paese con cui Gaza condivide un tratto di frontiera, oltre a Israele – ha acconsentito ad aprire il valico meridionale di Rafah, ma le organizzazioni internazionali denunciano aiuti insufficienti. La Croce rossa fa sapere che nella giornata di ieri, nonostante alcune ore in cui è stato richiuso, sono entrati 107 camion, un numero record rispetto alle poche decine dei giorni scorsi.

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I NEGOZIATI PER GLI OSTAGGI

In Qatar invece continuano i negoziati tra Israele e Hamas sulla questione degli ostaggi israeliani, in cui oltre all’emirato qatarino media anche l’Egitto. Fonti interne al Qatar e a al gruppo armato palestinese alla stampa internazionale hanno confermato che i colloqui “stanno andando avanti”. Il governo di Tel Aviv ha detto che non accetterà un cessate il fuoco se non verranno liberati tutti e 244 gli ostaggi, mentre Hamas chiede il rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Nelle ultime ore, Hams e le Brigate Al-Qassam – il braccio armato del movimento-politico militare – hanno detto che in cambio di un cessate il fuoco acconsentono al rilascio di una dozzina di israeliani.

L’INVASIONE DI ISRAELE

Sul terreno prosegue l’invasione di terra delle forze israeliane, che hanno aggiornato a 39 il numero dei soldati morti di questa azione, come riporta la testata Haaretz. I media internazionali riferiscono che l’esercito israeliano ha raggiunto Gaza City, dove i soldati israeliani starebbero incontrando la resistenza dei combattenti delle Brigate Al-Qassam. La notte scorsa l’aviazione israeliana ha invece bombardato il campo profughi di Jabalia, nel nord, e quello di Sabra a ovest. Le morti accertate sarebbero una quindicina.

Invocando un’indagine su presunti crimini di guerra e contro l’umanità commessi in questi giorni da Israele a Gaza e in Cisgiordania, tre organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno denunciato Tel Aviv alla Corte penale internazionale (Cpi) con sede all’Aia. Si tratta di Al-Haq, Al-Mezan e del Palestinian Centre for Human Rights.
La vice prima ministra del Belgio Petra De Sutter ha invece invocato sanzioni contro Israele: “È ora” ha detto al quotidiano Nieuwsblad “di sanzionare Israele. Questa pioggia di bombe è disumana. È chiaro che Israele non si preoccupa delle richieste internazionali di cessate il fuoco”.

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