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Comunali, Centrosinistra batte Centrodestra cinque a zero

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:18-10-2021 17:36
Ultimo aggiornamento:18-10-2021 18:40

guALTIERI
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ROMA – Ci saranno risultati significativi anche nelle città più piccole ma la partita delle amministrative riguardava soprattutto le grandi. E oggi i primi dati parlano chiaro: dopo Milano, Bologna e Napoli anche Roma e Torino avranno un sindaco del Centrosinistra.

Al momento solo il leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato del risultato sorvolando sulla batosta e spostando l’attenzione su altri argomenti. Giorgia Meloni al momento risulta irreperibile, i giornalisti la cercano, da quelle parti nessuno risponde. Va detto che il dato, preoccupante, di questa tornata elettorale è la grande astensione, alla fine un elettore su due è rimasto a casa, quasi che la scelta del loro sindaco non li riguardasse.

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Dopo la forte corsa populista di 5 anni fa, con il M5S che conquistava Roma e Torino al grido di ‘noi siamo i puri e manderemo a casa tutti gli altri’, dopo averli provati alla fine gran parte di quei cittadini li ha abbandonati, l’altra ha scelto di tornare a votare la politica incentrata su proposte serie e credibili e soprattutto su candidati giudicati all’altezza delle sfide che abbiamo davanti.

Significativo il risultato di Roma, con Enrico Michetti (chi? recitava lo slogan scelto che oggi suona come beffa), il candidato imposto a tutto il Centrodestra da Giorgia Meloni, che si è piazzato a venti punti da Roberto Gualtieri. Nella città dove al primo turno Fratelli d’Italia è uscito primo partito nella Capitale è un risultato particolarmente bruciante per la leader, che presto dovrà cambiare strategia in vista delle politiche del 2023.

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Una batosta, ancora più dura per Salvini, che dopo aver perso Milano oggi ha visto la Lega battuta di nuovo anche a Varese, città simbolo, dove il sindaco uscente del Pd è stato rieletto. Non solo, per Salvini è una sconfitta anche per la sua linea politica della Lega nazionale, che visto il risultato non vince, anzi è in ritirata.

Il Centrodestra, stando alle prime proiezioni, dovrebbe farcela a Trieste, con la conferma del sindaco uscente Di Piazza, e due settimane fa ha vinto la presidenza della Regione Calabria con Roberto Occhiuto. Vittorie amare per il leader del Carroccio perché i due sono di Forza Italia, la forza più piccola ma moderata dell’alleanza. E questo dovrebbe insegnare qualcosa.

Nel Centrodestra, dove da tempo è guerra a tutto spiano tra Meloni e Salvini per conquistare la leadership, questo risultato elettorale è devastante, perché alla fine nessuno dei due vince e tutti i loro perdono. Soprattutto è chiaro che ai due leader manca una loro squadra dirigente, questo dover andare a ‘raccattare’ (scusate il termine ma rende meglio) all’ultimo minuto un candidato alla fine ha segnato e reso evidente il loro grande limite, quello di essere, al momento, una finta alleanza, e i cittadini se ne sono accorti. E se Fratelli d’Italia, unico partito all’opposizione, può tener botta attorno alla sua leader, è nella Lega, che a questo punto rischia di crollare ai minimi storici, che ci sarà presto un chiarimento politico, duro e senza sconti. Che faranno Giancarlo Giorgetti, i governatori Zaia, Fedriga e Fontana? Seguiranno un leader in caduta libera o cercheranno di raddrizzare la barra per creare una Lega più moderata, affidabile per l’Europa e gli alleati Usa? Giorgetti tra poco partirà per gli stati Uniti per chiarire e cercare alleati, e già da tempo lavora in Europa per portare la Lega nel Partito popolare.

C’è poco tempo, un anno e mezzo alle politiche del 2023, per riposizionarsi, rendersi credibili e individuare figure vincenti. E per un momento fa tenerezza Salvini che parlando del risultato guarda agli 8 sindaci che aveva il centrodestra e che oggi sono diventati 10. Bisognerà vedere di quali città.. comunque risulta chiaro che le posizioni estreme, espresse da Meloni e Salvini, non vincono nelle urne. Bisognerà trovare un candidato moderato, capace per la sua storia e esperienza, di poter rappresentare quell’importante e ancora maggioritaria fetta di italiani che non si fida del centrosinistra. Una personalità come Urbano Cairo, molto diversa da Silvio Berlusconi ma che in alcuni punti la richiama: imprenditore serio, lontano dai politicanti, attento a come si fanno i conti e alla buona amministrazione.

Per il Pd e il Centrosinistra tutto non è tempo per cantar vittoria. Le amministrative non sono le politiche, e anche in questo schieramento c’è molto lavoro da fare. Riaffermare la serietà della politica, frutto di sacrifici e che si avvale della partecipazione attiva dei cittadini. Antidoto per riportare alle urne la metà degli italiani che dopo la sbornia populista si è rinchiusa in casa snobbando il valore della scelta democratica che si esprime appunto con il voto. Soprattutto nella Capitale adesso Roberto Gualtieri dovrà dimostrare nei primi 100 giorni che il cambiamento comincia subito, che Roma tornerà presto a risplendere, che una buona politica porta risultati.

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