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Impegni contro la siccità nel Corno d’Africa, ma all’Onu mancano fondi

Cos'è successo alla riunione a New York sugli aiuti alle comunità di Etiopia, Somalia e Kenya

Pubblicato:25-05-2023 12:32
Ultimo aggiornamento:25-05-2023 12:35

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(Foto credits Samuel Otieno, Alto commissariato Onu per i rifugiati/Unhcr)

ROMA – Due miliardi e 400 milioni di dollari per garantire assistenza a quasi 32 milioni di persone messe a rischio dalla siccità in Etiopia, Kenya e Somalia: a tanto ammonta l’impegno annunciato durante una riunione all’Onu dedicata alla regione del Corno d’Africa.

IL RUOLO DI QATAR, ITALIA, GRAN BRETAGNA E STATI UNITI

L’incontro è stato promosso insieme con le Nazioni Unite da Italia, Qatar, Stati Uniti e Gran Bretagna.
“La carestia è stata scongiurata grazie a grandi sforzi delle comunità locali, delle autorità e delle organizzazioni umanitarie e dei donatori” si legge in una nota, diffusa anche dal ministero degli Esteri di Roma. “Dopo cinque stagioni consecutive con piogge scarse oltre 30 milioni di persone hanno ricevuto assistenza in Etiopia, Kenya e Somalia, ma l’emergenza non è affatto conclusa e nuove risorse sono necessarie con urgenza per scongiurare un ritorno allo scenario peggiore”.


BISOGNI DA SETTE MILIARDI DI DOLLARI

Secondo il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, per far fronte alla situazione nella regione, “una crisi che si aggiunge ad altre crisi”, l’obiettivo è raccogliere fondi per sette miliardi di dollari.
In videocollegamento con New York il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha riferito di un impegno da parte di Roma per 70 milioni di euro, finalizzato a “rafforzare i legami” con i Paesi e “sostenere le aspirazioni africane alla pace, alla stabilità e alla crescita”. La riunione si è tenuta ieri, alla vigilia dell’Africa Day, anniversario della nascita dell’Organizzazione dell’unità africana il 25 maggio 1963.

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