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In Cile dopo lo stato di emergenza ancora 3200 detenuti, quattro desaparecidos

Gli ultimi dati dell'Istituto nazionale dei diritti umani indicano 18 casi di tortura con connotazioni sessuali, cinque morti per abusi delle forze armate, oltre mille feriti in ospedale

Pubblicato:28-10-2019 14:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:53
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ROMA – “Il direttore dell’Istituto nazionale dei diritti umani (Indh) del Cile invita tutte le persone che hanno avuto paura e subito violazioni dei diritti umani a denunciarle”. Questo l’appello diffuso via social dopo la fine dello stato d’emergenza proclamato il 19 ottobre dall’avvocato Sergio Micco, che guida l’Istituto. Gli ultimi dati dell’Indh relativi al periodo dello stato d’emergenza indicano 18 “casi di tortura con connotazioni sessuali”, cinque morti per abusi delle forze armate, oltre mille feriti in ospedale e quasi 3.200 arresti. In un’intervista alla televisione nazionale ‘Tvn’, Micco ha ricordato anche che quattro sarebbero ancora ‘desaparecidos’, mentre l’Istituto sarebbe riuscito a contattare una settantina di persone di cui era stata denunciata la scomparsa. Anche l’Onu ha avviato un’indagine sulle violazioni dei diritti umani durante le recenti proteste: la missione inizia oggi, mentre proseguono le manifestazioni. Fonti della stampa locale hanno poi riferito di un blocco della Strada 68, che connette Santiago a Valparaiso, da parte di un gruppo di autotrasportatori che contesta il sistema di telepedaggio elettronico e l’aumento del prezzo del carburante. La protesta avviene mentre al Palazzo della Moneda si attende di conoscere quali e quanti ministri verranno sostituiti nel rimpasto annunciato dal presidente Sebastian Pinera, che ha detto di voler “strutturare un nuovo gabinetto per poter far fronte alle nuove esigenze”.

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