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La tempesta Ciaran ha portato 73 eventi estremi sull’Italia in 2 giorni

L'Italia fa i conti con le conseguenze dei cambiamenti climatici: in due giorni si sono verificate 73 tempeste di vento e bombe d'acqua. Colpite duramente molte regioni, che ora contano vittime e danni

Pubblicato:04-11-2023 11:44
Ultimo aggiornamento:07-11-2023 18:56
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alluvione toscana
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ROMA – Sull’Italia si sono abbattuti ben 73 eventi estremi in soli due giorni tra bombe d’acqua e tempeste di vento che si sono concentrate per circa il 70% in Toscana ma che hanno colpito a macchia di leopardo l’intera Penisola e soprattutto regioni come Sardegna, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna con ponti crollati, strade interrotte, fiumi esondati, frane, allagamenti e alberi abbattuti ma anche purtroppo vittime e dispersi per le quali si esprime profondo cordoglio. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti del 4 novembre sulle conseguenze della tempesta Ciaran, sulla base dei dati Eswd (European Sever Weather Database), in riferimento alla nuova allerta diramata dalla Protezione civile.

Per effetto del maltempo il livello del fiume Po si è alzato e si avvicinato verso la foce all’idrometro di Pontelagoscuro alla prima soglia di criticità che inizia a quota 0,50 metri ma ad innalzarsi – sottolinea la Coldiretti – sono stati anche i livelli dei laghi a partire da quello di Como che a Malgrade ha raggiunto il massimo storico del periodo a 168 centimetri ed è esondato in più punti. Lo stato del più grande fiume italiano e dei grandi laghi del Nord – continua la Coldiretti – è rappresentativo della violenza dell’ondata di maltempo ma anche dello stato di sofferenza dei corsi d’acqua lungo la Penisola che si sono gonfiati per le piogge con straripamenti ed esondazioni.

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Con i nubifragi sono finite sott’acqua – precisa la Coldiretti – città e campagne dove si contano coltivazioni, allevamenti e fienili allagati e scoperchiati, serre divelte, alberi abbattuti e rami spezzati ma anche strade rurali franate e terreni ed aziende inaccessibili. La situazione più grave – rileva la Coldiretti – è in Toscana soprattutto a causa dell’esondazioni dei torrenti e dei corsi d’acqua che hanno allagato serre e campi già seminati con colture autunnali come cereali e favino, e delle fortissime raffiche di vento che hanno strappato coperture, troncato alberi e fatto cadere le olive che a questo punto non potranno più essere raccolte. Ci sono anche casi di aziende isolate per via di alcuni smottamenti come nella zona di Montemurlo al confine con Montale di Pistoia e di magazzini sommersi dall’acqua che hanno perso migliaia quintali di grano, oltre a semi e concimi. In tutta la provincia di Pistoia l’acqua è caduta copiosa anche in montagna dove le nuove semine di erba medica sono completamente slavate.

Gli uffici della Coldiretti stanno monitorando la situazione ed offrendo assistenza alle aziende colpite alle quali vanno garantiti i sostegni necessari alla ripresa dell’attività ma servono – continua la Coldiretti – interventi per la pulizia dell’alveo dei fiumi ed investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con una rete di piccoli invasi, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti.
Siamo di fronte – continua la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti. Il risultato – sottolinea Coldiretti – è e scoperchiatiche il 2023 si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro a causa di nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – conclude la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque.

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