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VIDEO | Violenza donne, Silvia Garambois: “I titoli sbagliati giustificano gli assassini”

https://youtu.be/EDqiZ4zwqqE ROMA - "Crusca docet: si dice ministra e assessora. Quando si parla a lettori e ascoltatori la grammatica è maestra,

Pubblicato:22-11-2019 13:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:39
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ROMA – “Crusca docet: si dice ministra e assessora. Quando si parla a lettori e ascoltatori la grammatica è maestra, poi nel ‘Tu per Tu’ si rispetta la volontà della persona”, ha spiegato alla Dire Silvia Garambois, presidente di Giulia (Giornaliste unite libere autonome) che in vista della giornata dedicata al contrasto della violenza di genere, il prossimo 25 novembre, ha presentato l’esperienza e il lavoro dell’associazione Giulia nel campo del linguaggio. “Subito dopo la grammatica- ha precisato- il secondo passo era capire come, noi giornalisti, raccontavamo le cose, come raccontavamo la violenza. La fretta, la sintesi e lo stereotipo rendono più semplice scegliere una parola come ‘raptus’ per un titolo. Ma quando poi quel titolo esce si sta giustificando un assassino e si sta negando persino l’esistenza della donna, perché si racconta di lui e non di lei”.

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“Giulia- ha ricordato la presidente Garambois- è nata nel 2011 come un atto di ribellione di giornaliste perché non ci piacevano i nostri giornali e il linguaggio che veniva usato. Le primissime e forti discussioni sono nate proprio per scegliere come si definiva l’uccisione di una donna per mano di un uomo e decidemmo che si chiamava ‘femminicidio’. E’ stata durissima farla entrare nei giornali”. Quando si leggono titoli come il ‘Gigante buono’ (assassino di Elisa Pomarelli, ndr) o ‘Padre esemplare uccide’ (strage familiare di Orvieto del 14 novembre scorso, ndr) è evidente che “serve formazione e bisogna ragionare sull’interpretazione. Sono definizioni offensive per le donne- ha sottolineato Garambois- Ricordiamoci che nel 2011 a Catania, quando venne assassinata Stefania Noce, i nostri giornali impazzirono parlando di raptus e gelosia e i giudici decisero che c’era la premeditazione”.


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Tra gli episodi recenti “gravi” in questo ambito Silvia Garambois ha ricordato la puntata di ‘Porta a Porta’, con l’intervista alla sopravvissuta Lucia Panigalli: “Come Giulia e insieme alla Commissione Pari opportunità della Federazione nazionale della stampa e dell’Usigrai abbiamo fatto un duro comunicato. Grave il modo di approcciarsi all’intervista di Bruno Vespa. Si violano le carte deontologiche quando si affronta in questo modo il problema. Voglio dire che la violenza sulla donne è senz’altro il femminicidio, ma sono anche le botte, le molestie e il linguaggio dell’odio”. Appuntamento importante da ricordare di Giulia è il Forum delle giornaliste del Mediterraneo in corso a Taranto fino a sabato 23 novembre. La scelta di Taranto è di fatto “l’occasione per incontrare le donne di questa città, affrontare il tema del lavoro e della salute: lì c’è un nodo per il Paese e, quindi, un nodo per l’informazione”.

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