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L’ex microcomunità di Variney accoglierà i pazienti del Parini di Aosta per la riabilitazione

Senza pazienti affetti da nuovo coronavirus in carico, la struttura è stata riorganizzata come unità di cura residenziale estensiva

Pubblicato:20-07-2021 12:10
Ultimo aggiornamento:20-07-2021 12:10

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GIGNOD (AOSTA) – L’ex microcomunità di Variney, a Gignod, accoglierà pazienti dimessi dall’ospedale regionale Umberto Parini di Aosta che non possono essere assistiti a domicilio, per cure riabilitative. Da novembre, la Residenza sanitaria assistita di Variney accoglieva pazienti positivi al Covid-19. Senza pazienti affetti da nuovo coronavirus in carico, la struttura è stata riorganizzata come unità di cura residenziale estensiva. Oggi, martedì 20 luglio, è previsto il trasferimento dei primi pazienti dal Parini.

“Sono pazienti post-acuti non positivi al virus Sars-Cov-2– dice Francesca Faelli, direttrice del distretto sanitario 2 dell’Usl di Aosta- che necessitano di assistenza o che devono essere sottoposti a riabilitazione. Non possono essere seguiti a domicilio per esigenze cliniche puntuali o per problemi di carattere sociale e assistenziale. La funzione è anche quella di accogliere utenti provenienti dal territorio con le medesime caratteristiche dei degenti ospedalieri”.

La riorganizzazione della Rsa è stato possibile grazie a un accordo tra l’Usl, l’assessorato regionale alla Sanità, l’Unité des Communes Grand Combin e il Comune di Gignod. “Gli aspetti determinanti per la decisione di attivare 15 dei 34 posti disponibili nella Rsa sono due- spiega il direttore generale pro tempore dell’Usl, Marco Ottonello-: la possibilità di decongestionare l’ospedale, con vantaggi sul piano della pressione sui posti letto del Parini; la possibilità di riconvertire tempestivamente, nel caso di un’ulteriore riacutizzazione della situazione pandemica, i posti letto disponibili destinandoli a eventuali pazienti Covid positivi. La struttura, per le proprie caratteristiche, potrà anche essere riorganizzata in due aree distinte e separate, per ospitare sia pazienti positivi, sia quelli negativi”.


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