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Torero (Fao): “Ai paesi poveri arriva solo il 26% del grano ucraino”

Fino a 120 navi in coda e 15 giorni per le ispezioni e così arranca l'accordo per l'export dal Mar Nero

Pubblicato:12-10-2022 14:17
Ultimo aggiornamento:12-10-2022 14:17

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FOTO: Fonte Fao

Solo il 26% dell’export di grano attraverso il mar Nero favorito da un accordo mediato dall’Onu raggiunge Paesi poveri o a basso reddito: lo ha sottolineato Maximo Torero, capo economista della Fao, durante un punto stampa in vista della Giornata mondiale dell’alimentazione, in programma domenica prossima, anticipata da un incontro nella sede romana dell’organizzazione dell’Onu previsto venerdì.

L’appuntamento è stato anche occasione per analizzare le ripercussioni del conflitto in Ucraina. Secondo l’esperto, uno dei problemi della cosiddetta “Black Sea Initiative” è “l’accessibilità” delle forniture. “Molti Paesi non hanno le risorse per acquistare, anche a causa dei prezzi elevati” ha sottolineato Torero: “Per questo abbiamo chiesto al Fondo monetario internazionale di creare e approvare un meccanismo in grado di fornire supporto mirato”.
L’intesa sull’export dei cereali dell’Ucraina, mediata dall’Onu insieme con la Turchia, scadrà a fine mese e dovrà dunque essere rinegoziata ed eventualmente rinnovata.


L’ONU AVVERTE: TEMPI TROPPO LUNGHI PER ISPEZIONARE LE NAVI

Tra i problemi segnalati dalle Nazioni Unite l’allungamento dei tempi di ispezione delle navi cargo, una procedura prevista dall’intesa nell’ottica di garantire sicurezza e scongiurare contrabbando di armi e materiale bellico. L’Onu ha calcolato che se ad agosto la durata delle verifiche non superava in media i quattro giorni adesso è compresa tra i dieci e i 15. Il dato sarebbe collegato al congestionamento dei tre porti ucraini di Odessa, Chornomorsk e Pivdennyi. Grazie all’intesa in alcune settimane era stato possibile esportare circa sette milioni di tonnellate di grano. Sempre secondo le Nazioni Unite, in questi giorni in entrata e in uscita dai porti ucraini si formano code anche di 120 navi.
Secondo Torero, gli aumenti dei prezzi e in genere i problemi negli approvvigionamenti alimentari a livello mondiale “non sono causati” dalla guerra in Ucraina ma sono stati “esacerbati” dal conflitto. “Insieme con la Russia”, ha ricordato il capo economista, “questo Paese vale il 30% del mercato”.

NEL MONDO 828 MILIONI DI PERSONE SOFFRONO LA FAME

“Soltanto un impegno comune, con una serie di azioni collettive, permetterà di non lasciare nessuno indietro e di affrontare le sfide sul piano alimentare e sociale poste da conflitti armati, aumenti dei prezzi, degradazione ambientale e conseguenze della pandemia di Covid-19″ ha sottolineato ancora Torero.

Secondo le stime della Fao, oggi le persone che nel mondo soffrono la fame sono circa 828 milioni. Sarebbero invece tre miliardi e 100 milioni, circa il 40% della popolazione del pianeta, coloro che non possono permettersi una dieta salutare.

All’appuntamento di venerdì, che si terrà in forma ibrida, parteciperanno il direttore generale della Fao Qu Dongyu, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) Alvaro Lario e il direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale (Wfp) David Beasley. Messaggi saranno inviati da Papa Francesco, dal presidente italiano Sergio Mattarella e dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

Durante il punto stampa, sono state presentate una serie di iniziative previste in coincidenza con la Giornata mondiale. Tra queste il World Food Forum, una settimana di dibattiti, mostre e momenti culturali al via sabato. “Avremo anche la partecipazione di 20 scienziati under 35 provenienti da diverse regioni del mondo” ha riferito Kazuku Kitaoka, il coordinatore dell’iniziativa. “Sono persone straordinarie che lavoreranno con noi per il prossimo anno”.

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