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ANCONA – “A sei anni di distanza molti passi avanti sono stati fatti dal punto di vista della prevenzione e della ricerca scientifica mentre è ancora lunga la strada verso una completa ricostruzione, con oltre seimila interventi pubblici da completare o da impostare e ancora tante persone in attesa di ritornare nella propria casa o in una di nuova costruzione”. Lo dice il presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche Piero Farabollini a sei anni di distanza dalla scossa che il 26 ottobre 2016 colpì nuovamente le Marche e il Centro Italia amplificando enormemente i danni causati dalla scossa del 24 agosto e aggiungendo molti nuovi Comuni alla lista di quelli colpiti. Il cratere diventò così il piĂą ampio di sempre nella storia italiana. “Vogliamo sottolineare l’immenso lavoro di microzonazione sismica realizzato in questi anni- aggiunge Farabollini- Si tratta di uno strumento fondamentale per ricostruire in sicurezza ed, eventualmente, non ricostruire laddove il terreno non consenta di farlo. In tutti i Comuni colpiti dal terremoto del 2016 oggi sappiamo, nel dettaglio, come si comporta il suolo in caso di eventi sismici piĂą o meno intensi. Il successo della microzonazione nel centro Italia dimostra che in questo paese la prevenzione può andare oltre le chiacchiere e calarsi nella realtĂ attraverso fatti concreti“. Il lavoro fatto nelle aree colpite, secondo i geologi marchigiani, “può essere svolto ovunque e la prioritĂ dovrebbe essere proprio l’intera dorsale appenninica”.
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Quanto alle prioritĂ che il nuovo Governo dovrĂ affrontare per Farabollini, giĂ commissario alla Ricostruzione a cavallo tra il 2018 ed il 2020, sono due. “NecessitĂ non piĂą rinviabili- conclude- snellire la burocrazia di questo paese, che tanti ostacoli ha posto e continua a porre sulla strada della ricostruzione ed investire in opere di prevenzione e tutela del territorio. Ricordiamo che nella nostra regione si sta ancora cercando una donna dispersa dopo l’alluvione del 15 settembre, che ha causato 12 vittime accertate. Una catastrofe che, come abbiamo detto con forza in quei giorni, si sarebbe potuta evitare realizzando le opere necessarie e, in molti casi, giĂ approvate”.
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