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Fosse Ardeatine, Meloni: “335 innocenti uccisi solo perché italiani”. La frecciata di Sinistra italiana: “No, perchè antifascisti”

Al Mausoleo di Roma la cerimonia per il 79esimo anniversario della strage compiuta dalle truppe di occupazione naziste

Pubblicato:24-03-2023 12:29
Ultimo aggiornamento:25-03-2023 13:16

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ROMA – La corona di alloro posta sulla lapide che ricorda i morti delle Fosse Ardeatine, e poi il silenzio in ricordo della strage, interrotto solo dai nomi delle 335 vittime, letti da Marco Trasciani, segretario generale dell’Anfim, l’associazione fondata dai famigliari delle vittime delle stragi nazifasciste. Si è svolta oggi la cerimonia al Mausoleo di Roma per il 79esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Sul palco delle autorità, insieme al presidente, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra. Nel corso della cerimonia, anche una preghiera di Don Sergio Siddi, vicario generale dell’Ordinariato militare per l’Italia, e di Riccardo di Segni, rabbino capo comunità ebraica di Roma.

COSA È L’ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE

Il 24 marzo 1944 le truppe di occupazione naziste uccisero a Roma 335 persone tra civili e militari, prigionieri politici, ebrei e detenuti comuni, in un atto di rappresaglia dopo l’attentato del giorno precedente dei partigiani in via Rasella, che aveva provocato la morte di 33 agenti della polizia tedesca. Le truppe naziste portarono le vittime nelle cava delle Fosse Ardeatine e lì avvenne l’esecuzione, nonché l’occultamento dei cadaveri.


MELONI: FERITA PROFONDA E DOLOROSA, RICORDIAMO QUEI MARTIRI

“Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno“, conclude la premier.

ANPI E OPPOSIZIONI CONTRO LA PREMIER

“La presidente del Consiglio ha affermato che i 335 martiri delle Fosse Ardeatine sono stati uccisi ‘solo perché italiani’. È opportuno precisare che, certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei“. Lo scrive in una nota il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. “È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati ‘barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste’, è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti”, conclude il presidente dell’Associazione partigiani.

Dal Pd, la deputata Chiara Braga su Twitter fa notare alla premier Meloni: “335 martiri in una cava poco lontano dalle case. Non perché italiani ma perché partigiani, politici, ebrei, dissidenti, insieme a tante donne e uomini liberi, uccisi per rappresaglia. La notte più buia della violenza nazifascista”. E il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, twitta: “Un giorno o l’altro riuscirà a scrivere la parola ‘antifascista’?“.

Da Bruxelles, dove è in corso il vertice Ue, la premier Meloni ribatte alle polemiche: “Ho detto italiani, gli antifascisti non erano italiani? Mi sembra onnicomprensivo…”.

GUALTIERI: ABBIAMO IL DOVERE DI COLTIVARE LA MEMORIA

“Una cerimonia toccante. Uno degli eccidi più drammatici e tragici della nostra storia in cui tutta la violenza del nazifascismo si è scatenata contro cittadini di cui abbiamo visto i nomi e i volti scorrere con le loro foto. È stato un momento davvero toccante”. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è intervenuto così a margine delle celebrazioni in ricordo dell’eccidio delle fosse Ardeatine. “Abbiamo il dovere di coltivare e praticare la memoria, di onorare i caduti della tragica pagina delle stragi del nazifascismo. Oggi la presenza del capo dello Stato ha dato un grandissimo rilievo – ha aggiunto il primo cittadino – Noi come amministrazione siamo impegnati nella cura di questo luogo: una politica attiva della memoria”.

GUALTIERI: NESSUNA TOLLERANZA VERSO ESPRESSIONI ANTISEMITE

“Non bisogna abbassare la guardia. Espressioni inaccettabili di razzismo e antisemitismo affiorano troppo e in troppi luoghi. Noi non dobbiamo avere nessuna tolleranza: questi fenomeni vanno repressi e al tempo stesso va costruita una capacità di educare ai valori e ai principi della nostra Costituzione e alle pagine della nostra storia“, ha proseguito Gualtieri.

“Noi per questo ci impegniamo con la nostra politica culturale della memoria nelle scuole, insieme alla nostra comunità educante, perché non si dimentichi quello che è successo e quindi forti anche della nostra conoscenza storica si possano contrastare tutti i fenomeni di antisemitismo, razzismo e nazifascismo e delle pagine indelebili della nostra storia“, ha concluso.

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