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Vannacci: “Non mi dichiaro antifascista, nessuna legge me lo impone”

"Il fascismo è finito 100 anni fa. Nessuno richiede di dichiararsi antinapoleonico....". Sulle classi per disabili: "Le mie parole sono state travisate"

Pubblicato:02-05-2024 17:40
Ultimo aggiornamento:03-05-2024 10:56

Vannacci
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ROMA – “Non mi sono mai definito antifascista, non credo che sia utile, non è richiesto da nessuna norma, da nessuna legge“. Lo dice a Napoli, dove sta presentando il suo libro, “Il mondo al contrario”, il generale Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee.

“Il fascismo è finito 100 anni fa – il ragionamento di Vannacci con i giornalisti -, non si è anti qualcosa che non esiste. Il giuramento che prestano sia i politici che i militari non richiede di dichiararsi antifascisti, questa è una dichiarazione pretestuosa che serve ad alcune persone per assegnare una certificazione di qualità di cittadini di serie A o di serie B. Così come nessuno richiede di dichiararsi antinapoleonico perché l’età napoleonica è finita 200 anni fa. Ritengo strumentale che si chieda a qualcuno di dichiararsi antifascista, è un periodo storico concluso e terminato”.

PROTESTE AL SUO ARRIVO: “FASCISTI COME LUI A NAPOLI NON HANNO SPAZIO”

“A Vannacci vogliamo dire che fascisti come lui, persone che sdoganano un linguaggio di odio e violenza estrema solo per correre alle europee e guadagnare voti, non avranno mai spazio in questa città, dove c’è ancora resistenza, e vogliamo dire che un linguaggio del genere, le loro politiche, in Italia come in Europa, sono per noi inaccettabili”. A spiegarlo è Jonathan, del gruppo Che fatt pride, tra i promotori della contestazione. Durante la protesta, animata dallo slogan “Cacciamolo”, e che ha visto la partecipazione della comunità Lgbtqi+, sono stati esposti anche cartelli con il nome di Vannacci e la scritta “Napoli ti vuole vedere a testa in giù”. Da piazza del Plebiscito, dove si erano riuniti, i contestatori hanno raggiunto il lungomare di Napoli, parzialmente chiuso al passaggio pedonale, a pochi metri di distanza dal teatro Iav, dove si è tenuta la presentazione del volume di Vannacci. Proprio qui sono stati allontanati dalle forze dell’ordine prima che potessero avvicinarsi al teatro. “Vannacci – aggiunge Jonathan – è un generale in politica, la storia ci insegna che i militari in politica non portano mai cose buone. Già solo il fatto che lui si candidi è molto preoccupante”. “Parliamo – spiega invece Davide – di un omofobo, un sessista, che ha espresso posizioni irricevibili. Noi crediamo che non abbia diritto di parola nella nostra città. Chi predica odio, dice che gli omosessuali non sono normali, chi vorrebbe classi separati per le persone con disabilità, per quanto ci riguarda dovrebbe sparire da questa campagna elettorale, e non ci sorprende che lui abbia trovato spazio nella Lega Nord, la formazione più a destra in questo momento nel Paese insieme a Fratelli d’Italia”.


“SUI DISABILI LE MIE PAROLE SONO STATE TRAVISATE”

“Non ho pronunciato nessuna frase particolarmente sensibile sui disabili, quella frase è stata travisata per un titolo che non rappresentava le mie esternazioni, che erano totalmente diverse: non ho mai detto che i disabili devono andare in classi separate, anzi. Io mi riferivo al fatto che dei disabili devono occuparsi gli specialisti, che hanno bisogno di un’attenzione specifica, non solo limitata al personale, ma anche probabilmente a delle strutture ad hoc”. Vannacci aggiunge di aver parlato di “una scuola che viene implementata in Francia, Germania, negli Stati Uniti, in Inghilterra, Danimarca, dove le classi sono suddivise in base alle capacità e ai risultati. La Francia è un Paese discriminatorio? La Danimarca, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, che applicano questa procedura didattica, sono discriminatori? In Italia esistono già queste classi, solo che se le possono permettere solo quelli che mandano i figli nelle scuole private. Esiste già una suddivisione, ma la più grande discriminazione è tra chi ha i mezzi e chi no”.

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