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VIDEO | Arrestata la sorella di Messina Denaro, nei pizzini del boss: “Trattati come canaglie, sopraffatti da uno Stato piemontese e poi romano”

Per lei l'accusa è di associazione mafiosa. Salgono a cinque gli arresti messi a segno finora dal giorno della cattura del padrino di Castelvetrano

Pubblicato:03-03-2023 08:22
Ultimo aggiornamento:03-03-2023 19:15

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PALERMO – I carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno arrestato Rosalia Messina Denaro, sorella del superboss di Castelvetrano catturato il 16 gennaio e ora rinchiuso nel carcere de L’Aquila. Per lei l’accusa è di associazione mafiosa. Varie perquisizioni sono in corso in queste ore in provincia di Trapani. In azione anche lo Squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia.

La donna 68enne, è la madre di Lorenza Guttadauro, avvocata scelta dal capomafia di Castelvetrano dal giorno successivo al suo arresto. Il marito di Rosalia Messina Denaro è Filippo Guttadauro, boss del quartiere palermitano di Brancaccio. In carcere anche il secondo figlio della coppia, Francesco.

I PIZZINI CUSTODITI DALLA SORELLA DI MATTEO MESSINA DENARO

La sorella del boss custodiva ‘pizzini’ che, messi insieme, costituivano il diario clinico del paziente oncologico Andrea Bonafede, l’alias usato da Matteo Messina Denaro. È stato proprio il ritrovamento di uno di questi scritti “improvvidamente custodito, sebbene abilmente occultato, proprio da ‘Rosetta’” a indirizzare gli investigatori verso la cattura dell’ultimo grande stragista. È quanto ricostruisce l’ordinanza del gip di Palermo Alfredo Montalto.


Il ‘pizzino’ in questione è stato ritrovato a seguito dell’installazione di microspie e telecamere all’interno dell’abitazione di Castelvetrano di Rosalia. Lo scritto era posto all’interno di una gamba cava di una sedia di alluminio. Recava annotazioni confuse, ma al momento del ritrovamento era stato comunque precauzionalmente fotografato dagli operanti e lasciato occultato esattamente nel luogo dove si trovava. I successivi accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria hanno dimostrato con certezza che il paziente oncologico non corrispondeva alla persona fisica censita, ma a Matteo Messina Denaro, poi arrestato lo scorso 16 gennaio nei pressi della clinica La Maddalena di Palermo. 

IL PIZZINO DI DENARO ‘MANIFESTO’ DELLA MAFIA

Tra gli appunti del boss anche quello che appare come un manifesto mafioso, nel quale Messina Denaro scrive: “Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto, lo ritengo un onore. Siamo stati perseguitati come fossimo canaglie, trattati come se non fossimo della razza umana. siamo diventati un’etnia da cancellare. Eppure siamo figli di questa terra di Sicilia, stanchi di essere sopraffatti da uno Stato, prima piemontese e poi romano, che non riconosciamo. Siamo siciliani e tali vogliamo restare. Hanno costruito una grande bugia per il popolo. Noi il male loro il bene. Hanno affamato la nostra terra con la loro bugia. Ogni volta che c’è un nuovo arresto si allarga l’albo degli uomini e delle donne che soffrono per questa terra. Si entri a far parte di una comunità che dimostri di non lasciar passare l’insulto, l’infamia, l’oppressione, la violenza. Questo siamo e un giorno ne sono certo ci verrà riconosciuto e la storia ci restituirà cià che ci hanno tolto in vita”.

LE INDAGINI E GLI ARRESTI DELLE PERSONE VICINE AL BOSS

L’arresto di Rosalia Messina Denato è stato eseguito su disposizione del gip del tribunale di Palermo, che ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, e segue le indagini che hanno consentito la cattura del padrino di Castelvetrano un mese e mezzo fa all’esterno di una clinica di Palermo, dove si recava per curare un tumore. Quel giorno finì agli arresti anche l’autista del boss, Giovanni Luppino, accusato di favoreggiamento a Cosa nostra. In carcere anche il geometra di Campobello di Mazara Andrea Bonafede, l’uomo che prestò la sua identità al boss e che ora deve rispondere di favoreggiamento alla mafia. Stesso destino per il medico Alfonso Tumbarello: a quest’ultimo, che prescriveva le ricette con le quali Messina Denaro aveva accesso alle cure del servizio sanitario pubblico, viene contestato il concorso esterno in associazione mafiosa. Carcere anche per un altro componente della catena di fiancheggiatori di Messina Denaro: si tratta di un altro Andrea Bonafede, cugino del geometra, anche lui di Campobello di Mazara, che consegnava le ricette mediche all’allora latitante. In questo caso l’accusa è di favoreggiamento aggravato dall’avere agevolato la mafia. 

SANGIULIANO: L’ARRESTO DI ROSALIA MESSINA DENARO È UN’ALTRA VITTORIA STATO

Quello di Rosalia Messina Denaro “è un arresto che fa estremamente piacere, perché dobbiamo affermare in ogni momento la legalità: è un fatto importante, una vittoria dello Stato”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, giungendo a Palermo per il convegno sul tema ‘Infrastrutture e cultura’. “Già con l’arresto di Messina Denaro, questo governo ha dato un segnale storico di lotta alla mafia – ha aggiunto -. La legalità è un grandissimo valore, enunciato dalla nostra Costituzione, ma deve essere prima di tutto un valore delle coscienze ed etico. Quindi – ha concluso Sangiuliano – quando c’è un arresto di persone pericolose fa sempre piacere”.

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