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Alessandro Borghi nel ruolo di un tiranno nel film ‘Il prigioniero’

Al centro del film di Alejandro Amenábar le avventure del giovane Miguel de Cervantes, interpretato da Julio Peña

Pubblicato:30-04-2024 16:23
Ultimo aggiornamento:30-04-2024 16:23

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ROMA – Alejandro Amenábar torna sul set con ‘Il prigioniero’ un film che racconta le avventure del giovane Miguel de Cervantes, interpretato da Julio Peña (‘La Casa di Carta: Berlino’) imprigionato nella città pirata di Algeri sotto il controllo del tiranno Hasán, interpretato da Alessandro Borghi.

IL PRIGIONIERO, IL SET

Nelle scorse settimane, le riprese sono iniziate a Santa Pola. A maggio il set si sposterà al Castello di Santa Barbara ad Alicante, e negli studi Ciudad de la Luz, per proseguire in diverse località della provincia di Valencia e per concludersi a metà giugno nel Real Alcazar di Siviglia.

IL PRIGIONIERO, LA SINOSSI

Anno 1575. Il giovane Miguel de Cervantes, ferito in uno scontro navale, durante il suo ritorno in Spagna, viene catturato in mare aperto dai corsari algerini. Consapevole che una morte crudele lo attende ad Algeri se il suo riscatto non sarà pagato al più presto, Miguel trova rifugio nella sua passione per il racconto di storie. I suoi affascinanti racconti ridanno speranza anche ai suoi compagni di prigionia e attirano l’attenzione di Hasán, il misterioso e temuto governatore di Algeri, con il quale inizia a sviluppare una strana affinità. Mentre i conflitti crescono tra i suoi disperati compagni, Miguel, guidato dal suo incrollabile ottimismo, inizia a pianificare un audace piano di fuga.


“In questo film, come nei precedenti, giocherò con i contrasti: dall’oscura realtà in cui viveva Miguel de Cervantes al potere delle sue storie, i suoi epici tentativi di fuga, le dure condizioni di prigionia, la crudeltà dei suoi carcerieri, il paradiso e la lussureggiante esuberanza dell’hamam, o l’allegria delle strade di Algeri. Miguel de Cervantes ha vissuto tutto questo, ed è esattamente ciò che ha plasmato l’umanismo e la complessità della sua opera. Si sa che uno dei suoi racconti nel Don Chisciotte, intitolato Il prigioniero, contiene numerosi riferimenti autobiografici. Miguel de Cervantes ha lasciato una grande storia non raccontata: la sua. È tempo di conoscerla”, commenta il regista e autore Alejandro Amenábar.

Noto soprattutto per il suo capolavoro Don Chisciotte della Mancia, (tradotto in più di 140 lingue e considerato il primo vero romanzo moderno) la vita movimentata di Miguel de Cervantes gli ha permesso di avere una profonda comprensione della natura umana, che poi ha riflesso nei suoi scritti con umorismo, arguzia e profondità. L’opera di Cervantes ha lasciato un segno indelebile nella letteratura mondiale e la sua eredità continua a vivere.

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