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Contro i prelievi coatti mamme coraggio in piazza per chiedere un decreto legge urgente

Le associazioni sono scese in piazza "alla luce anche della relazione della commissione d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere"

Pubblicato:18-06-2022 17:37
Ultimo aggiornamento:18-06-2022 17:37
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ROMA – Le associazioni Verità Altre, vicepresidente Giada Giunti, il Comitato madri unite contro la violenza istituzionale, presidente Laura Massaro, avv. Michela Nacca ha mandato una rappresentante Progetto Medusa responsabile Bruna Rucci, la presidente della Maison Antigone, si sono riunite, nei giorni scorsi, per un sit-in in piazza Santi Apostoli a Roma.

“30 donne uccise, ammazzate dai carnefici, sono femminicidi annunciati, non bastano? Non bastano 30 donne dall’inizio dell’anno? Non bastano questi massacri, questi femminicidi, questi infanticidi? La maggior parte sono annunciati. Noi abbiamo avuto il coraggio di denunciare, ma o veniamo ammazzate dai nostri aguzzini o veniamo ammazzate dalla violenza istituzionale, perché quando ci allontanate i nostri figli, ci avete ammazzato in vita, è una morte in vita lenta che dura anni e anni! Siamo qui per chiedere un decreto legge urgente, con la massima urgenza”. Queste le prime parole di Giada Giunti presidente Verità Altre durante il sit-in a piazza di santi Apostoli.

Le associazioni organizzatrici sono scese in piazza “alla luce anche della relazione della commissione d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, chiediamo con urgenza di emettere un decreto legge che preveda lo stop immediato dei prelievi coatti, il ritorno a casa di tutti quei bambini allontanati alle mamme con il costrutto ascientifico della alienazione parentale, donne già vittime di violenza domestica, un congruo indennizzo per tutte le sofferenze, dolori, umiliazioni, dolori patiti durante questi anni da mamme e soprattutto figli; la cancellazione delle condanne alle spese processuali che ha causato la perdita di proprietà ed ha fatto indebitare ulteriormente le donne già vittime di violenze domestiche”.

In piazza anche Laura Massaro, presidente del Comitato madri unite contro la violenza istituzionale che nonostante la decisione favorevole con l’ordinanza n. 9691/2022 della Suprema Corte di Cassazione del 24 marzo che cassava le decisioni del TM e della Corte d’appello di Roma (il prelievo coatto del figlio e la decadenza della responsabilità genitoriale), si ritrova nuovamente a dover affrontare un nuovo giudizio in Corte d’appello. Massaro fa presente che la violenza istituzionale è “sotto gli occhi di tutti, è un fatto conclamato. Siamo qui per chiedere però interventi concreti a risolvere questa tragedia che si verifica sulla nostra pelle, ma soprattutto sulla pelle dei nostri bambini in circa 10-15 anni di inquisizione, ovvero di procedimenti giudiziari che sembrano non terminare mai. Siamo qui per chiedere però interventi concreti per risolvere questa tragedia che si verifica sulla nostra pelle, ma soprattutto sulla pelle dei nostri bambini in circa 10-15 anni di inquisizione, ovvero di procedimenti giudiziari che sembrano non terminare mai. Chiediamo soprattutto che sia finalmente messa mano alla legge 54 del 2006 sull’affidamento condiviso perché questa legge ormai da 15 anni si sta rivelando una mannaia sulla vita di donne e minorenni, perché attraverso le perizie psichiatriche viene fatta fuori la figura materna che cerca di denunciare violenze, abusi, maltrattamenti sulle madri stesse o sui propri figli. Questa legge viene fatta passare a favore dei bambini, ma in realtà si è rilevata un durissimo colpo ai diritti dei bambini, dove non ci sarà alcun vero interesse per il minore. Una volta privati della mamma- precisa Massaro- nessuno più si preoccuperà di questa fantomatica bigenitorialità. Quindi denunciare la violenza oggi espone le donne e i bambini purtroppo ad un rischio”, conclude.

Presente al sit-in anche Maria Letizia D’Amore di Maison Antigone, la quale riporta quanto fatto lo scorso anno da questa Associazione grazie all’attivismo della sua Presidente, l’Avv. Michela Nacca: “Decine sono state le segnalazioni effettuate dalle madri dai loro legali e anche da altre associazioni al CSW, un organismo ONU che il 17 marzo scorso ha denunciato l’uso della Parental Alienation da parte dei tribunali italiani con gravissimi effetti distorsivi sulla Giustizia italiana, vittimizzante o rivittimizzante madri e minori, così come è stato stigmatizzato dallo stesso organismo. Lo scorso anno la Presidente di Maison Antigone aveva del resto accompagnato tali segnalazioni con un Report frutto della analisi di centinaia di casi processuali, molti dei quali sono stati segnalati e attenzionato anche dalla Commissione parlamentare sul Femminicidio”, si legge nella nota delle associazioni.

Bruna Rucci, psicologa, psicoterapeuta, responsabile del progetto Medusa ribadisce a gran voce “quello che io vedo tutti i giorni all’interno delle CTU dei Tribunali è semplicemente ed esclusivamente un pregiudizio feroce nei confronti della madre e della maternità e una salvaguardia completa di tutte le istanze dei padri anche quando sono violenti anche quando sono pedofili anche quando sono disfunzionali anche quando non hanno riconosciuto i figli. All’interno di una CTU io vedo sempre le madri che vengono massacrate, cominciano subito le domande sulla madre sui suoi comportamenti sulla sua possibilità o meno di far accedere il bambino al genitore abusante, mentre tutti i comportamenti paterni anche quelli che rientrano in fascicoli penali anche abbastanza fitti, diciamo, di abusi e violenze non vengono considerati. Il bambino che viene considerato come un pacco da consegnare sempre e comunque ai padri violenti”. 

Bruna Rucci, ricorda poi “che i bambini vengono prelevati con la violenza e numerosi sono i video postati sui social, in cui bambini urlano e piangono. Un padre che chiede il collocamento in casa famiglia per il figlio non può essere un buon padre. Quelli che noi invece vediamo in CTU sono sempre e comunque dei padri violenti che attraverso il proprio figlio vogliono arrivare ad altri scopi, come la vendetta nei confronti della ex o anche dei vantaggi economici- e conclude- di fronte ai prelievi dei bambini in casa famiglia, di fronte al bambino che viene strappato dalla figura materna credo che la giustizia ha perso ed abbiamo perso tutti noi”.

Le associazioni comunicano che manderanno a tutti i parlamentari, ai ministri, al Governo una richiesta di intervento urgente, tramite email e pec, affinché chiedano al Governo un decreto legge urgente per scongiurare altri effetti nefasti, altri femminicidi ed infanticidi, altre donne e bambini maltrattati.

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