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Alessandra Accardo, vittima di violenza: “L’Italia ascolti le donne e nel mondo si impegni sempre di più”

Testimonianze e prospettiva internazionale a un incontro organizzato dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo

Pubblicato:21-03-2024 17:38
Ultimo aggiornamento:29-03-2024 08:52

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ROMA – Un dovere e allo stesso tempo una scelta. Da compiere al meglio, con le proprie sensibilità e capacità, in Italia e nel mondo, a partire dai Paesi e dai contesti di maggior vulnerabilità, dove il rischio della discriminazione è più forte e diffuso. Il tema e l’impegno è quello per l’uguaglianza di genere. Al centro oggi di un incontro promosso dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). A partecipare esperti di politiche internazionali, docenti universitari, responsabili e attivisti con le proprie esperienze di vita. A cominciare da Alessandra Accardo, agente di polizia, allo stesso tempo vittima e testimone. Lo sguardo a 360 gradi, chiede un impegno ancora più forte. Senza dimenticare la prima cosa: l’ascolto delle vittime, donne, ragazze e bambine, dovunque siano.

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ALESSANDRA ACCARDO: “È ORA DI ASCOLTARE LE VITTIME

“Ascoltare e saper restare in silenzio”, perché dopo la violenza “comincia un calvario”: questo l’appello rivolto da Alessandra Accardo, agente di polizia di Napoli, che ha condiviso la sua esperienza di vittima di abuso e tentato omicidio durante un incontro nella sede dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).


In primo piano l’impegno in favore dell’uguaglianza di genere e la lotta contro ogni forma di violenza a danno di donne, ragazze e bambine in Italia e nel mondo. “Bisogna semplicemente ascoltare le vittime” ha sottolineato Accardo. “Davanti a loro si deve stare in silenzio, perché dopo la violenza comincia un calvario; a volte c’è anche chi comincia a speculare sulla tua storia e bisogna avere le spalle larghe”. Accardo ha aggiunto: “Io ho avuto una famiglia forte che mi ha sostenuto“. L’agente è stata vittima di un agguato da parte di uno sconosciuto nel 2022, nella zona del porto di Napoli, al termine di una giornata di lavoro. “La cronaca quotidiana ci ricorda ogni giorno che esistono uomini che vogliono il sopravvento su donne” ha detto Accardo. Poi, rivolgendosi alla platea dell’incontro nella sede di Aics, partecipato da molte donne: “Prendendo dieci di noi qui oggi penso che nove siamo cadute in una relazione sbagliata”. L’aggressore di Accardo è stato condannato nel marzo 2023 a 14 anni di carcere dopo essere stato giudicato colpevole di violenza sessuale e tentato omicidio.

RUSCONI (AICS): VIOLENZA PARTNER CONTRO DONNE COSTA 5,2% PIL GLOBALE

“Le violenze fisiche dei partner nei confronti delle donne hanno un costo sociale equivalente al 5,2 per cento del Prodotto interno lordo globale”: lo ha detto Marco Riccardo Rusconi, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), citando dati Ocse-Dac. L’occasione è stato un incontro dedicato al tema nella sede dell’organismo a Roma. Rusconi ha sottolineato, suggerendo un confronto, che le violenze di carattere politico costano lo 0,20 per cento del Pil mondiale. L’Ocse-Dac è il Comitato per l’assistenza allo sviluppo dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

RUSCONI (AICS): DIVARIO DI GENERE COSÌ SI COLMA IN 130 ANNI

Al ritmo attuale, con l’impegno di oggi, il gap di genere potrà essere colmato solo tra 130 anni: lo ha sottolineato oggi Marco Riccardo Rusconi, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), citando dati di Osce-Dac, in apertura di un incontro ospitato nella sede dell’organismo a Roma.
In primo piano nel suo intervento, l’impegno a livello internazionale per contrastare il divario e in favore della parità. “Abbiamo l’obbligo morale e professionale come cooperazione e come Aics di fare di più e meglio” ha detto Rusconi. Secondo il direttore, “le sedi dell’Agenzia hanno elaborato strumenti operativi per rendere più forte la voce sul genere nel bilancio che viene allegato al rendiconto generale dello Stato”. Ancora Rusconi: “Solo nel 2023, l’Aics ha finanziato progetti mirati specificamente all’uguaglianza di genere per 56 milioni di euro, circa il 5 per cento di quanto deliberato nel complesso lo scorso anno”.

CARMENATI (AICS): COOPERARE CONTRO IL GENDER GAP È UN DOVERE

Non solo un dovere, previsto dagli obblighi internazionali, ma qualcosa che si vuole semplicemente fare, con sensibilità e capacità, come cittadini del mondo che guardano al mondo: questo l’impegno per l’uguaglianza di genere nella prospettiva di Leonardo Carmenati, vicedirettore tecnico dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Una riflessione, la sua, affidata all’agenzia Dire a margine di un incontro sul tema organizzato nella sede romana di Aics.

