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Vda, tecnici radiologi sotto organico: chiuse Morgex e Donnas

Categoria sentita in Regione: formazione universitaria per reclutamento

Pubblicato:20-03-2022 11:48
Ultimo aggiornamento:20-03-2022 11:49
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(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 20 mar. – Misure per tamponare la carenza di organico – ad oggi mancherebbero 15 risorse – ma anche la riapertura di un corso di laurea triennale in radiologia medica all’Università della Valle d’Aosta, destinato ai residenti. A chiederlo al Consiglio Valle sono stati i tecnici di radiologia medica della piccola regione alpina. Una delegazione, guidata dalla referente regionale Pierina Raso, è stata ascoltata in quinta Commissione consiliare Servizi alla persona, insieme ad un gruppo di fisioterapisti, rappresentati dal presidente della commissione d’Albo Giuseppe Tedesco.

Quella dei tecnici sanitari di radiologia medica è “una professione molto specifica- ha spiegato il vicepresidente della commissione Claudio Restano- di cui ad oggi c’è un difetto di organico di 15 unità, che ha portato alla chiusura delle radiologie degli ambulatori di Morgex e Donnas oltre che al ricorso a convenzioni molto onerose extra-regionali”. La delegazione “ha auspicato che nuove misure di attrattività del sistema sanitario regionale siano introdotte- ha aggiunto- ma soprattutto che vi sia un’attenzione alla formazione di giovani valdostani nel settore della radiologia medica, anche attraverso la creazione di un corso di laurea triennale presso l’Università della Valle d’Aosta destinato ai residenti valdostani, così come è avvenuto nel 1995”.

I fisioterapisti “si sono concentrati sulle potenzialità del servizio, che oggi non è sfruttato appieno, evidenziando l’importanza di lavorare di più sul territorio e sulla prevenzione”, ha proseguito Restano. “Anche per loro- ha detto ancora- vi è la necessità di avere più personale attraverso una maggiore attrattività che deriva non solo dal compenso economico ma anche dal riconoscimento della professione: attività di ricerca scientifica, ripristino dei percorsi di continuità ospedaliera e territoriale, istituzione di ruoli innovativi come quello del fisioterapista di famiglia e di comunità”.


Per il vicepresidente della quinta Commissione, “si tratta di proposte concrete e innovative che vanno nella direzione di evitare la concorrenza dell’attività libero-professionale e di altri territori, come la Svizzera, a beneficio di un sistema di qualità basato non solo sulla cura ma soprattutto sulla prevenzione per evitare una serie di patologie, in particolare quelle collegate all’avanzamento dell’età”.
Nelle prossime settimane, “sentiremo i tecnici della prevenzione, gli assistenti sanitari e gli psicologi- ha anticipato il consigliere del Gruppo misto- sempre nell’ottica di dare la giusta attenzione a un settore fondamentale come quello della sanità”.

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