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Autonomia differenziata, in 4 lasciano il Comitato tecnico. Il Pd: “Fallimento proposta Calderoli”

Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajino hanno deciso di lasciare il comitato tecnico: "Non ci sono più le condizioni"

Pubblicato:04-07-2023 14:32
Ultimo aggiornamento:06-07-2023 18:13

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BOLOGNA – Quattro dimissioni di peso all’interno del Comitato tecnico per l’individuazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale in un regime di autonomia differenziata. A lasciare sono stati Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajino, che hanno spiegato le loro ragioni in una lettera al presidente del comitato, Sabino Cassese. Non si tratta di quattro esperti come tanti: Amato e Gallo sono ex presidenti della Corte Costituzionale, Pajino è un ex presidente del Consiglio di Stato e Bassini è l’ex ministro della Funzione pubblica. Nella lunga lettera, i quattro dimissionari hanno scritto: “Siamo costretti a prendere atto che non ci sono più le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori del Comitato” per l’individuazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni. E ora l’opposizione va all’attacco del ddl Calderoli, definendolo un progetto pieno di “palesi criticità” che “sta naufragando” e che in maniera evidente aumenterà il solco delle disuguaglianze nel paese.

SARRACINO (PD): “PROPOSTA CALDEROLI STA NAUFRAGANDO”

“Le dimissioni di Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajino, quattro autorevoli componenti del comitato voluto dal ministro Calderoli per l’individuazione dei Lep, dovrebbero far riflettere il centrodestra su quanto sia dannosa per l’Italia la loro proposta di autonomia differenziata che lentamente sta naufragando. Cos’altro deve accadere ancora affinchè si fermino?”: così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.

“Ormai- prosegue il democratico- non si contano più le palesi criticità di un progetto che per quel che ci riguarda non fa altro che aumentare le disuguaglianze sociali e territoriali. Lo sviluppo di tutto il paese passa invece per una forte crescita del Mezzogiorno, che con questo disegno rischia però di essere abbandonato a se stesso. Anche sulla scorta delle obiezioni mosse dai quattro componenti dimissionari, noi continueremo ad opporci, con l’obiettivo di costruire un fronte largo non solo delle forze politiche d’opposizione ma anche con tutti quei mondi della cultura, della scuola, dell’università, del sindacato, dell’impresa, che hanno a cuore la coesione e l’unità nazionale”.


ZARATTI: “QUATTRO DIMISSIONI CHE VALGONO COME UN FALLIMENTO

“Il ministro Calderoli non provi a minimizzare il significato delle quattro ‘illustri’ dimissioni all’interno del comitato per l’individuazione dei Lep creato nell’ambito della riforma sull’autonomia differenziata: si tratta di un fallimento della sua operazione”. Lo sostiene Filiberto Zaratti, Capogruppo in commissione Affari costituzionali della Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, il quale spiega: “Gli ex presidenti della Corte Costituzionale Giuliano Amato e Franco Gallo, l’ex presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e l’ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini con la loro decisione di rassegnare le dimissioni e con le motivazioni espresse nella lettera al presidente del Comitato Cassese hanno sancito che le conseguenze dell’autonomia differenziata sarebbero devastanti per il Paese“, ha aggiunto Zaratti.

GIORGIS (PD): “NECESSARIO IN SENATO ULTERIORE APPROFONDIMENTO”

“Quattro autorevoli giuristi come Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno hanno rassegnato le dimissioni dal Comitato tecnico per la determinazione dei Lep e lo hanno fatto con una lettera nella quale avanzano molteplici e seri dubbi sulla conformità a Costituzione del ddl Calderoli e in particolare del percorso di attuazione dell’art 116 che tale disegno di legge prefigura, senza alcuna effettiva garanzia in ordine al previo ‘pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni inerenti ai diritti civili e sociali e quale condizione per l’attribuzione di ulteriori funzioni’: così il senatore Andrea Giorgis, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama.

“Sono considerazioni che, per il contenuto e l’autorevolezza delle persone da cui provengono, meritano la massima attenzione da parte del Parlamento a partire dalla Commissione affari costituzionali nella quale la discussione è in corso”, prosegue il senatore. “Prima dì chiudere il termine per la presentazione degli emendamenti (fissato al momento per il prossimo giovedì) si faccia dunque un ulteriore approfondimento, ed il Governo chiarisca come intende scongiurare i rischi, sottolineati nella lettera, di un acuirsi delle disuguaglianze in violazione dei principi costituzionali e in danno dell’intero Paese. Una attuazione parziale e insufficiente dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantite a tutti i cittadini, come è emerso anche nel corso delle audizioni, comprometterebbe infatti, oltre che i diritti fondamentali dei cittadini che vivono nelle regioni più povere, le opportunità di crescita e sviluppo dell’intero Paese”. conclude.

P. DE LUCA (PD): “DIMISSIONI SONO BOCCIATURA RIFORMA CALDEROLI”

“Le dimissioni dal comitato per l’individuazione dei Lep di quattro autorevoli componenti, Giuliano Amato, Franco Gallo, Alessandro Pajno e Franco Bassanini sono una sonora bocciatura della riforma Calderoli“, afferma Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera. E prosegue: “Le motivazioni articolate pongono l’accento sul tema della corretta definizione e dell’adeguato finanziamento preliminare dei Livelli essenziali delle prestazioni, che è indispensabile per evitare di aumentare i divari tra Nord e Sud del Paese, e minano pertanto le fondamenta stesse dell’impianto dell’Autonomia differenziata targata Lega. Una riforma che come denunciamo da mesi calpesta il dettato costituzionale e rischia di spaccare l’Italia sui grandi servizi di civiltà, su quei diritti sociali e civili fondamentali da assicurare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Il governo si fermi e deponga le bandierine ideologiche per un confronto serio e costruttivo con le istituzioni locali e con il Parlamento”.

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