NEWS:

Attraccata nel Corno d’Africa prima nave con grano ucraino, esperti: “Una goccia nell’oceano”

Le 23mila tonnellate non basteranno ad alleviare la fame causata dalla guerra russo-ucraina e l'impennata dei prezzi dei prodotti

Pubblicato:31-08-2022 13:30
Ultimo aggiornamento:31-08-2022 13:30
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Di Alessandra Fabbretti e Brando Ricci

ROMA – La nave Brave Commander con a bordo 23mila tonnellate di grano proveniente dall’Ucraina e destinato alla popolazione dell’Etiopia, Paese alle prese con una crisi umanitaria che colpisce oltre 20 milioni di persone, è attraccata al porto di Gibuti. A renderlo noto è stato il direttore generale del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) delle Nazioni Unite David Beasley, che ha anche condiviso sui social media un video dell’imbarcazione appena arrivata nello scalo. Quello giunto a Gibuti, piccolo Paese costiero del Corno d’Africa, è il primo carico di cereali ad arrivare in Africa fra quelli partiti dai porti ucraini nelle scorse settimane nell’ambito di un accordo raggiunto il mese scorso fra Kiev e Mosca con la mediazione di Turchia e Onu. L’intesa ha messo fine al blocco nelle esportazioni del grano provocato dall’offensiva militare lanciata dalla Russia lo scorso febbraio.

I funzionari del porto di Gibuti, stando a quanto riferito anche da Beasley, sono già a lavoro per scaricare il grano dalla nave. Secondo fonti del Wfp per trasferire il il carico di cereali in Etiopia ci vorrà circa una settimana. Ma come hanno lamentato gli esperti citati dal quotidiano britannico Guardian, la consegna di grano rappresenterebbe infatti “una goccia nell’oceano” rispetto ai reali bisogni di queste popolazioni. L’agenzia delle Nazioni Unite ha calcolato che nel Paese africano oltre 13 milioni di persone nelle regioni settentrionali di Tigray, Amhara e Afar necessitano di aiuti alimentari a causa di un conflitto in corso in queste aree dal novembre 2020. Altre 7,5 milioni di persone vivono una condizione di “fame grave” per via di una siccità ritenuta la peggiore dagli inizi degli anni ’80.


Gravi condizioni di insicurezza alimentare si registrano anche in Somalia, paese che dipendeva dall’Ucraina per il 90% per il suo fabbisogno di grano, dove secondo l’Onu si sta già verificando una
situazione di carestia in alcune aree, e in Kenya. Da quando Ucraina e Russia hanno raggiunto l’accordo per l’istituzione dei cosiddetti “corridoi del grano” 27 navi sono partite dai porti del Paese dell’Europa orientale, con a bordo un carico complessivo di 630mila tonnellate di grano e altri prodotti alimentari.

La Fao e altri organismi delle Nazioni Unite da mesi danno l’allarme su questa crisi, che ha già generato diverse proteste nei paesi africani e mediorientali interessati, tra cui Tunisia, Algeria e a metà agosto la Sierra Leone, dove 27 persone hanno perso la vita nei disordini tra manifestanti e polizia.

Inoltre, dal momento che negli ultimi giorni i combattimenti tra le forze ribelli tigrine e l’esercito etiopico sono ripresi, le Nazioni Unite hanno deciso di sospendere le operazioni umanitarie, pertanto sussiste preoccupazione sul modo in cui verranno consegnati i carichi di cereali. L’escalation sta riguardando anche la vicina regione di Amhara. Infine, secondo gli esperti questa consegna alimentare
potrebbe non essere sufficiente a far riabbassare i prezzi dei prodotti alimentari sui mercati di questi Paesi.

Leggi anche: Grano, orzo, olio di semi: ecco come la guerra in Ucraina sta aggravando la fame nel mondo

Africa, Coulibaly (Rete coltivatori): “Basta fake news, non ci serve il grano ucraino”

Tigray, l’attivista Gebremedhin: “Sanzionare Addis Abeba”

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it