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ROMA – La multiculturalità come capacità di avere “apertura maggiore”, contrapposta a “strutture monoculturali” che rendono più difficile saper guardare ad altre “possibili normalità”: è la prospettiva suggerita da Mehret Tewolde, vicepresidente dell’associazione Le Reseau, durante una masterclass del Programma diaspore della Luiss.
Il tema dell’incontro, in collegamento web, è “leadership, inclusion and diversity”. Da questi termini muove Tewolde, sottolineando come oggi siano centrali anche nel dibattito internazionale, come confermano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Si sofferma, la vicepresidente di Le Reseau, sulla parola diversità.
“Alla sua base ci sono i privilegi, che quando sono acquisiti portano a guardare il mondo in modo differente” dice Tewolde. “Oggi su questi privilegi dobbiamo lavorare: essere privilegiati non è una colpa in sé ma lo è non capire di esserlo e pensare che chi è rimasto indietro lo sia perché non si è dato da fare e non magari perché questa persona si arrende proprio perché esclusa da una serie di privilegi”.
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