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Roccella risponde ai sindaci ‘ribelli’: “Protestano contro la Cassazione?”

La ministra della Famiglia replica all'annuncio dei sindaci delle grandi città di voler continuare a trascrivere gli atti di nascita dei figli di due mamme

Pubblicato:29-03-2023 19:07
Ultimo aggiornamento:30-03-2023 11:05
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figli con due mamme roccella
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ROMA – “Ma i sindaci hanno letto la sentenza della Cassazione a sezioni unite? Perché quello che forse non è chiaro è che non c’è un contenzioso fra il Governo e i primi cittadini che dichiarano di voler trascrivere in automatico gli atti di nascita formati all’estero. Quello contro cui questi sindaci protestano è la pronuncia del massimo organo giurisdizionale dello Stato, che traccia criteri interpretativi chiarissimi”. Lo scrive su Facebook la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, rispondendo ai sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna e Bari, che hanno annunciato la volontà di continuare a trascrivere gli atti di nascita dei figli di due mamme, tranne nei casi di gestazione per altri (vietata dalla legge italiana).

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L’esponente del Governo prosegue nella sua risposta ai sindaci: “Nella gestazione per altri non ci sono soltanto i desideri di genitorialità, le aspirazioni e i progetti della coppia committente. Ci sono persone concrete. Ci sono donne usate come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali. Ci sono bambini esposti a una pratica che determina incertezze sul loro status e, quindi, sulla loro identità nella società“.


Per Roccella, che cita la Cassazione, “deve allora escludersi la trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero, e a fortiori dell’originario atto di nascita, che indichi quale genitore del bambino il padre d’intenzione. L’ineludibile esigenza di garantire al bambino nato da maternità surrogata gli stessi diritti degli altri bambini nati in condizioni diverse è assicurata attraverso l’adozione in casi particolari, ai sensi dell’art. 44, primo comma, lett. d), della l. n. 184 del 1983, che consente di dare riconoscimento giuridico, con il conseguimento dello status di figlio, al legame con il partner del genitore biologico che ha condiviso il progetto genitoriale e ha di fatto concorso nel prendersi cura del bambino sin dal momento della nascita“.

“L’automatismo del riconoscimento del rapporto di filiazione con il genitore di intenzione sulla base del contratto di maternità surrogata e degli atti di autorità straniere che riconoscono la filiazione risultante dal contratto, non è funzionale alla realizzazione del miglior interesse del minore, attuando semmai quello degli adulti che aspirano ad avere un figlio a tutti i costi“, continua la ministra.

Roccella conclude il suo post: “Il riconoscimento della genitorialità non può essere affidato ad uno strumento di carattere automatico. L’instaurazione della genitorialità e il giudizio sulla realizzazione del miglior interesse del minore non si coniugano con l’automatismo e con la presunzione, ma richiedono una valutazione di concretezza: quella valutazione di concretezza che postula il riscontro del preminente interesse del bambino a continuare, con la veste giuridica dello status, un rapporto di cura e di affettività che, già nei fatti, si atteggia a rapporto genitoriale. Una diversa soluzione porterebbe a fondare l’acquisto della genitorialità sulla sola scelta degli adulti, anziché su una relazione affettiva già di fatto instaurata e consolidata. L’esclusione della automatica trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero non cancella, né affievolisce l’interesse superiore del minore“.

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