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Napoli, 22 arresti per racket alle pizzerie del centro storico

I reati di estorsione, associazione per delinquere e porto d'armi abusivo sono stati commessi per agevolare le attività del clan Sibilio

Pubblicato:06-11-2019 11:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:56
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NAPOLI – Estorsione di denaro ai titolari di pizzerie e negozi di generi alimentari delle zone di San Gaetano e dei Decumani, partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti in quelle zone e detenzione e porto abusivo di armi da sparo. Per questo 22 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di essere partecipi del clan Sibillo sono state destinatarie di un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli ed eseguita stamane dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Napoli-Centro.

I reati sono stati commessi per agevolare le attività del clan Sibillo, articolazione satellite del sodalizio camorristico facente capo ad Edoardo Contini ed agli altri gruppi federati nella Alleanza di Secondigliano, particolarmente attivo nelle zone dei Decumani e dei Tribunali, nonostante gli arresti nel tempo dei suoi capi storici.

Le indagini hanno consentito di accertare che proprio i vertici del clan, nella persona di Pasquale Sibillo, detenuto in carcere, hanno gestito il sodalizio inviando le direttive agli affiliati in libertà utilizzando, per recapitare messaggi scritti, i congiunti che si recavano ai colloqui.


La stessa organizzazione dedita al traffico di rilevanti quantitativi di sostanze stupefacenti di vari tipi e che ha operato giornalmente per buona parte del primo semestre del 2017, riconducibile ai membri della famiglia di Giuseppe Napolitano ed ad alcuni fornitori abituali esterni all’ambito familiare, ha operato per agevolare le attività del clan Sibillo i cui membri in libertà, più volte, hanno tenuto i loro summit camorristici proprio presso l’abitazione dei Napolitano, sede della piazza di spaccio.

L’attività d’indagine si è avvalsa di sofisticati strumenti di captazione ambientale e telefonica nonché della collaborazione delle vittime di numerosi episodi estorsivi commessi ai loro danni dagli uomini del clan Sibillo.

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