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Luiss, parte il Programma Diaspore: orizzonte mondo

Pubblicato:26-01-2021 17:18
Ultimo aggiornamento:26-01-2021 17:21

diaspore program
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ROMA – Le diaspore sono la tessera mancante del puzzle che finalmente è stata ritrovata, divenuta ora elemento chiave da valorizzare a beneficio dell’Italia e dei suoi rapporti con il mondo. Cominciando della condivisione dei saperi e dall’università e scommettendo sulla migrazione circolare dei talenti. È l’impegno emerso oggi in apertura di un ciclo di cinque webinar ospitati dalla Luiss Guido Carli.

“Diaspora, knowledge and community”, questo il titolo del primo incontro online, è anche una riflessione sul significato delle parole. Secondo Paola Severino, vicepresidente della Luiss con delega all’internazionalizzazione, “le diaspore non vanno intese solo come comunità che si allontanano dal proprio Paese ma anche e soprattutto come costruttrici di ponti, capaci di mix culturali che sono humus per le università”.

Una prospettiva, questa, rilanciata durante il webinar dalla viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Emanuela Claudia Del Re. La sua tesi è che dalla “brain circulation”, la mobilità di studenti, esperti e professionalità, possono esserci ricadute positive. “Le diaspore contribuiscono allo sviluppo dei loro Paesi di origine con le rimesse, creando capitale sociale e condividendo le conoscenze acquisite” sottolinea la viceministra. “Possono promuovere investimenti a livello internazionale e anche trasferire una ‘weltanschauung’, una visione del mondo che scavalca i confini”.

Con cadenza mensile, fino al 25 maggio, il ciclo della Luiss si focalizzerà su temi complessi e decisivi: ‘Innovation, Digitalization and Sustainability as a Way to Social and Ecological Transition’, ‘Italian and African Geopolitical Perspectives’, ‘Data Science to Support a Changing World’ e ‘Italian and African Business Perspectives’.

Secondo Del Re, si tratta di incontri necessari a “favorire la migrazione circolare degli studenti” e a “rafforzare le diaspore”, indicate come attore centrale della cooperazione italiana allo sviluppo dalla riforma del 2014. Ne parla anche Cleophas Adrien Dioma, organizzatore dei webinar con la Luissin qualità di presidente dell’associazione Le Reseau e animatore del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo (Cncs).

Il suo sguardo è rivolto all’Africa, ma anche all’Asia e all’America Latina. “Le diaspore erano la tessera che mancava al puzzle della cooperazione internazionale allo sviluppo” la metafora di Dioma. “Finalmente l’abbiamo trovata: ora, con tutto il suo capitale sociale, è a disposizione dell’Italia”.

Il nostro Paese si muove e a essere protagonisti sono i giovani del mondo. Ascoltate Jean-Leonard Touadi, politologo e scrittore di origini congolesi, gia’ deputato e consulente della Fao, ora presidente del Centro relazioni con l’Africa della Societa’ geografica italiana. “C’e’ un desiderio inevaso d’Italia” spiega all’agenzia Dire, media partner dei webinar, parlando del Mediterraneo come luogo d’incontro e mare di quel “rendez-vous de l’universel” immaginato da Leopold Sedar Senghor, primo presidente del Senegal, poeta e visionario.
Secondo Touadi, oggi le diaspore possono essere “mediatori culturali”, “smistatori di criticità” e allo stesso tempo “catalizzatori di opportunità, culturali, economiche e commerciali, da sviluppare sulla base di un rapporto di parita’”.

È il punto toccato da Raffaele Marchetti, prorettore per l’internazionalizzazione della Luiss, convinto che le diaspore siano “strategiche” per “sviluppare tutte le potenzialita’ del rapporto con l’Africa dei giovani”. Leonardo Carmenati, vicedirettore tecnico dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), sottolinea invece l’importanza della comunicazione. “Con il progetto Summit nazionale delle diaspore abbiamo sostenuto le associazioni nell’accesso ai fondi pubblici ma abbiamo anche voluto contribuire a cambiare la narrativa sui migranti” dice: “Il loro valore aggiunto deve risultare piu’ evidente”. Sulla stessa linea Giorgio Marrapodi, direttore generale in Farnesina per la Cooperazione allo sviluppo: “La Luiss e il mondo delle universita’ possono contribuire a comunicare nel modo giusto le diaspore, il loro apporto all’Italia e alle sue relazioni con il mondo”. Ad animare e a seguire i lavori di oggi, in inglese, francese e italiano, studenti, professori ed esponenti di associazioni.

Una delle voci, in videocollegamento, arriva dal Burkina Faso. È quella di Alioune Benga, direttore generale dell’Institut Africain de Management (Iam) di Ouagadougou, convinto che gli atenei del continente pronti a collaborare siano tanti: “Finora molti si sono focalizzati sui rapporti con la Francia ma ora l’esperienza dell’Italia e’ comprovata; bisogna far decollare questo nuovo partenariato”.


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