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Milano, Pnrr e case popolari nell’agenda di Sala. “Bernardo? Non mi ha chiamato”

Il primo cittadino rieletto conferma che rispetterà la parità di genere per la nuova Giunta

Pubblicato:05-10-2021 13:09
Ultimo aggiornamento:05-10-2021 16:10
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giuseppe sala
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Di Nicolò Rubeis

MILANO – Anna Scavuzzo del Pd (oltre 4.000 preferenze) sarà di nuovo la vicesindaca di Milano. Lo ha annunciato questa mattina a palazzo Marino il primo cittadino Giuseppe Sala, riconfermato dalle urne con una vittoria schiacciante. Sulla nuova Giunta “ci sto già lavorando e ho qualche elemento di innovazione in mente – prosegue Sala – voglio fare in fretta. E rispetteremo la parità di genere”.


Inoltre, come annuncia il sindaco, “non mi terrò deleghe“, proprio perché “sono conscio del compito difficile che mi attende – prosegue – e voglio essere concentrato sul mio ruolo”. Incalzato dai cronisti sul futuro dell’ex assessore all’Urbanistica e recordman preferenze col Pd (oltre 9.000), Pierfrancesco Maran, il sindaco non si tira indietro: “Maran vuole un futuro politico, deve trovare il modo migliore per farlo“. Secondo Sala una soluzione è quella di continuare a essere “centrale” a livello politico, trovando magari “delle formule di discontinuità”. Con “questi ragazzi – chiosa Sala – cerco di comportarmi come un padre. Farli crescere è nel mio interesse”. Confermato anche Christian Malangone come direttore generale del Comune.

“DAL M5S MI ASPETTAVO DI PIÙ”

Dal M5S di Milano “mi aspettavo qualcosa di più”. Il sindaco meneghino Giuseppe Sala parla così del risultato elettorale dei pentastellati. Nessun effetto Giuseppe Conte per i 5Stelle, che hanno chiuso sotto il 3% e non entrano in Consiglio comunale. “Ci sta uno shock iniziale – spiega Sala alludendo al cambio di rotta impartito da Conte – sono in un percorso oggettivamente difficile”.

“HO GIÀ PARLATO CON INTER E MILAN”

“I rappresentanti di Milan e Inter mi hanno già chiamato, li incontrerò senz’altro”. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala riprende a parlare del futuro dello stadio ‘Meazza’ durante la conferenza stampa a Palazzo Marino dove ha commentato i risultati elettorali maturati negli ultimi due giorni. “Non è che io ho fermato i lavori perché avevo ripensamenti – chiosa Sala – è un tema talmente delicato che va affrontato con un consiglio nuovo“.

“BERNARDO? NON MI HA CHIAMATO”

Il primo cittadino ha anche commentato il risultato dello sfidante di centrodestra Luca Bernardo, che si è fermato al 31,97%. “Luca Bernardo, che non mi ha chiamato, a mio giudizio ha sbagliato nella descrizione così negativa di Milano, una città che in questo momento non ha bisogno di muscolarismo. C’è una gran voglia di tornare a lavorare – va avanti Sala – Milano non è una città che accetta un atteggiamento troppo cupo e pessimista“. In ogni caso “apprezzo che Bernardo si sia detto disponibile a rimanere in Consiglio, gli auguro di essere a capo dell’opposizione e gli offro la possibilità di collaborare”. E comunque, forse “con la mia discesa in campo a Sant’Ambrogio (giorno nel quale Sala annunciò la sua ricandidatura con un video sui social, ndr) ho sorpreso il centrodestra. Hanno riflettuto per mesi…”.

L’AGENDA DI SALA

Ripartire dal Pnrr, parlando di scuole, mobilità e case popolari. E investire sui “trend secolari che stanno pervadendo il mondo”, come la digitalizzazione e la trasformazione ambientale, “due pilastri che possono essere molto milanesi”. E rinnovare, per quanto possibile, il ruolo del Municipi. Sala, comincia a tracciare quella che sarà la sua agenda dei prossimi cinque anni.


Sul Pnrr, innanzitutto, Sala rivela di avere avuto da ieri sera “diversi contatti” con ministri che lo chiamavano per congratularsi: “Ho detto loro che Milano richiede che la chiarezza sull’assegnazione dei fondi sia rapida – dice il sindaco – siamo già pronti a discuterne e ne parlerò con Draghi. Sarò felice se vorrà venire a Milano in tempi brevi”.

