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Nel mondo siamo otto miliardi: “Ora occupiamoci di tutte”

Rapporto Onu sulla popolazione nel mondo: in 20 anni le nascite da madri minorenni si sono ridotte da 8 a 5 milioni

Pubblicato:19-04-2023 16:37
Ultimo aggiornamento:20-04-2023 13:05

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ROMA – Siamo otto miliardi. Troppi o troppo pochi? Una domanda sbagliata o quantomeno non l’unica da porre, scorrendo le pagine del Rapporto 2023 sullo stato della popolazione del mondo. La nuova edizione è oggi a Roma al centro di un incontro-presentazione presso l’Associazione della stampa estera. Una sede che è anche un messaggio, questa scelta dagli organizzatori, l’ong Aidos e il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa): oltre i numeri c’è il mondo.

COME E DOVE VIVONO QUESTE PERSONE?

“Si guarda molto alle cifre ma poco alla loro sostanza” avverte Elena Ambrosetti, professoressa di Demografia all’Università La Sapienza, intervistata dall’agenzia Dire. “I numeri di per sé non dicono niente: come e dove vivono queste persone? Che età hanno, e che livello di istruzione?” Ma cominciamo da ciò che sappiamo. Il numero otto miliardi lo abbiamo superato nel novembre scorso. È possibile che il traguardo sia stato superato nelle Filippine ma nel Rapporto c’è un punto più generale: “A volte, quando si censiscono le popolazioni e ci si sofferma solo sui numeri, si relegano sullo sfondo i diritti e le possibilità delle persone”. Le Nazioni Unite lo hanno scritto nero su bianco negli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030: bisogna promuovere la salute sessuale e riproduttiva, cioè la possibilità di scegliere quando avere figli e quanti averne, di immaginare il benessere di una propria famiglia, di vivere libere e liberi da violenza fisica, culturale o psicologica.

PANUNZI (AIDOS): I GIOVANI SONO UN’OPPORTUNITA’

Secondo Maria Grazia Panunzi, presidente di Aidos, una ong impegnata da oltre 40 anni per i diritti di donne e ragazze nel mondo, il valore aggiunto del Rapporto sta nella prospettiva. “Si parte dalle persone e non dai numeri, che siano giudicati ‘positivi’ o ‘negativi'” sottolinea l’attivista. “Oggi bisogna cogliere le opportunità che offrono tanti giovani, molti dei quali in Paesi svantaggiati che hanno bisogno di politiche di sviluppo sostenibili”.


(La presentazione del Rapporto nella sede dell’Associazione stampa estera a Roma)

Quello di Panunzi è anche un appello alla cooperazione internazionale: a capire necessità, mobilitare risorse, rafforzare alleanze e elaborare insieme interventi. Tanto più, è scritto nel Rapporto, che le dinamiche demografiche non sono affatto uguali dappertutto: si stima che nei prossimi decenni metà dell’incremento della popolazione globale sarà concentrato in pochi Stati dell’Africa e dell’Asia: Egitto, Etiopia, Tanzania, Repubblica democratica del Congo, Nigeria, Pakistan, Filippine e India (era previsto a metà aprile il “sorpasso” demografico da parte del subcontinente, dopo due secoli di primato della Cina).

DA OTTO A CINQUE MILIONI DI NASCITE DA MADRI MINORENNI

Ma in questi Paesi e in quelli vicini cosa sta succedendo? Gli esperti certificano che, sia pur lentamente, le cose stanno migliorando: dal 2000 al 2021 le nascite da ragazze minorenni si sono ridotte da otto a circa cinque milioni l’anno. Restano però oltre mezzo milione i casi di natalità da madri con meno di 15 anni, concentrati spesso nell’area subsahariana, dove l’incidenza è di ben cinque su mille. Le chiavi di lettura sono diverse e si intrecciano tra loro. Al centro ci sono i diritti. Stando a una ricerca condotta in 68 Paesi, il 44 per cento delle intervistate riferisce di non poter fare scelte autonome rispetto al marito o al compagno sulla propria salute, la sessualità o la contraccezione. “Il risultato?” chiedono gli autori del Rapporto. “Circa la metà di tutte le gravidanze non sono intenzionali e sono dunque una violazione del diritto fondamentale delle donne di poter decidere in modo libero e responsabile sul numero dei figli o sul distanziamento delle loro nascite”.

COOPERAZIONE CONTRO OGNI VIOLENZA

L’incontro all’Associazione della stampa estera è intitolato ‘Otto miliardi di vite, infinite possibilità’. Illustra i dati Mariarosa Cutillo, esperta di Unfpa, convinta che sia giusto soffermarsi “non solo sulle sfide ma anche sulle opportunità”. Si anima il dibattito. Secondo Laura Aghilarre, vicedirettrice in Farnesina per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs), bisogna “investire nelle persone, attraverso l’istruzione e la formazione, e mettere al primo posto la piena tutela e la promozione dei diritti delle donne e delle ragazze, la promozione della parità di genere e dell’empowerment femminile, l’educazione delle bambine e la lotta contro ogni forma di discriminazione e violenza sessuale e di genere”.

Si parla del calo delle gravidanze di persone minorenni. “E’ un dato che ho appreso con speranza” sottolinea Sandra Zampa, senatrice italiana, componente del gruppo di lavoro parlamentare su Salute globale e diritti delle donne: “E’ il segno che la cooperazione funziona e produce e che bisogna proseguire, affinché l’esercizio di scelta sul futuro delle proprie vite sia assicurato”.

LOTTA ALLA MORTALITA’ INFANTILE

Impegno e opportunità tornano nell’intervento di Ambrosetti. “A questi otto miliardi siamo arrivati grazie a un successo” sottolinea la professoressa. “Siamo riusciti a debellare la mortalità infantile o comunque a far sì che si riducesse tantissimo anche nei Paesi più svantaggiati dell’area subsahariana: questo risultato non va sminuito”.

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