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Tg Ambiente, edizione del 21 novembre 2023

Si parla di venerdì 'bollente', emissioni Co2 ed eventi estremi

Pubblicato:21-11-2023 14:49
Ultimo aggiornamento:21-11-2023 16:32
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VENERDÌ 17 NERO PER CLIMA, OLTRE 2 GRADI AUMENTO GLOBALE

Un venerdì nero per il clima. Lo scorso venerdì 17 novembre la temperatura media globale della Terra ha superato per la prima volta i 2 gradi di aumento al di sopra dei livelli medi preindustriali. L’annuncio del record di venerdì 17 lo dà Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus, il servizio di osservazione satellitare e da stazioni su terra e mare dell’Unione europea. Vale la pena di ricordare che alla Cop21 del 2015 si decise con lo storico Accordo di Parigi l’obiettivo di limitare ben al di sotto di 2 gradi. La temperatura globale provvisoria nel set di dati Era5, che risale al 1940, per il 17 novembre rilevata da Copernicus “è stata di 1,17 gradi superiore al periodo 1991-2020, la più calda mai registrata”, segnala Burgess. “La nostra stima è che sia stato il primo giorno in cui la temperatura globale è stata di oltre 2 gradi superiore ai livelli del 1850-1900 (o preindustriali), risultando pari a 2,06 gradi”. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto che ai cruciali colloqui della Cop28 a Dubai si deve delineare “un’azione drastica sul clima, ora”, e ha avvertito che “siamo fuori strada” sul riscaldamento globale. “I leader del mondo non possono andare oltre”, ha proseguito, denunciando un “fallimento della leadership, un tradimento dei più vulnerabili e un’enorme opportunità mancata”.

ENERGIA, CONSUMI FERMI E FORTE CALO EMISSIONI

Consumi sostanzialmente stabili (-0,3%) nel terzo trimestre dell’anno, ma forte contrazione delle emissioni di CO2 (-8%) per il minore utilizzo di fonti fossili e il significativo aumento delle rinnovabili. Stime preliminari per l’intero 2023 indicano un calo dei consumi di circa il 3% e delle emissioni di circa l’8%. È quanto emerge dall’aggiornamento trimestrale dell’Analisi Enea del sistema energetico italiano, che evidenzia anche un netto miglioramento (+48% rispetto al 2022) dell’indice Ispred che misura la transizione energetica sulla base di prezzi, emissioni e sicurezza degli approvvigionamenti. L’analisi evidenzia l’incremento della quota di rinnovabili sui consumi finali, che a fine anno dovrebbe raggiungere il 20,5%, superando il massimo storico del 2020. Tuttavia, “non è ancora in linea con la traiettoria necessaria a raggiungere il nuovo obiettivo del 40% al 2030”, afferma Francesco Gracceva, che coordina l’Analisi trimestrale Enea.

EVENTI CLIMATICI ESTREMI LEGATI AD ACQUA ALTA VENEZIA

C’è un legame tra i cambiamenti climatici in atto e l’aumento del numero e della gravità dei fenomeni di Acqua Alta a Venezia, ma si conferma l’efficacia del sistema di dighe mobili MoSE in termini di costi e benefici. Così una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista ‘Nature Climate Atmospheric Science’ realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in collaborazione con il Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi e l’International Centre for Theoretical Physics di Trieste. Lo studio ha analizzato quattro eventi eccezionali di Acqua Alta che hanno interessato la città lagunare nel 1966, 2008, 2018 e 2019, danneggiando gravemente il patrimonio culturale ed economico di Venezia e minacciando luoghi iconici come la Basilica di San Marco. “I risultati che abbiamo ottenuto hanno evidenziato chiaramente il legame esistente tra le modifiche nella circolazione atmosferica e l’aumento della gravità degli eventi di Acqua Alta, sottolineando la crescente vulnerabilità di Venezia ai cambiamenti climatici”, spiega Tommaso Alberti, ricercatore dell’Ingv e co-autore dello studio. “In particolare, abbiamo rivolto la nostra attenzione al MoSE, l’infrastruttura progettata per proteggere la città dalle inondazioni, che si è dimostrato efficace in termini di costi e benefici per contenere gli effetti dell’Acqua Alta e il progressivo aumento del livello marino causato dal riscaldamento globale, che a Venezia viene accelerato anche dal fenomeno della subsidenza”.


‘LAGO CHE RESISTE’ EX SNIA VINCE CONTEST ACQUAMICA

Un lago che resiste al cemento selvaggio, un’oasi di natura nella più costruita delle periferie romane, quella di Centocelle, quadrante est della Capitale. Tra le oltre 300 foto scattate dalle classi di tutta Italia, a essere scelta è stata quella più emblematica, che mette assieme l’immagine idilliaca di un’area verde apparsa quasi per caso tra i palazzoni e un progetto di recupero e restauro urbano ‘dal basso’. E’ l’esito del contest Acquamica organizzato dal Gruppo Colussi e da Legambiente per sensibilizzare gli studenti delle scuole secondarie di primo grado rispetto al tema dell’acqua. Se sono state più di 300 le foto che hanno partecipato al contest fotografico, inviate nei mesi scorsi da scuole di tutta Italia, ben 18mila sono stati i voti espressi sul sito acquamicacolussi.it per scegliere gli scatti social. A ognuna delle prime tre classi classificate – la IIC di Via Anagni di Roma, la IIA dell’istituto Lanfranchi di Sorisole (Bergamo), l’istituto Val di Vara di Sesta Godano (La Spezia) – sono stati consegnati cento libri green, una biblioteca di titoli imperdibili per iniziare a occuparsi di ambiente. La classe che ha vinto il contest, la IIC dell’istituto comprensivo Via Anagni di Roma si è aggiudicata il gradino più alto del podio con un’immagine del lago Ex Snia – Bullicante, ‘Il lago che resiste’. Un luogo unico, che gli studenti hanno scoperto l’anno scorso, in occasione della Giornata dell’Ambiente del 5 giugno.

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