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Borseggiato a Venezia anche il ministro del Tribunale costituzionale del Cile

Nuovo caso dopo ministra brasiliana. "Questa piaga è un pessimo biglietto da visita per la città"

Pubblicato:14-03-2024 18:13
Ultimo aggiornamento:14-03-2024 18:13

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VENEZIA – Dalla piaga di borseggi, furti ed episodi di microcriminalità di Venezia non viene risparmiato José Ignacio Vásquez Márquez, ministro del Tribunale Costituzionale del Cile. Era in visita istituzionale in città e “l’episodio di oggi è purtroppo solo l’ultimo di una lunga lista: solo qualche mese fa ad essere derubata fu la ministra della cultura brasiliana“, il che evidenzia che “la necessità di assumere provvedimenti adeguati è cogente e urgente”, afferma in un comunicato il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti.

“ALTRO EPISODIO: HA RISCHIO L’IMMAGINE DELLA CITTÀ”

Che immagine di Venezia viene rilanciata, in ambito internazionale, se ad essere vittima di borseggi, furti ed episodi di microcriminalità non sono solo cittadini e turisti ma anche personalità dall’alto spessore istituzionale, il cui ruolo politico e sociale li pone in condizioni di particolare visibilità, accendendo quindi un macroscopico faro sulle condizioni di sicurezza del capoluogo lagunare? Il furto subito da José Ignacio Vásquez Márquez, Ministro del Tribunale Costituzionale del Cile, è un pessimo biglietto da visita per la città e i suoi effetti ricadono non solo sulla vittima ma anche sulla città stessa delineando un contesto generale di insicurezza e pericolo“, afferma ancora Ciambetti.

AL CONSOLATO DEL CILE SEGNALAZIONI MENSILI DI FURTI DI PASSAPORTI

Il presidente della prima commissione in Regione, Luciano Sandonà, ricorda peraltro che al Consolato onorario del Cile “arrivano segnalazioni mensili di furti di passaporti compiuti ai danni di turisti in visita a Venezia ma sono molte anche quelle che arrivano da altre rappresentanze consolari. Chi commette simili reati non osserva distinzioni di razza, nazionalità, status sociale e cariche pubbliche o private e agisce in modo organizzato, peraltro conoscendo benissimo la legge e mandando a delinquere soggetti che godono di una sostanziale impunità”.


L’APPELLO ALLE FORZE DELL’ORDINE E ALLE ISTITITUZIONI: NUOVI STRUMENTI A TUTELA CITTADINI E TURISTI

Anche Sandonà teme il danno di immagine: “Episodi a quali assistiamo quotidianamente non possono essere derubricati come reati minori: i loro effetti hanno infatti una ricaduta a cascata su un contesto ben più ampio, capace di causare un effetto moltiplicatore negativo che danneggia non solo le vittime dirette ma ne causa molte altre, di indirette. Agire in modo tempestivo è fondamentale”. La piaga dei borseggi nel contesto veneziano “è nota da tempo ma recentemente ha visto una recrudescenza ad opera di soggetti organizzati, che si muovono in diverse zone della città, in particolare nei pressi di Rialto, Piazza San Marco e Piazzale Roma, sia tra le calli che sui mezzi pubblici”, segnala Ciambetti, sollecitando “nuovi e più efficaci strumenti per aiutare cittadini e turisti”: è una priorità su cui ha presentato una risoluzione per chiedere che “ogni livello istituzionale” trovi “nuovi ed ulteriori strumenti rispetto a quelli attuali per informare della presenza di borseggiatori e sull’esigenza di organizzare squadre antiborseggio in borghese, dedicate esclusivamente alle zone del centro storico veneziano“. E rinnova alle Forze dell’ordine l’invito a “impegnarsi in un’opera capillare di deterrenza affinché si riesca a debellare un fenomeno le cui conseguenze sono pesantissime e non riguardano solo il tema della sicurezza ma si trasformano anche in un danno economico per una città che sfiora i 23 milioni di presenze turistiche annuali”. José Ignacio Vásquez Márquez era stato ricevuto da Ciambetti a Palazzo Ferro Fini: si trova a Venezia per i lavori della Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, conosciuta come Commissione di Venezia (o Venice Commission). All’incontro era presente anche Sandonà.

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