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L’Onu lancia l’allarme sull’Afghanistan: “Le scorte di cibo stanno finendo”

Le Nazioni Unite spiegano che se la comunità internazionale non si mobiliterà il Paese entrerà in crisi alimentare

Pubblicato:02-09-2021 12:42
Ultimo aggiornamento:02-09-2021 12:43

bimbi afghanistan
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ROMA – Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme su un’imminente crisi alimentare in Afghanistan: nel Paese, che dipende anche dagli aiuti internazionali, le scorte di cibo sono destinate a terminare entro la fine del mese se la comunità internazionale non si mobiliterà al più presto per stanziare nuovi fondi e inviare aiuti.


Ramiz Alakbarov, vice-rappresentante speciale e coordinatore umanitario per l’Afghanistan per le Nazioni Unite, intervenendo in una conferenza stampa da Kabul ha dichiarato: “È estremamente importante evitare che l’Afghanistan precipiti in un’altra catastrofe umanitaria, adottando le misure necessarie per fornire gli alimenti essenziali di cui questo Paese ha bisogno in questo momento. E questo per fornire cibo, servizi sanitari e di protezione e articoli non alimentari a coloro che ne hanno estremo bisogno“.


Alakbarov ha poi avvertito che oltre la metà dei bambini al di sotto dei cinque anni soffre di malnutrizione acuta, mentre un terzo degli adulti non ha sufficiente accesso al cibo.
Con la proclamazione dell’Emirato islamico da parte dei guerriglieri talebani a metà agosto e l’uscita delle truppe degli Stati Uniti due giorni fa, l’Afghanistan sta affrontando una nuova fase di violenze che si ripercuotono anche sulla sua economia. I prezzi dei prodotti di base sono aumentati mentre molte attività si sono fermate a causa degli scontri e dell’esodo di migliaia di profughi, sia internamente che verso l’estero.



A minacciare la stabilità del paese si è aggiunta la militanza dello Stato islamico – Gruppo Khorasan (Isis-K). Ieri Mark Milley, capo di stato maggiore delle Forze armate degli Stati Uniti, ha dichiarato che il Pentagono ritiene “possibile” un coordinamento con i talebani per contrastare tale movimento armato.

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