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Dopo la pandemia torna la marcia nazionale per la Pace. Appuntamento ad Altamura

55edizione per dire 'no' a tutte le guerre. L'appuntamento con 'Nessuno può salvarsi da solo' è per il 31 dicembre

Pubblicato:27-12-2022 14:57
Ultimo aggiornamento:27-12-2022 14:59
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Ad Altamura la marcia nazionale per la pace
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BARI – La 55esima marcia nazionale per la pace si svolgerà, a partire dalle 15 del prossimo 31 dicembre, ad Altamura, in provincia di Bari. L’iniziativa, voluta dalla conferenza episcopale italiana e organizzata in collaborazione con associazioni e movimenti cattolici come il movimento dei focolarini, Caritas italiana e azione cattolica, torna in strada dopo i due anni di stop provocati dalla pandemia da coronavirus.
Sono attesi duemila partecipanti, tra loro ci saranno alcuni vescovi e l’ex presidente di Pax Christi, monsignor Luigi Bettazzi.

UNA MARCIA PER SVEGLIARE L’UMANITA’

“È una marcia che vuole ancora una volta svegliare questa nostra umanità perché la guerra mette in gioco la nostra umanità e il nostro essere umani. Ben venga questo cammino affinché sia davvero l’eco del passo di Isaia che dice: Sono belli i piedi di coloro che annunciano buone notizie, notizie di pace”, ha detto a margine della conferenza stampa di presentazione, monsignor Giovanni Ricchiuti, arcivescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.

‘NESSUNO PUO’ SALVARSI DA SOLO’

Il titolo scelto per l’appuntamento è “Nessuno può salvarsi da solo” e prenderà il via dal carcere della città “luogo di riflessione e simbolico”, ha continuato il prelato. Ogni tappa avrà un tema da affrontare: la ripartenza dopo il Covid, la cultura della cura, l’obiezione alla guerra e al nucleare e pane e pace.


MAI ABITUARSI ALLA GUERRA

“Il rischio di far diventare questa guerra come qualcosa a cui siamo abituati e quindi normale, è un rischio che stiamo correndo tutti anche all’interno della comunità ecclesiale”, ha aggiunto don Domenico Natale, direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro della diocesi di Altamura spiegando che “non possiamo vivere in questi scenari con questa paura del futuro”. “Ricordo – ha proseguito – quando ero ragazzo e c’era la guerra fredda. Siamo cresciuti con la paura del nucleare, delle bombe atomiche e questo creava un senso di oppressione, quel senso di paura del futuro che non ti spinge a pensare e a volare alto. Vivere una marcia, essere presenti, dire ci siamo ha per questo, ancora senso”.

UNA MARCIA PER DIRE BASTA ALLE BOMBE. SERVE CAMBIARE STRADA

La marcia è un modo per dire “basta alle armi, basta affidare la soluzione dei conflitti alle bombe. Bisogna cambiare strada. È un’altra la strada ed è la strada del dialogo, della riconciliazione e della concordia”, ha concluso Ricchiuti.

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