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L’ombra delle scommesse clandestine dietro alla sparatoria allo Sperone di Palermo

Tre fermati dopo la morte di un uomo

Pubblicato:27-02-2024 22:04
Ultimo aggiornamento:27-02-2024 22:05
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lamborghini polizia di stato
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PALERMO – Ci sarebbe un tentativo di estorsione sui proventi illeciti del mondo delle scommesse clandestine dietro alla sparatoria del quartiere Sperone di Palermo costata la vita a Giancarlo Romano. Il conflitto a fuoco è avvenuto in via XXVII maggio ma poco prima c’era stata un’altra sparatoria all’interno di una sala scommesse di corso dei Mille, nella quale erano rimasti feriti un cliente e uno dei tre fermati di oggi dalla Dda, C.M., di 55 anni, considerato dalla polizia l’uomo che ha poi sparato a Romano. Il contrasto tra le due fazioni sarebbe nato da un debito maturato dal 55enne nei confronti di Romano.

IL SACERDOTE: “SIAMO TORNATI AGLI ANNI ’90?”

“Il quartiere è scosso, sembra di essere tornati agli anni Novanta che avevamo dimenticato: c’è tensione e paura”. A parlare con la Dire è don Ugo Di Marzo, sacerdote della parrocchia Maria Santissima delle Grazie-Roccella, a Palermo, all’indomani del delitto. “Un’azione fatta mentre la gente torna a casa dal lavoro e le mamme vanno a prendere i figli – evidenzia il sacerdote -. Una sparatoria da far west, mi chiedo cosa stia accadendo”. Il sacerdote poi aggiunge: “In un primo momento si è parlato di una vicenda di droga e si è subito puntato il dito sul quartiere ma lo Sperone non è sinonimo di spaccio – continua -, purtroppo è luogo di malaffare ma ci sono tante persone perbene”. La paura ora è che l’omicidio di via XVII maggio porti dietro di sé altri episodi violenti. “Non si inneschi una spirale di odio – è l’appello di don Di Marzo -. Nessuno ha il diritto di togliere la vita agli altri”


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