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“In via Rasella i partigiani uccisero dei pensionati”, è (di nuovo) bufera su La Russa. Elly Schlein: “Indecente”

Dopo la polemica dello scorso anno, La Russa 'ricade' sul 25 aprile: "I partigiani volevano il comunismo, non la libertà". E parla anche dell'attentato di via Rasella

Pubblicato:31-03-2023 13:34
Ultimo aggiornamento:01-04-2023 13:07
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di Marcella Piretti e Vittorio Rosetti Di Mambro

ROMA – È (di nuovo) polemica per le frasi di Ignazio La Russa, presidente del Senato in quota Fratelli d’Italia. L’anno scorso fece scoppiare un polverone sul 25 aprile, quando alla vigilia delle celebrazioni disse che non aveva intenzione di festeggiarlo (e di andare a “certi cortei”). Quest’anno rieccolo a dire frasi sconcertanti sui partigiani (che “non volevano l’Italia democratica, ma il comunismo”) ma anche sui fatti di via Rasella, l’attentato commesso il 23 marzo 1944 a Roma durante la Resistenza che diede origine, per successiva rappresaglia, all’eccidio delle Fosse Ardeatine da parte delle forza tedesche, il giorno successivo. Di quel fatto, La Russa dice oggi che i partigiani non uccisero dei nazisti ma una banda musicale, di pensionati per giunta. La Russa ne ha parlato a Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi. L’Anpi ha parlato di “parole indegne” e di un tentativo di “delegittimare la resistenza”. Anche l’opposizione si è subito scagliata contro l’esponente di Fratelli d’Italia, a partire da Nicola Fratoianni che lo ha accusato di riscrivere la storia. Nel pomeriggio, poi, sono arrivate anche le parole della neosegretaria Pd Elly Schein: “Parole indecenti“.

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LE PAROLE DI LA RUSSA: “VIA RASELLA PAGINA TUTT’ALTRO CHE NOBILE”

Ecco le parole esatte di La Russa sui fatti del 23 marzo 1944: “Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS“, ha detto La Russa durante il podcast di Libero. La Russa torna anche sulla polemica scoppiata il giorno del ricordo delle Fosse Ardeatine per le parole di Giorgia Meloni “uccisi perchè italiani”. E dice, a difesa della premier: “Quegli italiani erano stati uccisi per rappresaglia per quello che avevano fatto i partigiani a via Rasella”. Quello di via Rasella fu probabilmente il più grave contro le forze tedesche: i partigiani lanciarono alcune bombe al passaggio del battaglione ‘Bozen’: 33 soldiati tedeschi rimasero uccisi, altri 55 feriti.

ELLY SCHLEIN SCANDALIZZATA: “DA LA RUSSA PAROLE INDECENTI”

“Parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre”. Cosi’ la segretaria del Pd Elly Schlein commentando le affermazioni di La Russa su Via Rasella.

ANPI: “DA LA RUSSA PAROLE INDEGNE PER DELEGITTIMARE RESISTENZA”

“Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza“: queste le parole di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi, per commentare le parole di La Russa. Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani. L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la Presidente del Consiglio, anche il Presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane”.

FRATOIANNI: “LA RUSSA FALSIFICA LA STORIA”

“Il sen. La Russa ci ricasca, il revisionismo e la falsificazione della storia è più forte di loro”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“Per decenni i neofascisti italiani e i nazisti in giro per l’Europa- prosegue il leader di SI- hanno insozzato in tutti i modi la Resistenza contro Hitler e Mussolini. Vedo che purtroppo anche l’attuale seconda carica dello Stato va in questa direzione. Forse è meglio che parli un po’ di meno – conclude Fratoianni – e studi un po’ di più, almeno la storia… E si conferma, ancora una volta, che si trova nel posto sbagliato”.

“I PARTIGIANI NON VOLEVANO L’ITALIA DEMOCRATICA MA IL COMUNISMO”

“Non sarà il primo 25 aprile che celebro, sono andato da Ministro della Difesa a rendere omaggio al monumento dei partigiani, ho portato un mazzo di fiori a tutti i partigiani, anche a quelli rossi che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica ma volevano un’Italia comunista. Chi muore per un’idea e per una scelta ideale, non può mai essere oggetto di avversione”, ha detto ancora La Russa a Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi. Lo scorso anno, in occasione del 25 aprile, fecero molto discutere le parole di La Russa che annunciò di non avere intenzione di festeggiare la ricorrenza. In quell’occasione, disse che non avrebbe partecipato ai cortei che si fanno per “celebrare una festa della libertà e della democrazia ma qualcosa di completamente diverso, appannaggio di una certa sinistra”.

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“GIORGIA NON È CAMBIATA, PRONTA DALLA NASCITA A FARE PREMIER”

“Giorgia non è cambiata, ha solo dovuto riempire di più le sue giornate. Non fa un giorno di vacanza da 3 anni. Un anno era partita per l’America e appena arrivata è dovuta tornare indietro perché Salvini se ne è andato al Papete e c’è stata la crisi. L’anno scorso di nuovo, prepara la vacanza e cade il governo! Non ha fatto un giorno di vacanza. Lei prima degli spazi per se stessa riusciva a ritagliarseli, faceva ginnastica, allenamento ecc… Giorgia non è cambiata perché era già strutturata dalla nascita per svolgere questo ruolo che ora ricopre”. Lo ha dichiarato Ignazio La Russa, Presidente del Senato ospite di Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi.

“BOTTE DURANTE MILITANZA POLITICA? DATE E PRESE UNA VOLTA SOLA”

“Le ho date una volta sola, due schiaffi ad un ragazzo che mi diede del fascista e mi cacciò dall’università a pedate. Venni allontanato con qualche pedata, poi incontrai di nuovo questo ragazzo, gli ho dato due sberle. Posso giurare che durante la mia militanza politica è stata l’unica volta che ho usato le mani. Le ho prese invece una volta, la mia fidanzata, poi moglie, mi salvò da un colpo di chiave inglese in testa. Loro erano duemila, noi cento. Partì una sassaiola e poi ci aggredirono. Ci salvammo perchè un carabiniere sparò in aria, poi ebbe anche dei guai, la Digos invece di fermare quelli che ci aggredirono fermò lui”, ha dichiarato ancora La Russa.

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“IL BUSTO DI MUSSOLINI LO HA PRESO MIA SORELLA”

“Il busto non ce l’ho più, se lo è rubato mia sorella. Accetto il regalo del busto di Lenin e lo metto a casa, ne ho tanti, metto anche questo”, ha detto ancora la Russa durante il podcast di Libero.

“SPINELLI? CONTRARIO E NON NE HO MAI FUMATO UNO”

“Mi vergogno molto, parlo di spinelli e sono contrario alle droghe ma senza averne mai provato uno. Non è mai detto però, se qualcuno durante un’intervista mi vuole far provare uno spinello lo provo”. Lo ha dichiarato Ignazio La Russa, Presidente del Senato ospite di TERRAVERSO, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi.

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