Sulla struttura dei municipi, tutti e nove vinti largamente dal centrosinistra, “è stato fatto un percorso”, e ora “bisogna capire in che direzione spingere, non tanto per il rinnovamento ma per la loro presa di ruolo”. Sala intravede due possibilità. Da un lato concedere una parte delle risorse ai Municipi, affidando a loro la cura del verde e dei marciapiedi.
Dall’altro fare dei Municipi una sentinella per il Comune, affinché essi “vigilino” sull’operato di palazzo Marino. “La prima opzione potrebbe avere un senso – continua il sindaco – anche se non c’è gara che facciamo senza ricorso. Un domani rischiamo di averne nove, di ricorsi”.

Tuttavia, secondo il sindaco può essere “stimolante” per i Municipi anche il ruolo di vedetta a controllo del Comune. In ogni caso, a livello burocratico “le procedure vanno snellite e le modalità per farlo non le compri al mercato, devi avere le possibilità. Tutti dicono che la macchina amministrativa va migliorata, ma non è un prodotto da banco che si compra a scatola chiusa”, chiarisce Sala.


Il miglioramento “avviene tramite una svolta verso il digitale” e puntando sulla “competenza delle persone”. Sulla sicurezza invece, anche se i dati in mano al Prefetto e al Questore dicono che “i crimini sono in riduzione“, il sindaco conferma la sua promessa di assumere 500 nuovi vigili: “La voglio mantenere, agiremo rapidamente”. Ora sotto con la definizione della Giunta: “Finché non ho sistemato le cose non riesco a rilassarmi – conclude Sala – cercherò di essere rapido anche nella Giunta. E c’è spazio per tutti, a condizione di essere un po’ più seri”.

I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA SONO 31 SU 48

Sono 31 su 48 i consiglieri di maggioranza del centrosinistra che entrano a Palazzo Marino dopo la netta vittoria di Giuseppe Sala, confermato sindaco di Milano al primo turno: su tutti spicca il capolista del Pd ed ex assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, che fa il pieno di preferenze (9.166 voti). I dem, nel complesso, ottengono il 33,8% delle preferenze, un risultato più alto di tutta la coalizione di centrodestra messa insieme. Entrano a palazzo Marino per il Pd anche la vicesindaca Anna Scavuzzo (4.563 voti), l’ex presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè (2.586) e Gaia Romani (2.201). L’assessore alla Mobilità, Marco Granelli, dopo il suo ultimo mandato in giunta, porta a casa 1.812 preferenze. Bene pure Diana De Marchi (1.786).


I dem eleggono anche Federico Bottelli (1.676 voti), Elena Buscemi (1.550), Michele Albiano (1.474), Roberta Osculati (1.469), l’ex capogruppo a Palazzo Marino, Filippo Barberis (1.458), Angelica Vasile (1.400), la vicesindaco della Città Metropolitana Arianna Censi (1.318), Beatrice Uguccioni (1.238), Luca Costamagna (1.200), Bruno Ceccarelli (1.187), Carmine Piacente (1.122), Alessandro Giungi (1.103) e Valerio Pedroni (1.093).

Nella civica di Sala brillano i capilista Emmanuel Conte con 1.655 preferenze e Martina Riva, che si ‘ferma’ a quota 1.593 e ora sogna un posto in giunta, magari con delega all’Ambiente o al Sociale. Bene anche l’ex assessore meneghino alle Politiche Abitative, Gabriele Rabaiotti, che racimola 1.112 voti. Entrano in consiglio anche Marco Mazzei (1.028 preferenze) e Mauro Orso (1.026).


Sorridono i Verdi che entrano a Palazzo Marino con un ottimo 5.1%. Eletti l’ex Pd Carlo Monguzzi (1.276 preferenze), l’altra capolista Elena Grandi (737) e la giovane Francesca Cucchiara (187). Lisa Noja di Italia Viva (1.680 voti) e Giulia Pastorella di Azione (1.582) fanno correre la lista riformista riunificata che chiude al 4%. I “medici” di Sala e di Milano in Salute eleggono solo Marco Fumagalli con 1.000 preferenze.

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