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Studio Usa: “Con vaccino Covid rischio di aborto per le donne in gravidanza non aumenta”

Ricercatori Cdc: "Tasso al 12,8%, vicino a quello della popolazione generale"

Pubblicato:25-08-2021 14:25
Ultimo aggiornamento:25-08-2021 14:39

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ROMA – La somministrazione del vaccino a mRNA in gravidanza non sembra essere associata a un aumento del rischio di abortività, rispetto a quello della popolazione generale. È quanto emerge da uno studio, ancora in corso, condotto negli Stati Uniti da un gruppo di ricercatori dei Centers for Disease Control and Prevention e pubblicato sulla piattaforma ‘Research Square’.

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VACCINO COVID E GRAVIDANZA: LO STUDIO AMERICANO

L’indagine ha coinvolto un campione di circa 2.456 donne in gravidanza che avevano ricevuto il vaccino a mRNA in fase preconcezionale o entro le prime 20 settimane di gestazione. Il dato degli aborti spontanei è stato quindi aggiustato standardizzando l’età del campione preso in considerazione, considerato che l’età materna incide sul rischio di aborto. Questa standardizzazione ha portato a un calo immediato delle percentuali di rischio di aborto, dal 14,1% al 12,8%, riportando il tasso di rischio nel range della popolazione generale. I ricercatori concludono sottolineando la necessità di rafforzare i risultati dell’indagine con studi osservazionali che includano anche donne non in gravidanza.

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