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ROMA – “Nel corso di questi anni il ruolo del medico dello sport è leggermente cambiato. Se fino a 25-30 anni fa questa branca della medicina era una seconda specializzazione, oggi il medico dello sport ha principalmente questa sola specializzazione“. Lo spiega all’agenzia Dire il responsabile scientifico della Commissione di Medicina dello Sport dell’Omceo Roma e presidente dell’Associazione Romana della Federazione Medico Sportiva Italiana, Antonio Gianfelici, che giovedì 25 gennaio avrà il compito di moderare, insieme al professor Attilio Parisi, rettore dell’Università del Foro Italico, il convegno scientifico dal titolo ‘Il medico dello sport. Una specializzazione dai mille risvolti’.
L’evento, che si terrà a partire dalle ore 14.30 presso l’aula ‘Roberto Lala’ dell’Ordine dei Medici e Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma, è organizzato dalla Associazione medico sportiva di Roma e dalla Commissione di Medicina dello Sport dell’Omceo della Capitale.
“L’argomento principale del nostro evento- prosegue- è legato al ruolo che oggi il medico dello sport svolge nell’ambito della professione sanitaria. Grazie alla legge del 1982, svolgiamo un importante ruolo di tutela della salute. Questo anche perché non sono più previste la visita medica dei bambini a scuola e quella dei tre giorni che veniva svolta durante il servizio militare, la cosiddetta visita di leva“.
“L’unico effettivo momento di valutazione preventiva di tutela della salute- evidenzia quindi il professor Gianfelici- è proprio quando si fa la visita medico-sportiva. E questo grazie alla legge del 1982, che abbiamo più volte difeso e che, nella valutazione dello sportivo durante la fase iniziale, ci ha permesso di ridurre al minimo non solo il rischio di morte improvvisa ma anche un approccio precoce alla diagnosi di altre patologie”.
“Oggi- sottolinea poi l’esperto- il medico dello sport ha numerose competenze: medico di squadra al quale viene richiesta una competenza a 360 gradi su determinati ambiti come, ad esempio traumatologico, pneumologico e dietologico, o di supporto allo staff per la preparazione fisica ma anche allo staff tecnico”.
Tra queste molteplicità che svolge è anche al fianco dello sportivo diversamente abile. “In questi casi- rende noto Gianfelici- si tratta della capacità di avere una visione diversa rispetto al medico clinico. Il nostro compito è quello di rendere quel determinato atleta idoneo, abile e il più performante possibile, aiutando e guidando il tecnico e l’allenatore che, in alcuni casi, ha bisogno della competenza sanitaria sul fronte della patologia dell’atleta stesso”.
Durante l’incontro si discuterà anche di ‘endocrinologia di genere’. “La medicina in generale- rende noto il responsabile scientifico e presidente dell’Associazione medici dello sport di Roma- sta andando verso la medicina di genere ma siamo comunque in ritardo, perché al di là del genere dovrebbe essere una medicina ‘ad personam'”.
“In questo caso- precisa- il supporto all’allenatore riguarda l’ambito della definizione dei carichi e dell’intensità dell’allenamento, oltre all’aiuto nel fare conciliare il ciclo mestruale della donna con la programmazione dell’allenamento e nel conciliare nella sportiva dilettante la vita di una donna che accompagna i propri figli a scuola, lavora o si occupa della casa, svolgendo di fatto attività importantissime all’interno della famiglia. L’attività sportiva, dunque, deve essere uno dei requisiti saldi della vita della persona“.
“Il medico dello sport- conclude Antonio Gianfelici- non è solo un certificatore, non rilascia dunque solo certificati, ma svolge un ruolo fondamentale nella prescrizione dell’esercizio fisico, proprio nell’ambito della tutela della salute”.
Durante il convegno ‘Il medico dello sport. Una specializzazione dai mille risvolti’, il vicepresidente dell’Omceo Roma, Stefano De Lillo, presenterà una lettura, affidata al professor Paolo Zeppilli, in memoria di Marcello Faina, dal titolo ‘Cardiologia e medicina dello sport. Una storia di uomini e passioni’.
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