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Terrorismo, Di Maio: “Italia e Usa insieme contro la propaganda dello Stato islamico”

Il ministro degli Esteri ospita a Roma la riunione ministeriale anti-Daesh alla presenza del segretario di Stato americano Blinken

Pubblicato:28-06-2021 19:11
Ultimo aggiornamento:28-06-2021 19:11
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di maio blinken
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ROMA – Stabilizzazione delle aree liberate da Daesh nel 2019 in Iraq e nel nord-est della Siria; contrasto alla propaganda e alle linee di finanziamento dello Stato islamico; rimpatrio degli ex combattenti stranieri al momento detenuti in Siria. Sono questi alcuni dei temi centrali dibattuti oggi nell’ambito della riunione ministeriale anti-Daesh che si è tenuta a Roma. A esporli, nel corso di una conferenza stampa congiunta, il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi di Maio, e il segretario di Stato americano, Anthony Blinken. Di Maio ha ricordato il ruolo centrale dell’Italia nella coalizione Nato in Iraq e l’impegno umanitario in Siria accanto alle Nazioni Unite e al ‘Sinjar Action Fund’ fondato dalla Premio Nobel per la pace Nadia Murad, attivista yazida. Otre a questo il titolare della Farnesina ha parlato anche del lavoro svolto “insieme a diverse Ong e all’Organizzazione mondiale della sanità” nell’ottica di “contenere la diffusione del contagio di Covid-19”.


Tra i nodi centrali evidenziati dal ministro anche quello relativo al contrasto della propaganda dell’organizzazione terroristica, soprattutto via web, con l’obiettivo di “sconfiggerne anche l’ideologia” dopo la vittoria militare nel 2019. Un traguardo, questo, ha specificato il ministro, che “ha depotenziato l’organizzazione in Siria e Iraq”, senza impedirne però “la proliferazione in altri territori, come l’Africa”. Blinken, che ha ricordato che il tema della Siria verrà affrontato oggi anche nell’ambito di una riunione a formato ristretto a cui prenderà parte anche Di Maio, ha annunciato “nuovi 436 milioni di dollari di assistenza umanitaria per il Paese mediorientale”, prostrato da circa un decennio di conflitto civile, “e le comunità che ospitano i siriani”. Arriva così a “13,5 miliardi di dollari“, ha detto il segretario, “il volume dell’impegno economico americano nei confronti della Siria”.


“Aumentare gli stanziamenti alla cooperazione allo sviluppo” è l’arma più efficace per combattere il terrorismo. È questo il cuore di uno degli interventi del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi di Maio, a una conferenza stampa congiunta con il segretario di Stato americano, Antony Blinken. L’incontro con i cronisti è stato organizzato al termine della riunione ministeriale della Coalizione Anti-Daesh, che si è tenuta oggi a Roma ed è stata presieduta da Italia e Stati Uniti. Rispondendo ai giornalisti, Di Maio ha detto che “per contrastare Daesh lo strumento più importante è rafforzare le istituzione locali e a questo fine aumentare lo stanziamento alla cooperazione allo sviluppo”. Il ministro ha evidenziato che questo aspetto è uno di quelli essenziali “della postura italiana” sul tema e che il nostro Paese “aumenterà gli sforzi in questo senso in diversi teatri internazionali”. Tra questi, c’è anche l’Afghanistan: “Il ritiro della parte militare non significa abbandonare questo Paese” ha detto il ministro in riferimento al ritiro della coalizione della Nato e quindi anche dei soldati italiani, cominciato a maggio e in via di completamento. “Concentreremo maggiore impegno nella cooperazione e nell’addestramento delle forze locali” ha dichiarato Di Maio.

L’Italia, ha spiegato Di Maio, ha proposto “la creazione di un gruppo di lavoro sul Sahel e in generale su tutta l’Africa per identificare e fermare in collaborazione con i partner locali le minacce connesse a Daesh nella regione”. Il continente africano, dal Sahel fino al Mozambico e il Corno d’Africa, è stato definito dal titolare della Farnesina un nuovo “allarmante” scenario di proliferazione di cellule terroristiche legate al gruppo Stato islamico. Il ministro, che ha ricordato i suoi recenti viaggi in Mali e Niger, ha affermato che il contrasto a Daesh deve essere di natura “olistica” e in questo senso ha ribadito che l’impegno italiano si sviluppa tramite “accordi bilaterali con i Paesi della regione finalizzati a combattere il cambiamento climatico e la desertificazione, che creano povertà e abbassano la qualità della vita” e il “sostegno all’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr)”, anche tramite la creazione di “corridoi legali” dalle zone coinvolte. Blinken, dal canto suo, ha detto che gli Stati Uniti hanno sostenuto l’iniziativa italiana in seno alla coalizione e che quest’ultima, “senza dimenticare l’Iraq e il nord della Siria”, è pronta a “mettere a frutto la sua esperienza anche in Africa. Proteggere la sicurezza del Sahel significa proteggere quella dell’Europa intera – ha poi ribadito Di Maio – in quanto snodo centrale del commercio di armi e, soprattutto, di uomini verso il nostro continente”.

“L’Italia è un forte partner commerciale della Cina, con la quale abbiamo relazioni storiche, ma questo legame non è paragonabile né interferisce con l’alleanza di valori che abbiamo con gli Stati Uniti”. Lo ha detto oggi il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi di Maio. Il titolare della Farnesina ha aggiunto che, rispetto alla verifica di eventuali violazioni dei diritti umani da parte di Pechino, l’Italia “è in prima linea in ogni consesso multilaterale”, come successo con “il sostegno alla recente iniziativa canadese” e a quella “dell’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet”. Un riferimento, questo, probabilmente, all’annuncio di Bachelet di una trattativa con la Cina per recarsi in visita nella regione dello Xinjiang, dove, aveva detto la dirigente dell’Onu, “continuano a emergere segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani” nei confronti della minoranza uigura.

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Sul tema, il segretario di Stato Usa Blinken ha detto che “ai recenti incontri multilaterali come il G7 e il Summit Nato stiamo trovando le stesse vedute con i nostri partner rispetto alla Cina”. Blinken si è detto “consapevole della complessità dei rapporti con Pechino“, che sono “sia di tipo concorrenziale che cooperativo”. Blinken ha comunque registrato il coinvolgimento italiano nell’iniziativa americana ‘Build Back Better World‘, ritenuta da diversi analisti una risposta al piano di investimenti infrastrutturali della Belt and Road Initiative o ‘Nuova via della seta’ cinese, che pure vede la partecipazione italiana.

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