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ROMA – L’addio al Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio sembra ormai inevitabile. Secondo quanto riferiscono alcune fonti parlamentari, il ministro degli Esteri è pronto a costituire un suo gruppo alla Camera con almeno 20 deputati. Il gruppo potrebbe essere formalizzato già nelle prossime 48 ore, un passo dunque che segnerebbe un’altra scissione del Movimento 5 Stelle, di certo la più dolorosa.
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Ci sono 40 firme, per ora, tra Montecitorio e Palazzo Madama, per la formazione dei due gruppi di Camera e Senato guidati da Luigi Di Maio dopo la scissione del Movimento 5 Stelle. Tra i 27 deputati ci sono Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Andrea Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana, Filippo Gallinella, Elisabetta Barbuto, Iolanda Di Stasio, Alessandro Amitrano, Elisa Tripodi, Laura Castelli, Tiziana Ciprini, Manlio Di Stefano, Nicola Grimaldi, Dalila Nesci, Simone Valente, Andrea Giarrizzo, Marianna Iorio, Marialuisa Faro, Roberta Alaimo, Pasquale Maglione, Luciano Cadeddu e Margherita Del Sesto.
Tredici invece i senatori: Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Simona Nocerino, Francesco Castiello, Gianmarco Corbetta, Cinzia Leone, Pietro Lorefice, Vincenzo Santangelo, Sergio Vaccaro, Daniela Donno.
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“Della nuova scissione del Movimento 5 Stelle (ricordo che ne avvenne già una dopo l’ok al governo Draghi) e della nascita del nuovo gruppo ‘atlantisti e europeisti’ o ‘moderati e liberali’, non mi importa nulla. Ho lasciato il Movimento esclusivamente per questioni politiche quando venne presa la decisione scellerata (e suicida) di entrare nel governo dell’assembramento. Ciò che avviene oggi è soprattutto frutto di quei giorni”. Lo scrive su Facebook l’ex esponente pentastellato Alessandro Di Battista.
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“Un movimento nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno (mantenendo, ovviamente, la maggioranza nel Consiglio dei ministri) per portare a casa risultati – prosegue ‘Dibba’ -. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità. Forse adesso, e soltanto adesso, alcuni attivisti del Movimento stanno comprendendo le ragioni delle mie scelte passate (e anche di quel che dicevo in passato)”, conclude Di Battista.
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