Senegal, gli oppositori Sonko e Wade esclusi dalle presidenziali

Le decisioni del Consiglio costituzionale favoriscono il primo ministro Amadou Ba, candidato dell'uscente Macky Sall

(Foto credits Agence de Presse Senegalaise/Aps)

ROMA – Niente elezioni presidenziali in Senegal per due oppositori di peso: Karim Wade, figlio dell’ex capo di Stato Abdoulaye Wade, e Ousmane Sonko, dirigente del partito Pastef. A invalidare le loro candidature in vista del voto del 25 febbraio, riferisce l’agenzia di stampa Agence de Presse Senegalaise (Aps), è stato nel fine-settimana il Consiglio costituzionale.

LE DECISIONI DEL CONSIGLIO COSTITUZIONALE

Lo stop a Wade è legato al fatto che al momento della consegna dei suoi documenti il figlio dell’ex presidente, nato a Parigi da padre senegalese e madre francese, aveva ancora la doppia nazionalità. Una circostanza, questa, incompatibile con i requisiti fissati nella Costituzione. Non è bastato che la settimana scorsa, dopo aver presentato la propria candidatura, Wade confermasse di aver rinunciato alla cittadinanza francese.

CONDANNA PER DIFFAMAZIONE

Differenti le ragioni di esclusione per Sonko, a capo di Pastef, acronimo per Patriotes africains du Senegal pour le travail, l’ethique et la fraternité. La sua candidatura è stata ritenuta “irricevibile”, informa sempre Aps, in ragione di una condanna a sei mesi di carcere per “diffamazione e ingiurie pubbliche”.

PRIMO MINISTRO FAVORITO IL 25 FEBBRAIO

Le decisioni del Consiglio costituzionale sembrano aprire la via all’elezione di Amadou Ba, primo ministro designato dal presidente uscente Macky Sall come candidato della sua coalizione Benno Bokk Yakaar (Bby). Già detenuto per tre anni, a seguito di quello che definisce “un processo iniquo”, Wade ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso presso la Corte di giustizia della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas).