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Incontro M5s-Crimi, ipotesi Lombardi alla Transizione ecologica in giunta Zingaretti

Il livello di interlocuzione tra 5 Stelle e centrosinistra è doppio. Uno più nazionale, che vede coinvolti Crimi e Zingaretti e un altro più regionale tra Leodori e Lombardi: ecco le prospettive

Pubblicato:01-03-2021 12:06
Ultimo aggiornamento:01-03-2021 12:06

roberta lombardi
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ROMA – La costituzione di un assessorato alla Transizione Ecologica (ricalcando le orme di ciò che ha fatto Mario Draghi nel governo nazionale), da assegnare a Roberta Lombardi, e un altro meno pesante ma comunque non di secondo piano (ad esempio quello al Turismo e Pari opportunità ora in mano a Giovanna Pugliese oppure le deleghe a Cultura e Sport, ancora nella disponibilità del presidente Nicola Zingaretti) per Valentina Corrado. L’ingresso nella giunta del Lazio targata centrosinistra da otto anni consecutivi dovrebbe avvenire in questo modo, secondo quanto apprende l’agenzia Dire.

Il dialogo (tra una battuta e l’altra che si sono scambiati il vicepresidente dell’esecutivo, Daniele Leodori, e la capogruppo pentastellata, Roberta Lombardi) ha preso corpo subito dopo la nomina dell’ex assessora al Bilancio, Alessandra Sartore, come sottosegretaria al Mef lo scorso mercoledì sera (tra la sorpresa di molti, sia in Giunta che tra i consiglieri) e ha cambiato pelle nei contenuti col passare dei giorni. Già, perché all’inizio l’idea era quella di limitarsi a nominare al posto della Sartore un tecnico donna che riscuotesse il consenso di entrambe le parti, facendola passare come esponente del M5S.

Poi le carte in tavola sono cambiate ed è arrivata ai pentastellati la proposta di due ingressi più politici. La novità, che va vista anche nell’ottica di un ingresso dei 5S in maggioranza, è stata oggetto di una riunione ieri tra il gruppo in Consiglio regionale col capo politico grillino, Vito Crimi. Il quale ha voluto sapere da suoi non tanto di assessorati e nomi, quanto se a loro avviso valga la pena compiere questa importante svolta politica. La gran parte del gruppo è stata per il sì, più titubanti (con varie sfumature) Silvia Blasi e Gaia Pernarella. Era assente Francesca De Vito che, secondo alcuni rumors, non sarebbe disposta ad accettare l’ingresso in Giunta e in maggioranza.


Il livello di interlocuzione tra 5 Stelle e centrosinistra è doppio. Uno più nazionale, che vede coinvolti Crimi e Zingaretti e un altro più regionale tra Leodori e Lombardi. La volontà di arrivare a una conclusione positiva da entrambe le parti c’è ma ci sono anche alcuni ostacoli programmatici non secondari da rimuovere. Il primo riguarda il candidato sindaco per le prossime elezioni a Roma. I pentastellati (e Crimi lo ha ribadito anche ieri ai suoi) non vogliono che questa partita entri nella trattativa, altrimenti salta tutto. Leodori sarebbe dello stesso avviso, rimandando il tutto all’eventuale ballottaggio. Ma, anche in questo caso, l’exit strategy non sembra di facile percorribilità, soprattutto per il centrosinistra. Perché la linea che si sta facendo strada, più o meno velatamente, è quella che prevede il sostegno di chi va al secondo turno da parte di chi è rimasto fuori al primo nel nome di impedire a ogni costo alla destra di salire alla guida di Palazzo Senatorio.

Sarebbe un bel problema per il centrosinistra chiedere ai suoi di dare il voto (eventualmente) a Virginia Raggi, visto che l’unico punto che al momento tiene unito questo campo politico è il no alla sindaca uscente. Ma il voto nella Capitale non è l’unico nodo da sciogliere. Ce ne sono anche altri più programmatici. Questa sera i grillini completeranno i punti da sottoporre a Leodori ma intanto è certo che tra questi ce ne saranno alcuni dove la convergenza potrebbe non essere trovata. A cominciare dalla contrarietà del M5S alla realizzazione della Roma-Latina, piuttosto che il tema della transizione energetica. Ad esempio i pentastellati sono contrari alla riconversione delle centrali di Montalto di Castro e Civitavecchia dai combustibili fossili al gas e vorrebbero la costruzione di un polo dell’idrogeno. Senza dimenticare la loro opposizione alla legge sulla rigenerazione urbana, soprattutto nella parte delle norme relative ai piani regolatori, e le distanze sul campo dei rifiuti, dove la Regione è indirizzata prevalentemente verso la realizzazione di impianti a tecnologia anaerobica per il trattamento di quelli umidi (quindi con estrazione di energia) al posto del compostaggio. Insomma, c’è ancora molto lavoro da fare. Non solo nel Movimento. I consiglieri Pd solo ieri hanno saputo formalmente in una riunione del tentativo di matrimonio in corso. E anche in questo campo, nonostante la larga maggioranza di consensi, è chiaro che ci sono dei nodi da sciogliere. Partendo da quelli politici. Fin qui quella del Lazio è stata una sorta di ‘Giunta del presidente’ con tanti tecnici di area e pochi esponenti riconducibili direttamente ai partiti.

L’ingresso del M5S scompaginerebbe questo quadro che dura da 8 anni e ci sarà da capire come il Pd in primis e le altre anime del centrosinistra vedrebbero riconosciuto il suo ruolo di azionista di maggioranza dell’esecutivo, anche in considerazione del fatto che alcune deleghe attualmente in mano ad assessori Pd (Mauro Alessandri ed Enrica Onorati su tutti) “rischiano” di finire in mano ai pentastellati. Poi, c’è il tema di Italia Viva, che non ha mai spalancato le braccia ai grillini.

Infine, sullo sfondo resta sempre la vicenda da cui tutto è partito: chi succederà ad Alessandra Sartore alla guida dei conti regionali. L’ipotesi al momento più probabile in questo nuovo quadro è la costituzione di un grande assessorato da affidare a Daniele Leodori (che già si occupa dei fondi europei e dei rapporti con l’Aula) ma non è affatto scontato che la chiusura avverrà in questi termini.

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