“L’impegno legato all’uguaglianza di genere è mutuato dalle intese internazionali ed è previsto dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite“, la premessa di Carmenati. “Noi cerchiamo di fare il nostro dovere e il nostro meglio, come confermano i dati sulla crescita rispetto alla nostra attenzione, grazie anche alla sensibilità delle nostre sedi nel mondo per colmare il gap all’interno delle comunità a cui ci rivolgiamo”. Il vicedirettore sottolinea come solo nel 2023 Aics abbia investito 56 milioni di dollari in progetti che mirano specificamente a superare le disparità e le discriminazioni nei confronti di donne, ragazze e bambine. A questo obiettivo è dedicato l’incontro nella sede di Aics. Il titolo è ‘La trasversalità dell’uguaglianza di genere e dell’emancipazione di donne, ragazze e bambine nell’azione per lo sviluppo’. Carmenati riparte proprio dagli spunti del dibattito. “C’è un impegno che va al di là del dovere di farlo” sottolinea il vicedirettore. “Vogliamo metterci un po’ della nostra sensibilità e della nostra capacità, per dare un valore aggiunto”. Il confronto di oggi sarebbe allora una tappa. “L’appuntamento organizzato da Aics mira a sensibilizzare per le attività di cooperazione ma risponde anche a un dovere civico” sottolinea Carmenati: “Parlare di uguaglianza di genere vuol dire emancipare noi stessi come persone”.

CARLETTI (ROMA TRE): APPELLO ONU ALL’ITALIA

Un appello all’Italia “a impegnarsi di più” in favore dell’uguaglianza di genere è stato rivolto in sede Onu dal Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne: lo ha sottolineato Cristiana Carletti, docente di Diritto internazionale dell’Università Roma Tre. La professoressa ha ricostruito le indicazioni fondamentali emerse da un incontro che si è tenuto a Ginevra a febbraio. “Ci è stato detto ‘bene la vostra performance’ ma anche ‘vi dovete impegnare di più’” ha ricordato Carletti. La docente è intervenuta a un incontro ospitato nella sede dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). In primo piano anche le dinamiche rispetto alla quota di stanziamenti degli Stati in favore di progetti per la parità di genere. “Nell’ultima informativa relativa al decennio 2011-2021”, ha ricordato Carletti, “c’è stata una crescita per la ‘gender equality’, con fondi più che raddoppiati”.

VECCHIONI (FARNESINA): UGUAGLIANZA DI GENERE A CENTRO AGENDA G7

La lotta contro la violenza di genere e in favore dell’uguaglianza, con un’attenzione particolare per l’Africa, è punto chiave nell’agenda della presidenza italiana del G7: lo ha sottolineato Beatrice Vecchioni, consigliera referente sul tema presso il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.
La premessa è che l’impegno a supporto delle opportunità e dei diritti delle donne, delle ragazze e delle bambine è “essenziale per sradicare la povertà, per contribuire a società giuste e inclusive e per favorire lo sviluppo“. Vecchioni è intervenuta a un incontro ospitato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Nel suo intervento, la consigliera ha fatto riferimento alla Conferenza Italia-Africa tenuta a Roma a fine gennaio. Secondo Vecchioni, “con una popolazione tanto giovane è necessario favorire una partecipazione paritaria delle donne del continente alla vita pubblica e democratica”. La consigliera ha citato alcuni dati aggregati da Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione: “Il 33 per cento delle donne africane ha subito violenza da un partner, mentre il 39 è stato sottoposto a mutilazioni genitali femminili“. Secondo Vecchioni, “nel suo anno di presidenza l’Italia si impegna a rafforzare gli impegni degli altri Paesi del G7 in favore dell’uguaglianza di genere a livello mondiale”. La consigliera sottolinea ancora: “L’Agenda 2030 richiede un’azione collettiva da parte di tutti gli Stati”.

COLLU (AICS): UOMINI FONDAMENTALI CONTRO IL DIVARIO

La lotta per l’uguaglianza di genere si combatte anche lavorando con gli uomini, anzitutto sul terreno della sensibilizzazione e della conoscenza: a sottolinearlo Marta Collu, referente sul tema della vicedirezione tecnica dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Secondo Collu, a livello internazionale “bisogna lavorare contro gli ostacoli che portano le donne a essere discriminate“. Quella dell’esperta è una testimonianza e allo stesso tempo un appello: “Si può contribuire all’uguaglianza di genere anche lavorando solo con uomini, ad esempio con progetti che li sensibilizzino sul tema dei divari e delle ingiustizie sociali”. Collu è intervenuta a un incontro ospitato nella sede di Aics a Roma. Parte della sua riflessione le caratteristiche che devono avere gli interventi di cooperazione internazionale. “Di recente abbiamo realizzato un progetto in Palestina per sensibilizzare sulla prevenzione del tumore al seno” ha ricordato Collu: “A partecipare agli incontri sono stati padri, mariti e fratelli, che possono e devono essere attori fondamentali per ridurre il divario di genere”. L’esperta si è soffermata sulle linee guida di Aics in materia di uguaglianza e pari opportunità. “Il punto 90 ad esempio fa riferimento ai cosiddetti programma Paese” ha sottolineato Collu: “Devono essere realizzati anche a partire da un’analisi di genere, che prenda in conto la situazione delle donne nel loro contesto specifico”.

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