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Gli Usa via dall’Afghanistan, i talebani trattano per l’aeroporto di Kabul

I talebani esultano: "Usa sconfitti, proteggeremo la libertà, l'indipendenza e i valori islamici del popolo afghano"

Pubblicato:31-08-2021 10:41
Ultimo aggiornamento:01-09-2021 08:58
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ROMA – A poche ore dal definitivo ritiro di tutti i soldati americani dal suolo dell’Afghanistan, conclusosi con la partenza dell’ultimo volo militare oggi, entro il termine concordato con il governo dei talebani, l’aeroporto della capitale Kabul continua a occupare il cuore del dibattito. E’ dallo scalo della città che il portavoce dei miliziani, Zabihullah Mujahid, ha ribadito, tra fuochi d’artifico e colpi di arma da fuoco celebrativi, che lo Stato islamico proclamato il 16 agosto “è una nazione libera e sovrana” e che gli Stati Uniti “sono stati sconfitti”. Mujahid ha aggiunto che i talebani “proteggeranno la libertà, l’indipendenza e i valori islamici del popolo afghano”, mirando allo stesso tempo “a mantenere buoni rapporti con il resto del mondo”.

Dei rapporti tra i miliziani e la comunità internazionale, e del ruolo dell’aeroporto, ha detto ieri anche il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian. In un’intervista all’emittente statale France 2 il titolare della diplomazia parigina ha detto che “la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla messa in sicurezza dello scalo deve essere attuata” e che in questo senso i talebani stanno portando avanti, “trattative con qatarini e turchi”.

L’obiettivo, secondo Le Drian, è quello di permettere il prima possibile ai cittadini afghani che lo vorranno di lasciare il Paese con normali voli commerciali. La risoluzione approvata ieri dall’organismo delle Nazioni Uniti a cui ha fatto riferimento il ministro esorta i miliziani, tra le altre cose, a “garantire un passaggio sicuro per i cittadini afghani e stranieri che vogliono lasciare il Paese” e a “mettere in sicurezza l’aeroporto e le aree circostanti”. La scorsa settimana un attentato suicida nei pressi di uno dei gate dello scalo ha provocato più di 170 vittime, compresi alcuni soldati americani. 


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