“I dati sui ricoveri e i decessi associati a Covid-19 consentono di stimare che la campagna vaccinale ha permesso di evitare circa 150 mila decessi”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo ad una interpellanza urgente la settimana scorsa alla Camera. “In nessun momento da parte del Governo, dal presidente del Consiglio né dal sottoscritto- ha proseguito- è stata messa in discussione l’importanza della vaccinazione. Mai nessuna iniziativa potrà pregiudicare il diritto alla cura e la difesa e della salute”. Quanto alle dichiarazioni del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, secondo il ministro “sono state decontestualizzate e lui stesso ha già smentito qualsiasi malevola interpretazione”.
“Nel periodo compreso tra il 26 ottobre e l’8 novembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,88, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente ma al di sotto della soglia epidemica”. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio della Cabina di regia dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute sul Covid-19. Il documento evidenzia anche un aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 353 casi ogni 100mila abitanti, contro i 307 ogni 100mila dell’ultima rilevazione. Sale dal 2 al 2,5% il tasso di occupazione in terapia intensiva e riesce dal 10% all’11% quello in in aree mediche a livello nazionale.
“Credo che le posizioni no-vax siano un po’ in tutti i partiti, non solo all’interno di questo governo. E va anche bene che ci siano, non trovo neanche giusto avere un pensiero unico. L’importante è che queste posizioni non siano maggioritarie e che ci sia una forte contrapposizione scientifica, come sono certo avvenga in questo governo”. Ha risposto così il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, interpellato dalla Dire sul tema nel corso di una intervista video. “Dire che questo è un governo no-vax è sbagliato- ha proseguito Bassetti- probabilmente al suo interno ci sono delle componenti no-vax, ma la posizione presa proprio pochi giorni fa dal presidente del consiglio Giorgia Meloni, che ha detto che se siamo usciti dalla pandemia è grazie ai vaccini, credo sia molto chiara e netta”.
In Italia aumenta il numero dei contagi di vaiolo delle scimmie. Secondo l’ultimo bollettino reso noto dal ministero della Salute, i casi confermati sono arrivati a 917, con un incremento di 2 rispetto all’ultima rilevazione. Con 903 contagi, gli uomini sono ancora i più colpiti, mentre è pari a 14 il numero delle donne affette da Monkeypox. Sono invece 248 i casi collegati a viaggi all’estero. Con 381 contagi, la Lombardia è la regione maggiormente colpita. Seguono il Lazio, con 157 casi, e l’Emilia Romagna, con 89. Non si registrano casi di vaiolo delle scimmie, invece, in Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta.
“Gli ultimi dati sui suicidi nelle carceri e le tensioni emerse rappresentano solo la punta di un iceberg costituito anche dai limiti cronici della sanità penitenziaria”. LA SIMSPe – Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria lavora da anni sul complesso sistema delle carceri, in cui ogni anno transitano oltre 100mila persone, alle quali deve essere costituzionalmente garantito il diritto alla salute, un obiettivo complicato da “un’organizzazione disomogenea, dal riferimento a due dicasteri, Giustizia e Salute, e alle organizzazioni sanitarie regionali”. È stato questo uno dei principali messaggi emersi dal XXIII Congresso della società, che si è svolto a Roma il 17 e 18 novembre. “Ora che la pandemia è passata- ha quindi fatto sapere il presidente SIMSPe, Luciano Lucanìa- è necessario un rilancio della sanità penitenziaria”.
“Le associazioni di pazienti devono essere inserite fra gli autori delle politiche sanitarie e coinvolte nella definizione degli obiettivi, dei percorsi di presa in carico, degli strumenti con cui realizzarli e degli indicatori con cui valutarli”. È quanto sottolineano 50 sigle di realtà associative nel documento programmatico ‘Azioni e proposte per una sanità a misura di paziente’, presentato la settimana scorsa a Roma nel corso dell’evento ‘Path-Join our future’. “Il dialogo aperto con le istituzioni nazionali e locali e con gli esperti di digital health è alimentato dalla nostra volontà di collaborare come interlocutori fondamentali- hanno sottolineato le associazioni- con i diversi attori del Sistema Salute, per plasmare una sanità realmente partecipata e a misura di paziente”. E proprio con l’obiettivo di delineare politiche sanitarie condivise, le associazioni di pazienti hanno redatto una serie di proposte attuative contenute in un ‘Documento Programmatico’.
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