NEWS:

Dati Agenas: Ssr Vda in miglioramento

Certe aree penalizzate dai 'piccoli numeri' della regione

Pubblicato:12-11-2023 12:19
Ultimo aggiornamento:12-11-2023 12:19
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 12 nov. – Un quadro complessivo “in miglioramento” rispetto all’anno precedente con certe aree – come l’area osteomuscolare e la chirurgia oncologica – penalizzate dai “piccoli numeri” della regione alpina. È la fotografia della sanità valdostana che emerge dai dati riportati nel Piano nazionale esiti 2023 elaborato dall’Agenas e presentati a Roma in una conferenza stampa.

Per ogni azienda sanitaria analizzata, il rapporto prende in considerazione i dati relativi a sei aree cliniche -cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare- elaborati in base a specifici indicatori. I dati – rappresentati in una “treemap”, una mappa grafica che associa grandezze e colori diversi alle varie aree in base ai volumi e alla valutazione conseguita che va dal verde scuro (voto “molto alto”) al rosso (voto “molto basso”) – sono relativi all’attività del 2022. Secondo questa rappresentazione, la sanità valdostana raggiunge il punteggio massimo per l’area cardiocircolatoria – che rispetto al report dello scorso anno passa da “alto” a “molto alto” – e la nefrologia, che lo scorso anno non era stata inserita da Agenas tra le aree oggetto di indagine. L’area respiratoria si mantiene sul livello “alto” e l’area osteomuscolare su quello “medio”, mentre il settore nervoso passa da una valutazione “bassa” a “media”. In arancione (valutazione “bassa”) rimangono la chirurgia oncologica e l’area gravidanza e parto. “L’unico indicatore effettivamente negativo è la percentuale troppo alta di parti cesarei”, afferma il direttore generale dell’Usl Massimo Uberti, spiegando che per altri tre indicatori relativi all’area osteomuscolare e chirurgica oncologica -ovvero il re-ricovero per protesi al ginocchio, la mortalità a 30 giorni dopo un intervento per tumore al polmone o i nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da chirurgia conservativa per tumore alla mammella- valutati negativamente da Agenas, a penalizzare la Valle d’Aosta siano i pochi casi trattati, e non i risultati di salute “che risultano ottimali”.

Nel 2022 non ci sono infatti stati casi di re-ricovero per protesi al ginocchio o di mortalità a 30 giorni dopo un intervento per tumore al polmone, così come la percentuale di interventi di resezione entro 120 giorni da chirurgia conservativa per tumore alla mammella è stata del 3,51%, quasi la metà della media nazionale che era del 5,6%. In questi tre casi, il problema sta quindi nei pochi interventi effettuati che, per via dei piccoli numeri valdostani, non raggiungono il volume minimo imposto da Agenas per avere una valutazione positiva. Nel dettaglio, lo scorso anno sono stati effettuati 29 interventi per protesi al ginocchio (volume minimo 80), 13 interventi per tumore al polmone (volume minimo 85) e 132 interventi per tumore alla mammella (volume minimo 135). “Ciò che Agenas certifica in questi casi- prosegue Uberti- non è un problema di qualità o efficienza del sistema, ma il basso numero di casi trattati per quelle tre patologie e la ragione è insita nella peculiarità demografica valdostana. Questo è e sarà un problema irrisolvibile in una regione che ha meno di 124.000 abitanti”.


Diverso il discorso per i parti cesarei, che in Valle riguardano il 38,97% delle nascite a fronte di una media nazionale del 23,06%, a fronte di un volume di attività idoneo, con 735 parti nel 2022. “Il parto cesareo è importantissimo perché serve per evitare un danno fetale ma non deve essere utilizzato in eccesso e su questo stiamo lavorando con i nostri ginecologi”, spiega il direttore generale. Secondo cui, la motivazione dell’alto numero di parti cesarei è dovuta in parte ad una questione geografica: “Siamo ad un’ora e di distanza dalla più vicina terapia intensiva neonatale che è al Regina Margherita di Torino e per questo in alcuni casi border line si opta per il cesareo in via precauzionale e poi c’è anche una pressione da parte delle neo mamme e delle abitudini nelle équipe da considerare. Il dato è comune a diversi punti nascita italiani”.

L’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, parla di “un miglioramento complessivo rispetto all’anno precedente sull’area ospedaliera, nella consapevolezza di dover ancora migliorare in diverse situazioni sulle quali stiamo lavorando insieme all’azienda”. E aggiunge: “Riguardo ad alcune specialità, i piccoli numeri della nostra realtà regionale si traducono in una lettura negativa di dati in realtà positivi della nostra sanità.

Resta però una priorità mantenere alta l’attenzione su questo tema, sia perché consente di leggere e anticipare problemi reali, sia perché aumentare l’attenzione ai dati consente di avere continua contezza dell’attività svolta dal dipartimento e dall’azienda”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it