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Caro affitti, per gli universitari è ‘Emergenza fuorisede’: 3 studenti su 10 non arrivano a fine mese

Presentato il rapporto dell'Udu: a Milano 645 euro per una stanza singola. Il 30 ottobre l'incontro con la ministra Bernini

Pubblicato:24-10-2023 15:07
Ultimo aggiornamento:24-10-2023 15:07
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ROMA – Il 60% degli studenti fuorisede fa molta fatica a trovare alloggio, e nella metà dei casi la ragione sono i costi. Per il 53% degli studenti i canoni sono inaccessibili, per il 42% la ragione è che le condizioni degli alloggi sono inaccettabili, mentre il 13% registra discriminazioni di genere (“si affitta solo a studentesse”). Una situazione critica che riguarda, in maniera diversa, tutte le città universitarie italiane. Una camera singola, oggi, costa in media 430 euro spese incluse. Ma a Milano, con bollette e spese si superano i 600 euro, seguono Bologna, Roma, Padova, Firenze. E se si sceglie di stare in una stanza doppia il risparmio è molto ridotto: il costo si aggira in media attorno ai 280 euro. Ecco perché 3 studenti su 10 dicono di fare fatica ad arrivare a fine mese a causa delle difficoltà economiche.

Oggi gli studenti che possono pagare affitto e condominio sono solo il 34%, gli altri hanno difficoltà gravi o meno gravi. A sei mesi dalla prima protesta delle tende, l’unione degli Universitari ha promosso un rapporto sulla condizione abitativa degli studenti per capire qual è la reale situazione dei fuorisede. E la risposta sta nel titolo stesso dato al rapporto: ‘Emergenza fuorisede‘. Presentato questa mattina negli spazi di ‘Scomodo’, a Roma, il rapporto ha ottenuto 20 mila risposte di studenti e studentesse nell’ambito dell’indagine ‘Senza casa, senza futuro’, promossa da Cgil e Sunia.

Anche se la metà degli studenti lavora – in maniera abituale o saltuaria – il 30,1% dei giovani è in seria difficoltà economica, mente il 35,6% lamenta difficoltà anche se non gravi. Le città con i dati più allarmanti sono Roma, Napoli, Viterbo, Messina, Siena. Secondo il Mur gli studenti fuorisede sono 830 mila, e per la maggior parte, dice il rapporto di Udu, cercare casa è una vera e propria impresa: solo il 19% non ha avuto difficoltà a trovare casa. Una difficoltà che riguarda tutto il territorio nazionale: si fa “estrema fatica” a Bergamo, Padova, Bologna, Milano, Napoli e Roma. Ma dichiara di avere avuto “molta fatica” anche chi cerca a Torino, Firenze, Cagliari, Parma, Ferrara, Venezia, Pavia, Messina, Palermo, Perugia e Siena. Ma anche quando si riesce a trovare un alloggio, il più delle volte è comunque distante dall’ateneo. Il motivo, per il 37% dei giovani, è il costo inaccessibile. In ogni casa vivono, in media, 3,3 persone. Il 65% sceglie la singola, il 25% la doppia. Palermo è la città meno cara, con circa 200 euro di affitto per una singola, Milano quella più dispendiosa: con le spese incluse si arriva a 645 euro.


“Sono cifre assurde, quasi impossibili da sostenere per una famiglia media”, ha detto Simone Agutoli, responsabile della questione abitava per l’Udu. Il 30 ottobre l’associazione sarà ricevuta dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Alla ministra, l’Udu presenterà le sue quattro proposte: l’istituzione di un Fondo nazionale fuorisede da 100 milioni, da erogare immediatamente ad atenei e regioni; potenziare le borse di studio (servono almeno 300 milioni per aumentarle e garantire la copertura totale degli idonei); intervenire sulla leva fiscale e sulla regolamentazione, limitando e disincentivando le locazioni brevi turistiche, il canone ordinario e lo sfitto (vero o fittizio) e, infine, un piano di investimenti in alloggi pubblici, stanziando almeno 3 miliardi sul bilancio pluriennale e rivedendo il Pnrr.


“L’incontro con la ministra sarà solo una presentazione, elencherà gli interventi in manovra sul diritto allo studio- Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu– ma gli ausili economici, quando arrivano, arrivano con troppo ritardo. Chiediamo investimenti sul nostro futuro: non c’è solo la crisi abitativa, c’è una generazione che ha bisogno di essere ascoltata. Davanti a noi vediamo solo precariato. Quindi per noi è difficile rimanere qua. La tenda è simbolo di una generazione che vuole essere ascoltata. Non riguarda solo la casa ma una condizione di vita generale”. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche l’onorevole Antonio Caso, del Movimento 5 Stelle, e Pierfrancesco Majorino del Partito Democratico.

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